•22

359 14 2
                                    

Non è abbastanza tardi per essere definita mattina, ma nemmeno troppo presto per essere ancora notte. È circa l'ora dell'aurora, le prima luci dorante del sole iniziano a rischiarare il cielo, ma senza essere prepotenti. Non riuscivo proprio a dormire, quindi perchè non fare una bella sessione di allenamento? Per quanto possano essere ridotte le dimensioni della palestra privata dell'hotel, non manca davvero nulla. La sensazione dei muscoli bruciare sotto sforzo è impagabile, la soddisfazione e lo sfogo che da un buon allenamento non si trova da nessun'altra parte.

Se non tra le lenzuola con Neymar.

Scaccio all'istante il pensiero dalla testa, dato che sto provando a liberare allenandomi con pesi mai visti prima. Non so se mi stia spingendo la rabbia o l'agitazione, ma non ho un freno, sento che potrei spostare questo palazzo con un dito. Per la serie "le prese per il culo nella vita di Leticia", a quanto pare non sono l'unica a non riuscire a dormire. Deglutisco scorgendo la sua figura dalla porta a vetri. Sta sorseggiando dell'acqua dalla borraccia, prima di spingere contro la maniglia e fare il suo ingresso nella sala pesi, dove mi trovo in questo momento, seduta su una delle due panche.

《Leticia》, mi saluta con un cenno della testa, 《ciao Neymar》, come due perfetti sconosciuti a stento ci guardiamo in faccia. L'aria è carica di tensione, ma siamo uno più testardo dell'altra, nessuno dei due farà per primo il passo di scappare o di parlare. Per quanto il mio istinto di sopravvivenza primordiale mi porti a considerare la prima opzione, la mia testa dura mi obbliga a restare dove mi trovo e ricominciare ad allenarmi, mostrandomi superiore. Non lo sono, lo so io, come lo sa la mia testa, ma questo lui non deve capirlo.

Corre ad un ritmo sostenuto sul tapis roulant da ormai dieci minuti, quando mi sposto in quella piccola saletta, diretta alla zona per il corpo libero. Mi scruta dallo specchio, mentre il mio riflesso gli passa dietro e, con una mossa molto infame, si sfila la maglia, continuando a correre. Credo di non sapere più come si respiri.
Faccio di tutto pur di non far cadere l'occhio sul suo corpo abbronzato, perfetto, i cui muscoli sono tesi sotto ai tanti tatuaggi.
《puoi smetterla di fingere di non guardarmi》, mi percula ridacchiando. Arrossisco di colpo, girando la testa verso di lui timidamente.

Sono sdraiata a terra su una tappetino, mentre faccio una breve pausa tra una serie di addominali e l'altra. Mi guarda dallo specchio. Ha finito di correre ed è fermo in mezzo al tapis roulant. 《non riesco ad allenarmi se mi fissi》, mi lamento, raggirando la sua frecciatina. 《nemmeno io》, continua lui, sempre ridendo, 《mi piace quello che vedo comunque, non credo che smetterò》, conclude poi. Scende e si avvicina a me. Mi alzo in automatico. Non ho ancora finito, ma il mio corpo ha deciso per me e ora sono proprio faccia a faccia con lui, per quanto la differenza di altezza lo possa permettere.

《allora credo proprio che me ne andrò》, non so con che coraggio pronuncio queste parole, ma la mia voce flebile mi tradisce, facendogli capire che non sono poi così intenzionata a scappare da lui. È come una calamita per me, provo a scappare ma ogni volta una forza sovrumana mi spinge indietro. 《tu non vai da nessuna parte》, blocca il mio passaggio, facendomi sbattere contro il suo petto tonico e ancora nudo. Un brivido attraversa tutto il mio corpo al contatto con la sua pelle calda. 《Neymar, togliti》, provo a suonare dura, ma non sono molto convincente nemmeno questa volta.

