Decido di andare verso il giardino della scuola, per godermi la quiete e i cinguettii degli uccelli della primavera. Il colore di quei germogli mi ricorda come mi ha fatto sentire Taehyung l'ultima volta.Il modo in cui mi ha fatto sentire, le sue parole, mi ha dimostrato che non vuole solo sesso... pensavo non mi sarei più innamorato di nessuno, ma mi sbagliavo.
In un certo senso mi sento più felice con il sentimento che ho per Taehyung... certo non posso dire che sia amore, ma mi piace. Mi piace stare con lui, mi piace quando mi parla, mi piace quando mi fa innervosire.
Mi siedo vicino ad un albero, poggiando la schiena contro la sua corteccia. Chiudo gli occhi e finalmente tiro un respiro di sollievo, mentre sento la pelle che viene accarezzata dalla brezza primaverile.
«Jimin?» sento il mio nome pronunciato da una voce che mi è poco familiare. Alzo lo sguardo e vedo una persona che credevo fosse morta per me.
I suoi capelli neri sono cresciuti di più, i piercing sono sempre al loro posto e anche i tatuaggi non sono cambiati, sembra anche più allenato di quanto ricordassi.
«Da quanto tempo?» continua a farmi domande mentre cerco di nascondere il mio essere paralizzato nel vederlo lì, ancora una volta.
Il suo sorriso è la cosa che comincia a provocarmi un'eccessiva sudorazione e arresta la mia salivazione.
«Ti ricordi di me?» mi fa in cerca di una mia risposta, alla fine fingo un sorriso e lo rispondo «Sì certo. Cosa ci fai qui?» con la speranza che sarebbe andato subito via.
«Sono appena arrivato da Busan. Volevo venire a prendere qualcosa, ma vedo che tu non sei cambiato affatto, anzi forse sei anche più bello di quanto ricordassi.» replica alla mia domanda senza nemmeno dare segno di andarsene, il che mi fa preoccupare e cerco di scorgere qualche studente in lontananza.
Continua a guardarmi con un sorriso, dopodiché mi domanda «Non sei arrabbiato con me, giusto?» mostrandomi un broncio triste, così lo rassicuro subito.
«No, non ti preoccupare. Non è successo niente.» lo tranquillizzo e senza volerlo sfioro la sua mano con la mia. «In realtà vorrei domandarti altro.» mi parla subito dopo, ma si mostra indeciso di continuare.
Non riesco a togliergli gli occhi di dosso e così mi domanda «Volevo chiederti di riprovarci. A Busan mi sei mancato tantissimo e non smettevo di pensare a te.» il che mi fa spalancare gli occhi dalla sorpresa, con la lingua che mi scende nella gola.
«Non sarà come la prima volta, sono cambiato, te lo giuro.» il suo tono comincia a farsi più supplicante rispetto a quello di prima, in più avvicina lentamente la sua mano verso la mia, con l'intento di giocare con le mie dita com'era solito fare.
Sorrido imbarazzato e cerco di non lasciare che la preoccupazione prenda il sopravvento. «Non saprei...» cerco di replicare ma mi interrompe subito «Possiamo anche andarci piano, che ne dici?» comincia ad avvicinarsi per potermi baciare.
Mi alzo tutt'un tratto e lo saluto, inventando una scusa «Mi stanno cercando se non sbaglio.» ma lui mi afferra per il polso e non si lascia imbambolare «Io non l'ho sentito».
Sento l'ansia che comincia a salire e a prendermi per la colonna vertebrale, paralizzandomi vertebra dopo vertebra.
Dopo nemmeno qualche secondo sento un braccio sulla spalla «Jimin, ti stavo cercando.» sento Taehyung che mi sorride, salvandomi da quella situazione.
Sento lo sguardo del moro che nota la presenza del corvino e mi chiede «Lui chi è?» cerco di evitare di farli parlare insieme, ma sembra inevitabile.
«Io sono Jeon Jungkook. Tu sei?» il ragazzo si alza e fronteggia Taehyung, che replica «Kim Taehyung, il nuovo fidanzato di Jimin». Lo guardo stupito da quella frase, cos'ha appena detto?
