capitolo 11

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- " uguale radice quadrata di "...

Mentre spiega la professoressa di matematica non ascolto, e penso al messaggio del professore.
Mi ha invitata a cena fuori.
Ci vado? Mi devo fidare? E poi cosa metto?
Maglia nera di sicuro perché dimagrisce.

- " Hilary veda di seguire, a cosa pensa alle vacche che volano"?

Mi sveglio dai miei pensieri, e dico:

- " certo , sto seguendo".

- " a si? Cosa stavo dicendo"

Stronza, è una stronza

- " che ..."

Suona la campanella che mi salva da una grande ramanzina.

- " glielo dico la prossima volta ".

Si mette a ridere con quei suoi dentacci.
Esco dalla classe e vedo il professore, mi sorride ed entra nell'aula di pittura.
Io vado con penissa nell'aula di progettazione, oggi dobbiamo iniziare il definitivo del progetto sulla violenza.
La mia idea è troppo bella, la trovo affascinante e originale.
Ho pensato di fare un volto di una donna, con un nastro che le circonda la testa e le tappa la bocca. Dietro la testa, come sfondo, ho pensato di disegnare una grande pellicola in cui ci sono delle immagini.
Si tratta di una specie di racconto della vita della giovane donna del volto, in cui si vede che man mano che cresce c'è un ombra nera che si impossessa della propria anima.
L'ombra nera simboleggia la paura ma può simboleggiare anche la cattiveria.
Io credo che ognuno di noi ha un immagine nera dentro l'anima, sta a noi decidere se farla fuoriuscire o trattenerla dentro e dominarla.

- " Jess oggi vuoi fare le prove"?

- " Certo"!

- " OK però, alle 17.00 devo andare a prenotare il biglietto dell'aereo".
Le dico.

- " Hilary puoi farlo anche da Internet".

- "già che scema che sono, almeno mi risparmio il lungo tragitto per arrivare alla biglietteria".
Vero, non avevo pensato che il biglietto ora si può fare su internet. Per alcune cose, sono ancora antica.

Il professore di progettazione è meraviglioso. È simpatico anche se è molto molto preciso in tutte le cose che fa.
Esige la massima precisione nei lavori e soprattutto nella presentazione di tutte le tavole. Anche se sono schizzi, lui vuole che siano puliti e precisi.
Insomma sembra una rottura, ma è una delle poche persone che se gli prendi il cuore, è in grado di dare tanto.
Ho sempre soprannominato il professore come " mio marito ".
Anche se ha il triplo della mia età se non di più. È pelato, alto con il pizzetto e ha un sorriso bellissimo che è in grado di contagiare.
Oltre che a fare progettazione è uno scultore, e infatti quando facevo la seconda, come insegnante di scultura avevo lui e devo dure che è stato uno stronzo.
In pratica avevo un gran lavoro da fare, ma lui non mi ha aiutata, anzi, mi ha lasciata sola, lo chiamavo e non mi dava retta, faceva finta di non sentire. Ricordo che tornavo tutti i giorni a casa arrabbiata e raccomtavo a mia madre il suo comportamento.
Alla fine dell'anno, quando il lavoro era finalmente finito, colorato e lucidato, nel momento in cui abbiamo fatto la presentazione lui mi dice:

- " cara sognorina Hilary, il suo lavoro è completato. Sapevo di poter contare su di lei, sapevo che è una persona determinata e anche se non la ho aiutata, è riuscita a portare a termine il lavoro e direi al meglio.
Brava, volevo metterla alla prova "

Che stronzo, se ci ripenso mi viene da ridere.
Al suono della campanella, io corro a casa per dare da mangiare a Tris e a Tom e poi torno a scuola, dove trovo la custode dai capelli biondi che mi accoglie con un gran sorriso:

innamorata di un professoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora