(COMPLETA) Come può una serata, cambiare la vita di due persone?
In un locale notturno, due ragazzi fanno la conoscenza uno dell'altro, passando la serata insieme e scambiandosi il numero di telefono.
Decidono di avere un'avventura di una sola not...
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Lo stress sembra divorarmi da dentro, ormai la sola masturbazione non conta più nulla, il mio corpo è come se volesse qualcosa di più.
Mi dirigo all'unico locale gay della città, spero davvero di incontrare qualcuno che possa farmi rilassare tutti i nervi dovuti allo studio.
Entro nel locale e comincio a dirigermi al mio solito posto vicino al banco del bar.
Tutto il complesso è invaso dal bianco e dal nero, sembra più un club privato, quasi una discoteca.
«Il solito Jimin?» mi domanda il barista che ad un mio cenno, prende due alcolici e comincia a mescolarli insieme.
La divisa nera accentua ancora di più la carnagione chiara e i suoi capelli sistemati sulla fronte di un biondo tinto, sembrano quasi voler nascondere i suoi occhi da gatto.
«Come lo cerchi?» mi chiede ancora una volta Yoongi, servendomi il drink.
Lo guardo e, sistemandomi seduto sullo sgabello con la schiena dritta, gli rispondo «Non sono mai pretenzioso, ma voglio uno che mi soddisfi ora. Il primo che sentirò dire che la scuola non provoca nessuno stress, lo manderò in ospedale».
Il biondo ridacchia rilasciando dell'aria dalle narici. «Beh forse è meglio che ti sbrighi a...» comincia a parlare ma lo fermo subito e gli rivelo le mie intenzioni.
«Ora io sono la preda che beve dal laghetto, aspetto solo il mio predatore.» affermo prima di ammiccare un sorrisetto e comincio a bere il liquido del bicchiere.
[...]
Comincio a scorgere un ragazzo poco distante lungo il bancone, che comincia a fissarmi mentre sorseggia il suo drink, ma faccio finta di niente come se non l'avessi visto.
Indossa un completo completamente nero, un maglioncino nero a collo alto, che risalta la sua figura snella ma per questo non priva di muscoli, e i capelli mossi e folti di un nero corvino che gli coprono la fronte, a malapena riesco a guardargli gli occhi.
Al predatore piace quando la preda è inconsapevole del suo arrivo, e mi comporterò come una gazzella che ha perso il suo sesto senso, rimanendo a bere quando c'è un leone dietro di lei.
«Quel ragazzo sembra fissarti. Non ti toglie più gli occhi di dosso.» mi fa sapere Yoongi che mi parla in silenzio. A malapena sono riuscito a sentirlo, così gli faccio un cenno consapevole e gli dico «Non ti preoccupare, sto aspettando che si avvicini».
Dopo neanche due minuti, il barista si avvicina e mi offre un drink, dicendomi «Te l'ha offerto il tuo leone.» indicandomi poco dopo verso la direzione del ragazzo sconosciuto.
Lo guardo da lontano con un sorrisetto, ringraziandolo con un cenno di testa, poi comincio a berlo.
Neanche il tempo di prendere un altro sorso del liquido, mi si avvicina all'orecchio e con voce bassa, mi chiede «È libero questo posto?».
Annuisco sorridendo e raddrizzandomi con la schiena ancora un po'.
«Cosa ci fa un ragazzo così bello da solo?» mi chiede e posso subito capire che sta cercando di corteggiarmi e lo lascio fare, solo per arrivare al mio intento.
Sorrido timidamente rispondendogli «Beh posso dire la stessa cosa per te». Ora riesco a vedere meglio i suoi occhi scuri che sembrano voler scrutare sotto i miei vestiti prima del tempo.
[...]
Passiamo del tempo a chiacchierare, ma poi il silenzio arriva anche per noi, la musica comincia a farsi più forte.
Lo guardo negli occhi, distolgo lo sguardo per qualche secondo e poi lo riguardo negli occhi. Mi alzo e mi dirigo in un posto più tranquillo e appartato del locale.
Ormai non mi giro nemmeno più, so già che funziona alla perfezione. Nonostante il casino assordante, riesco a sentire i suoi passi venirmi dietro.
«Cos'era quello?» mi domanda con un ghigno, quasi un sorrisetto compiaciuto.
Lo prendo dal tessuto del maglioncino e lo tiro verso di me, mettendomi con la schiena contro il muro. «Vuoi baciarmi o vuoi continuare a parlare?» gli domando prima che il ragazzo mi salti addosso come se volesse divorarmi.
Il suo tocco avido mi accarezza la vita, mentre le sue labbra cominciano a divorare le mie.
Le sue mani cominciano a voler palpare la mia carne da sotto i vestiti, ma lo fermo prima del tempo e gli propongo «Ti andrebbe di venire a casa mia?».
Il ragazzo sorride alla proposta e, umidificandosi il labbro inferiore, annuisce.
[...]
Il corvino mi guarda completamente accecato dalla lussuria e mi chiede «Ci vuole ancora tempo? - va per avvicinarsi e continua sussurrandomi - Non posso resistere ancora di più nel non toglierti i vestiti».
«Dovrai aspettare che arriviamo a casa mia, poi potrai fare quello che vuoi.» gli ricordo, mentre cerco di allontanarlo leggermente da me.
Arriviamo finalmente a casa mia, neanche il tempo di aprire la porta di casa, che il ragazzo mi prende in braccio, sistemandosi in mezzo alle gambe e facendomele incrociare dietro.
«Ho aspettato troppo.» mi dice soltanto mordendosi il labbro inferiore e mentre si lanciava nel baciarmi la pelle del collo, lasciandomi leggeri morsi.
Sistemo le mie mani dietro la sua nuca, spingendo la testa contro di me, e ansimando leggermente una volta trovato il mio punto debole.
Cerco di combattere la sensazione, ma purtroppo è troppo forte. Il corvino fruga nelle tasche del mio pantalone per trovare le chiavi e, una volta trovate, apre la porta con velocità ed entriamo dentro.
Questa volta posso vedere meglio i suoi occhi da così vicino. La luna entra in casa dalla finestra scoperta, illuminando così gli occhi scuri del ragazzo.
Mi tiene stretto a sé come se fossi di sua proprietà e mi sussurra «Se ti faccio male, avvisami. Non so controllarmi.» stringo le ciocche da dietro la testa, facendogliela alzare leggermente e replico con lo stesso tono «Ti farò piangere mentre mi chiederai di più».