La sveglia mi riporta alla realtà. Allungo una mano per poterla spegnere, mentre sento la testa implodere.«Buongiorno.» sento qualcuno parlarmi con un tono caldo e profondo. Sgrano gli occhi, nonostante mi sia appena svegliato, mi giro immediatamente per scoprire chi sia.
Vedo il solito stalker che comincia a prepararsi. Per poco non urlo dallo spavento. «Cosa ci fai tu a casa mia? Devo chiamare la polizia?» lo minaccio, coprendomi il più che posso con la coperta.
«E cosa gli dici? Il ragazzo al quale ho chiesto di restare per la notte, è ancora a casa mia?» mi chiede quasi sbeffeggiando e ridendo alla mia minaccia.
Controllo se ho tutto in ordine e, fortunatamente, sono ancora vestito. «Cosa significa che ti ho chiesto di restare? Non è vero.» gli faccio con la bocca ancora impastata, a fine frase una fitta mi colpisce la testa.
Mi massaggio le tempie col tentativo di calmarlo, ma niente. «Quello che ho detto. Sei stato tu quello che voleva farmi restare, mi hai pregato.» mi racconta, dandomi le spalle e sistemandosi la divisa.
«Allora come mai hai la tua divisa qui?» gli chiedo, accusandolo di aver architettato il tutto. Lo sento sospirare, si gira per guardarmi e replica sereno «Sono andato a prenderla a casa mia e, siccome ieri hai insistito tanto, pensavo volessi svegliarti con la mia presenza».
Mostro un'espressione disgustata, con tanto di verso. «Comunque è normale che arrivi tardi a scuola, la sveglia suona troppo tardi.» mi parla con un tono di superiorità che mi comincia a darmi fastidio.
Alzo gli occhi al cielo e mi alzo dal letto, per dirigermi in bagno e prepararmi. «Sbrigati o comincerò ad andare senza di te.» mi parla il signorino dalla camera da letto.
«Perfetto allora, così farai un favore ad entrambi. Non ho intenzione di andare a scuola con te.» gli rispondo infastidito, mentre lo scimmiotto in silenzio.
[…]
«Jimin, sbrigati.» mi bussa insistentemente alla porta, con il suo tono frustrato. «Ancora devi andartene? Capisci almeno quello che ti dico?» continuo sul fargli capire la mia intenzione sul non andare con lui.
«E tu capisci quello che ti dice il preside? Vuoi davvero rischiare così tanto?» mi parla con il suo solito tono di superiorità dall'altro lato della porta, seguito da un sospiro irritato.
Esco dal bagno e comincio a vestirmi, la mia voglia di parlare con lui è pari ai gradi del polo sud.
«Purtroppo non ho potuto preparare la colazione, perché non c'è niente in frigo.» mi parla per iniziare una conversazione, mentre quasi quasi io scelgo di ignorarlo completamente, come se non esistesse.
«Perché dovresti prepararmi la colazione? Non siamo né amici, né fidanzati e né niente. Tu continua con la tua vita e stammi il più lontano possibile.» gli parlo con franchezza, mentre mi sistemo la divisa, aiutandomi con lo specchio.
Mi gira dalla spalla, notando la mia difficoltà nel fare il nodo alla cravatta. «Vieni ti aiuto io.» sospira quasi, girandomi dalle spalle e si occupa del nodo.
Sospiro irritato dal suo atteggiamento, stringo la mascella e cerco di non guardarlo, ma richiama la mia attenzione con un sogghigno divertito.
[…]
«Continui ad evitare di parlarmi. Posso sapere perché?» mi chiede mentre mi segue di pari passo.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro ancora una volta. Non ce la faccio più con l'atteggiamento di questo ragazzo. Perché è così testardo?
«Sta andando bene fin quando non parliamo, quindi propongo di continuare in questo modo.» replico alla sua domanda, senza rispondergli del tutto.
Lo sento tirare un respiro profondo e aggiunge «E il motivo sarebbe?». Avvicino il dito alle labbra e gli mimo di fare silenzio, spero che possa capire almeno così.
Proseguiamo la nostra strada verso scuola e mi precipito dai miei amici.
«Hey Jimin.» li saluto con un sorriso, una volta dimenticatomi di quel cagnolino.
Jongin comincia a studiare la situazione, com'è solito fare. «Come mai sei venuto con quello lì?» mi chiede tutt'un tratto, appoggiandosi con il braccio sulla spalle e indicando leggermente il moro che mi ha seguito per tutto il tragitto.
«Purtroppo dovrò venire a scuola con quello lì. Il preside mi ha costretto.» rispondo, diminuendo il volume della voce sull'ultima frase.
Vedo i miei amici ridacchiare, ma io non ci trovo nulla di divertente, è alquanto snervante la sua presenza.
«Quindi dovrai venire sempre con lui, ma tipo fino a quando?» mi domanda ancora una volta Kai. Sospiro prima di rispondergli «Spero il più presto possibile. È la prima volta e già non ce la faccio più».
Questa volta Sungwoon si aggiunge al discorso, esordendo «Wow, Jimin che non sopporta qualcuno. Come mai? È il segno dell'apocalisse che sta per arrivare?».
Lo minaccio di colpirlo e gli faccio «Sì, l'apocalisse te la do in testa. - rivolgo un'occhiata al moro più distante da me e continuo - Anche io ho il diritto di non sopportare qualcuno, e lui è il primo della lista».
Continuo a guardarlo da lontano, finché non vedo che rivolge il suo sguardo nella mia stessa direzione, faccio subito finta di guardare altrove.
[…]
Mi concentro sui compiti e la ricerca che devo consegnare entro il fine settimana, non voglio prendere un altro brutto voto.
Il silenzio della biblioteca sembra così sacrosanto, che nessuno si permette di riempirlo.
Una volta approfondito il possibile, mi alzo e vado via, stando attento a non riprodurre nessun tipo di rumore, per non disturbare gli altri studenti.
«Hey Jimin.» una voce profonda mi chiama, non appena mi chiudo la porta alle spalle. Mi giro e noto essere quel ragazzo.
Comincio a incamminarmi verso l'uscita, nonostante i numerosi tentativi del signorino Kim, nell'attirare la mia attenzione.
«Jimin, fermati un attimo.» mi raggiunge e mi gira prendendomi dall'avambraccio. «Perché non ti sei fermato? Ti sto chiamando da mezz'ora.» mi si avvicina sempre di più e ogni suo passo, conduce il mio corpo a farsi sempre più distante, finché non incontro il muro.
Posizione al mano contro il muro, all'altezza della mia testa, e continua a dirmi «Mi stai evitando solo perché abbiamo fatto sesso?». Strabuzzo gli occhi a quella domanda e gli copro la bocca con la mano, facendogli segno di fare silenzio.
«Ti prego di non ripeterlo di nuovo. Non è stato niente.» gli sussurro con un tono rauco, visibilmente infastidito dalla sua noncuranza.
Mi sposta la mano, cominciando a giocare con le dita ed esordisce «Non eri così puritano, quando abbiamo fatto... - mi si avvicina e continua sussurrando - sesso».
Gli intimo ancora una volta di non ripetere più quell'avventura, mentre scosto la mia mano dalla sua, ma vedo che il moro sospira e cerca di farmi ragionare.
«Davvero credi che nessuno abbia mai visto un porno? L'unica cosa che abbiamo fatto noi, è portarlo alla realtà.» afferma con un tono sussurrato, quasi come se volesse stuzzicarmi, ma gli colpisco il petto.
«Jimin.» sento Kai che mi chiama. Mi giro nella sua direzione e comincia a vedere la vicinanza tra me e il rompiscatole. Sento la testa andare in panico in quel momento, poteva capitarmi una cosa peggiore?
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One Night Only || VMin
Fanfiction(COMPLETA) Come può una serata, cambiare la vita di due persone? In un locale notturno, due ragazzi fanno la conoscenza uno dell'altro, passando la serata insieme e scambiandosi il numero di telefono. Decidono di avere un'avventura di una sola not...