《di che non mi vuoi, dillo guardandomi negli occhi però》, i nostri sguardi si incatenano, ma la voce mi muore in gola. Sono stregata dal suo fascino, cosa che avrei voluto non succedesse assolutamente. Non riesco a pronunciare parola, la bocca mi si è totalmente asciugata. 《come immaginavo》, ghigna fiero. Deglutisco sonoramente, decidendomi a parlare, 《vorrei non volerti》, abbasso lo sguardo, rassegnata all'evidenza. Sono ancora innamorata di lui ed è inutile nasconderglielo, anche se credo che ne sia ben più che consapevole.
《anche io ti voglio, niña, ti farei mia contro questo muro per farti capire che non sarai mai di nessun altro》, una scarica di brividi percorre tutto il mio corpo e sento palpitare in mezzo alle gambe.

Odio l'effetto che mi fa, detesto come mi rende vulnerabile e totalmente esposta. 《fallo》, ormai è l'eccitazione a parlare per me, sapevamo benissimo entrambi che sarebbe finita così. Non riusciamo a starci lontani, è il destino che ci vuole insieme e non posso oppormi ad esso, tanto quanto non posso dire di no ai suoi bellissimo occhi, illuminati da una scintilla sentendo la mia risposta.

Si lancia famelico sulle mie labbra, dannazione mi ero dimenticata quanto fosse esperta la sua lingua, che accarezza la mia con dolcezza, ma decisione. Mi aggrappo alle sue spalle mentre mi solleva per i glutei, facendomi finire schiacciata tra lui e lo specchio. Con una facilità disarmante ribalta le cose, facendomi tornare con i piedi per terra, mentre piega il mio corpo in avanti. La faccia è quasi schiacciata contro la superficie riflettente, solo le mie braccia tese a mantenere la distanza tra le mie guance e lo specchio. 
Altrettanto facilmente abbassa i miei leggins e con essi il perizoma, è assurdo come sia già bagnata, come riesca a prepararmi senza fare praticamente niente.

《amo l'effetto che ti faccio》, sussurra sensualmente al mio orecchio, mentre si piega sul mio corpo, entrando totalmente in me senza impedimenti. Dio se mi era mancata questa sensazione di pienezza, come l'ultimo pezzo di un puzzle che lo completa perfettamente. Mi lascio sfuggire un gemito sommesso, attutito dalla sua mano, che porta subito sulla mia bocca sperando di non farci sentire dall'intero hotel.
Le sue stoccate solo sempre più veloci, decise, mentre con la mano libera stringe un mio fianco, affondando della carne morbida. 《prometti di fare silenzio》, annuisco non riuscendo a dire altro.

Uno schiaffo sul culo, pizzica, ma mi inonda di piacere. 《devi dirlo》, sibila piegandosi sulla mie schiena, entrando ancora più in profondità, per parlare al mio orecchio.
《s-si, lo p-prometto》, butto gli occhi indietro non appena alza leggermente una mia gamba e lo sento fino allo stomaco. Non so come riesco a trattenermi dal gridare in questo momento. La sua faccia appagata riflessa nello specchio, mentre non sposta mai lo sguardo dal mio riflesso, mi basta per raggiungere l'orgasmo, stringendomi attorno a lui.

Sento che è vicino, mentre rallenta le spinte, ma le rende più profonde. 《quanto ti... amo》, geme riempiendomi totalmente del suo seme. Mi tremano le gambe e non so come non siano cedute le braccia fino a questo momento. Sistema i miei vestiti, facendo la stessa cosa con i suoi in un secondo, temendo di venir visti, come se non avessimo fatto abbastanza rumore fino ad ora. Mi rivolge uno sguardo dolce, pieno di sincerità, accarezzando con il dorso della mano la mia guancia. 《ti amo anche io Ney》, gli sussurro, abbandonandomi a quel gesto affettuoso.

Spalanca gli occhi, fermandosi improvvisamente, come congelato. 《nonostante tutto?》, è stupito dalle mie parole. 《non potrei non amarti》, confesso abbandonandomi tra le sue braccia, finalmente sentendomi a casa, stanca ma felice.

Autrice
Chiedo perdono a tutt* per il ritardo nella pubblicazione, ma sono stata sommersa di studio e lavoro in questi giorni.
Spero che questa reunion tra Letty e Ney mi possa far perdonare, se così non è, mi farò perdonare con i prossimi capitoli.
Grazie per il sostegno costante <3
Buona giornata a tutt*!
-Lu

NIÑA//NjrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora