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Stiamo ribaltando l'armadio alla ricerca di qualcosa per la cena di stasera. È stato un viaggio di ritorno molto frenetico, tra i miei racconti a Rafaella e le sue reazioni scioccate. 《io ancora non ci credo》, continua ad esclamare periodicamente ed ormai non le rispondo nemmeno più, so che è difficile assimilare tutto in un colpo solo.
Sbuca dalla cabina armadio con dei jeans a zampa neri e una camicetta di seta rossa, casual ma elegante come abbinamento. Provo l'outfit e, non appena la brasiliana mi vede, sbottona due bottoni, lasciando intravedere il reggiseno di pizzo nero. Doppio pollice all'insù e mi spinge in bagno, seguendomi.
《io direi qualche boccolo largo》, dice scaldando la piastra, 《e in tanto un trucco molto leggero》, aggiungo sapendo già dove sarebbe andata a parare.

Per essere primavera le temperature sono abbastanza alte e il clima mite, quindi decido di optare per un blazer nero abbastanza leggero, da tenere appoggiato sulle spalle. 《ti direi "mi raccomando non dargliela subito", ma ormai direi che è inutile》, ridacchiamo, 《divertiti e avvisami se torni a casa, così non mi fai preoccupare se non ti vedo tornarnare》, annuisco, 《va bene mammaaa》, 《anche se qualcosa mi dice che non tornerai a dormire, anzi non dormirai proprio》, scherza e io arrossisco, come sempre se si tratta di Ney.

Ci abbracciamo ed esco, mentre come una mamma che lascia andare il proprio figlio il primo giorno di scuola, Rafa rimane sull'uscio nel suo bellissimo pigiama con gli orsetti. Suo fratello è già fermo fuori dal cancello, appoggiato alla portiera del lato del passeggero. Mi lascia senza fiato per la sua bellezza. È vestito tutto di nero, la camicia leggermente sbottonata che lascia intravedere i tatuaggi sul petto, le maniche lo fasciano alla perfezione, leggermente tirate su in modo da far vedere gli altri tatuaggi. È perfetto in ogni dettaglio. I capelli sono freschi di taglio, sfumati sui lati e lasciati ricci al naturale, un po' lunghi, sopra.

《sei un incanto》, mi sorride sornione, facendomi sciogliere. 《nemmeno tu sei male》, mi lascia un bacio sull'angolo della bocca, molto leggero, quasi impercettibile. Profuma di dopobarba, la sua pelle è liscia e appena rasata. Amo quando è sbarbato, sebbene stia molto bene anche con la barba, come la sta tenendo ultimamente.
Mi apre la portiera, da vero gentiluomo, e sale anche lui subito dopo, mettendosi alla guida verso una meta a me sconosciuta e che ovviamente non vuole dirmi. Sa che amo le sorprese quasi quanto lui le odia.

《sei riuscita ad essere perfetta per questa occasione, pur non sapendo dove saremmo andati》, scuote la testa ridacchiando, 《mi lasci sempre sorpreso》. La sua dolcezza mi scalda il cuore e mi sorprende molto, non so cosa rispondere e mi limito ad appoggiare una mano sulla sua sul cambio manuale. Sposta lo sguardo per un istante e anche la sua mano. La appoggia sulla mia coscia, tenendo allo stesso tempo le sue dita incrociate alle mie e spostando entrambe le mani ogni volta che deve cambiare marcia. Sorrido istintivamente al gesto. 《come va l'università?》, iniziamo a chiacchierare. 《per ora sempre bene, il tirocinio mi sta facendo capire che è davvero quello che voglio fare nella vita》, guardo fuori dal parabrezza, assorta nei miei pensieri. 《senza di te non avrei mai trovato un posto simile, quindi ti ringrazierò in eterno》, sposto poi gli occhi su di lui e lui fa lo stesso per qualche secondo, tornando poi a guardare la strada.

《credo che non potessimo trovare una tirocinante più professionale e brava con le mani di te》, ammicca infine. Tra le gambe qualcuno inizia a scalpitare dopo la sua frase, e soprattutto dopo che la sua mano calda si è stretta di più sul mio interno coscia. 《eccoci arrivati》, ferma la marcia in un grande parcheggio, circondato da un vasto parco. Non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo posto. 《so che odi i paparazzi, quindi ho affittato il parco tutta sera》, spalanco gli occhi piena di stupore. 《non dovevi Ney》, esclamo poi.

Camminiamo per qualche minuto, il cuore mi batte a mille nel momento in cui mi prende la mano, senza mai lasciarla. Davanti a noi c'è un gazebo, una pianta di rose bianche sale lungo tutto il pergolato, le mie preferite. Un tavolino è elegantemente decorato, con candele e lucine che illuminano tutto lo spazio circostante. 《allora?》, chiede titubante non sentendomi avere reazioni. Mi ha lasciata a bocca aperta e quasi non mi sono accorta di averlo lasciato in sospeso a fissarmi. Gli butto le braccia al collo, lasciandogli un bacio sulle labbra, molto dolce e senza approfondirlo. Arrossisco accorgendomi del mio gesto fatto sovrappensiero, ma lui intuisce quello che sto pensando e mi tira di nuovo a sé.

《con me non devi mai sentirti a disagio, puoi fare quello che vuoi, quando vuoi》, e questa volta è lui a baciarmi. Mi manca la terra sotto ai piedi, non credevo che potesse accadere. Come un vero gentiluomo mi sposta la sedia e poi si siede di fronte a me. Ha organizzato una specie di pic nic romantico, curato in ogni minimo dettaglio. La cena prosegue nel migliore dei modi, ha addirittura pensato anche alla musica, che risuona bassa come sottofondo alle nostre chiacchiere. Più lo guardo e più mi convinco di essere innamorata di lui, ma forse lo sono sempre stata ed è per questo che non sono mai riuscita a trovare una relazione stabile.
Forse ho aspettato questo momento per anni, senza mai ammetterlo a me stessa.

NIÑA//NjrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora