《uhhhh》, dannazione lo ha visto. 《taci》, la faccio scoppiare a ridere, 《mi metti a disagio Rafaaaa》, sbuffo arrossendo e lei ride di gusto, ammiccando. Le sto per rispondere, quando si alza un boato dalla curva parigina. Neymar è a terra che batte una mano sull'erba, visibilmente arrabbiato. Si alza, andando faccia a faccia con un giocatore avversario, che lo spinge indietro. Ci alziamo entrambe di scatto, in allerta. L'arbitro e alcuni compagni delle reciproche squadre si mettono in mezzo. Tira fuori un giallo, ovviamente nei confronti del brasiliano, che protesta a grande voce. Posso giurare di sentire la sua voce in tutto questo frastuono.
Il gioco riprende e da quanto sento attorno a me, condividono tutti il pensiero che il fallo era netto su Neymar. Chiaramente. È l'arbitro che lo penalizza in qualsiasi modo, stava andando tutto troppo bene.Un altro gol proprio suo e, nemmeno il tempo di festeggiare, che viene falciato dal numero 15 del Bordeaux. Ney si dimena a terra, stringendo la caviglia sinistra, quella debole. Sospiro sollevata non appena vedo che si rialza e zoppica appena. Mi accorgo di aver tenuto la mano a Rafa per quegli interminabili minuti, che sembra preoccupata come me. Cartellino rosso a Neymar. Simulazione. Lionel si mette in mezzo, capendo che l'amico sta per fare una cazzata e gli evita di spintonare l'arbitro. Scuotendo la testa se ne va dal campo, infuriato, prendendo a calci qualsiasi cosa intralci il suo cammino.
Mi alzo e scendo gli scalini della tribuna velocemente, entrando di lato, dall'ingresso riservato allo staff che conduce allo spogliatoio. Più proseguo lungo il corridoio, più i tonfi si fanno forti, segno che sta sfogando la sua rabbia prendendo a calci qualsiasi cosa, esattamente come prima. Apro lentamente la porta e lui non se ne accorge nemmeno. È rosso in viso, sudato e senza maglia, che è a terra in un angolino della stanza. Continua a pronunciare insulti in brasiliano rivolti all'arbitro. Incrocia finalmente il mio sguardo e si blocca di colpo, mentre sono sempre più vicina a lui.
Poggio una mano sul suo avambraccio, caldo e appiccicoso per l'afa. I suoi muscoli si sciolgono sotto il mio tocco, come del ghiaccio al sole. Scoppia in un pianto nervoso, crollando tra le mie braccia. Non è triste, è stanco. Stanco di infortunarsi, stanco di essere svantaggiato dagli arbitri, stanco di venire abbattuto come se fosse l'unico da fermare in campo. Lo leggo nei suoi occhi, così fragili in questo momento. I nostri sguardi sono incatenati, le mie mani sono sulle sue guance e con i pollici asciugo i rimasugli delle lacrime. Si muove di scatto, stringe il mio volto tra le sue grandi mani e mi travolge con un bacio disperato. La sua lingua cerca la mia, con decisione ma dolcezza, come se dipendesse da ciò la sua sopravvivenza.
I nostri respiri si fondono, i cuori battono all'unisono. È un bacio pieno di passione e trasporto, i suoi zigomi sono ancora umidi e le labbra leggermente secche, ma dolci. Si stacca e rimaniamo fronte contro fronte, lui con gli occhi chiusi, io che invece scruto con attenzione ogni millimetro della sua pelle. I nostri sguardi si incrociano, non appena riapre gli occhi. Mi smuove tutte le budella, mi manca il fiato per un momento e il cuore accelera. Scosta i capelli dal mio viso con un dito, sistemandoli dietro l'orecchio. Siamo solo io e lui in tutto lo stadio, in tutta la città, in tutto il mondo. C'è desiderio nei suoi occhi, lussuria e rabbia.
Senza nemmeno accorgermene mi ritrovo con le spalle contro il muro, nessuna via di uscita e il suo corpo schiacciato contro il mio. Non che fosse mia intenzione scappare. Fa unire le nostra labbra in modo famelico, le lingue che danzano assetate di contatto, esattamente come le mani di Neymar, che stringono il mio sedere. Come se non pesassi nulla mi solleva, facendomi allacciare le gambe attorno al suo bacino. È di marmo, mio Dio. Lui sorride contro le mie labbra quando sussulto al contato tra i nostri sessi. 《posso portarti a cena stasera?》, chiede all'improvviso allontanando leggermente il suo viso dal mio. Spalanco gli occhi sorpresa, ma visibilmente felice. Annuisco con un sorrisone, dimenticandomi quasi per un secondo di essere in quella posizione.
Arrossisco appena stringe una mia natica, lasciandomi un bacio veloce sul naso per poi farmi tornare con i piedi per terra. 《ti è tornato il buonumore?》, lo osservo mentre si sfila anche i pantaloncini. Non riesco a distogliere lo sguardo, i boxer neri sono attillati sulle sue cosce, come cuciti su di lui. I tatuaggi sbucano dal tessuto e più sale lo sguardo, peggio è per me. Mi sforzo ad alzare gli occhi, mordendomi il labbro inferiore. Lui è perfettamente girato verso di me, divertito e si lecca le labbra. 《sono sempre di buonumore con te, ma se mi guardi così ancora a lungo potrei non rispondere delle mie azioni e renderti mia contro quella porta》, arrossisco di colpo, si potrebbero cuocere delle uova sulle mie guance in questo momento.
《ecco io- devo- torno da Rafa》, declutisco e praticamente corro fuori dallo spogliatoio, chiudendo la porta dietro di me.Mi ci appoggio qualche secondo con la schiena, gustandomi la sua bellissima risata che risuona anche in corridoio. Sto sorridendo come una ragazzina delle medie che parla per la prima volta con il ragazzo che le piace. Ma l'ansia prende subito il posto di tutte quelle forti emozioni che mi hanno pervasa fino ad ora, facendomi realizzare che Neymar mi ha appena chiesto un appuntamento. Un vero appuntamento.
Oh mio Dio.
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NIÑA//Njr
Fanfiction''L'amore fa vittime, ho amici caduti Come fan le foglie in autunno dagli alberi Come le stelle, come dei soldati Mi ameresti ancora se non avessi più niente da perdere''