Jungkook si mostra sorpreso ma non tanto, dopodiché sorridendo, mi dice «Ah allora state insieme?» il moro annuisce, intrecciando le sue dita con le mie.
Dopo nemmeno qualche secondo di sguardi in totale silenzio, il corvino va via salutandomi.
[…]
«Come ti viene in mente di dire che stiamo insieme?» gli faccio preoccupato e mezzo paonazzo dall'imbarazzo.
Mi guarda sorridendo in risposta e poi continua «Il mio istinto mi ha detto di dirlo. Non mi piace quel ragazzo.» sembra trattarmi come un bambino e così gli dico «Non deve piacere a te».
«A te piace?» mi chiede subito dopo, neanche il tempo di correggermi, ma cerco di sviare «Non dovevi dire che stavamo insieme.» ma mi interrompe poco dopo «Rispondi alla mia domanda».
Stringo il ponte del naso con le dita e replico «Non intendevo dire questo, ma non devi trattarmi come tuo figlio. In più non stiamo insieme.» mi si avvicina e mi dice «Non devo trattarti come figlio, allora vuoi essere mia moglie?».
Gli calpesto il piede e lo avverto «Non chiamarmi più così. Non sono tua moglie, né posso esserlo, non sono una donna». Continua ad avvicinarsi a me, facendomi scontrare con un banco lì vicino, mi sorge subito un deja vu.
«Allora io non ti chiamerò moglie, ma tu mi chiamarai papà.» mi sussurra, avvicinando le labbra alle mie orecchie e così ritorno a spingerlo.
«Perché non posso dire che stiamo insieme? Io te l'ho chiesto tante volte, ma hai sempre detto di no.» una volta che si sposta, mi guarda sorridendo divertito dalla mia scontrosità.
«In realtà non me l'hai mai chiesto esplicitamente.» gli informo per poi vado via, ma prima di uscire dalla classe vuota, mi domanda «Vuoi essere il mio fidanzato?».
Mi giro verso di lui e gli sorrido, gli poggio il palmo della mano sulla guancia e gli dico «No.» per poi uscire divertito nel vedere la sua espressione.
[…]
«Come sarebbe a dire che è tornato?» mi chiede sorpreso Yoongi mentre si trova oltre il tavolo da bar. Annuisco sospirando e replico «Sì, è tornato. Mi ha chiesto di tornare insieme a me».
Il corvino mi lancia un'occhiataccia e domanda «Tu cos'hai detto?». Mi mordo leggermente l'interno guancia e rispondo ancora «Non ho voluto risponderlo».
«Jimin dovevi dirgli di no, specialmente dopo quello che ti ha fatto passare. Non voglio che torni a soffrire da quella belva.» mi rimprovera leggermente ma annuisco, continuando la sua ipotesi «Volevo dirgli di no, ma non sono riuscito. Mi sono paralizzato».
«Non parlargli più, mi raccomando.» comincia a darmi delle dritte, ma poi ricordo il perché mi dice questo... «Giurami che non gli parlerai più».
Annuisco ma poi si corregge «Almeno prova a non parlarci, so che può essere difficile, ma ci riuscirai». Mi si avvicina e dopo nemmeno qualche secondo aggiunge «Se dovesse inseguirti, non esitare a venire da me; se dovesse importunarti, cerca aiuto a chiunque. Non cercare il buono nel marcio».
Annuisco abbassando la testa, rimanendo in silenzio, mentre gioco con la dita sul bancone. «Posso offrirle qualcosa?» mi sento parlare alle spalle, la voce mi è fin troppo familiare, mi volto preoccupato e lo vedo lì.
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One Night Only || VMin
Fanfiction(COMPLETA) Come può una serata, cambiare la vita di due persone? In un locale notturno, due ragazzi fanno la conoscenza uno dell'altro, passando la serata insieme e scambiandosi il numero di telefono. Decidono di avere un'avventura di una sola not...