capitolo 9

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Devo lottare, devo vivere, devo cercare di fare le cose che facevo prima.

Uscire di più, viaggiare, pensare a me stessa, curare questi capelli ricci senza una forma, cercare uno stile di vita, che possa essere pieno di colore e non solo bianco o grigio.

Devo vivere non a metà, ma al 100%.

Soprattutto cogliere l'importanza di ogni cosa, di ogni giorno, per poter assaggiare i gusti della vita.

Sono un'artista e quindi devo rendere la mia vita colorata, piena di sfumature e tanta vivacità.

Prima lo era, adesso è diventata cupa, sembra essere stata dipinta da una sola pennellata filamentosa, con colori scuri e senza luce.

Basta, da ora in poi devo vivere e accettare la perdita di mia madre.

Vado a scuola, mi sento strana, ho una brutta sensazione...

Quando mi sento cosí, di solito succede qualcosa di brutto.

"Pensa positivo" mi dico in testa,

alla prima ora ho Italiano.

Il periodo prima di natale è sempre molto intenso, tra interrogazioni e compiti, e oggi la professoressa interroga quattro persone. Mi annoio, non so che fare e, l'interrogazione è al quanto ripetitiva e noiosa.

- " domani c'è il compito di storia, studiato"?

Mi chiede Jess sottovoce.

Io sorrido e le dico:

- " ho iniziato ieri e tu "?

Lei annuisce.

Dovevo evitare la domanda, Jess studia sempre.

È l'unica ad essere ogni giorno preparata su tutte le materie. Mi chiedo come fa a rispettare le consegne delle cartelline , a frequentare tre volte a settimana il corso di danza, aiutare la nonna in casa e a studiare come una matta.

È davvero forte e precisa, ma non avendo vita sociale, da un lato mi dispiace e mi fa pena.

Lei frequenta la scuola di danza, ma senza uno scopo alto. Io prima della morte di mamma, suonavo il violino per poter arrivare a suonare nelle piazze più importanti del mondo, e non solo, anche in teatri e in televisione.

Lei balla per fare qualcosa in più e poter dare alla scuola maggior crediti possibili, per avere un voto alto alla fine del quinto anno.

Mi chiedo cosa combina in questo momento il professore.

Nemmeno finisco di pensarlo che mi vibra il cellulare, guardo la schermo, un messaggio di johan Pablo.

Con la mia tanta fortuna, la professoressa si accorge del mio bel cellulare acceso e me lo prende. Lo poggia sulla cattedra.

Uffa, adesso non so cosa mi ha scritto.

Perché sequestrarmi il cellulare, non faccio niente di male e non sta spiegando. Oltretutto ho sempre un buon voto con lei. Per una volta che mi becca potrebbe chiudere un occhio.

Stronza.

Scrivo un biglietto a Penissa

" Penissa, mi ha scrtto il professore " !!!

Lei mi guarda e sorride.

Sul banco disegna un cuore con una faccia sorridente.

Io la guardo male, ma poi rido.

A quanto pare, è convinta che il professore abbia una cotta per me.

Forse è vero, ma magari è uno di quei professori che si portano a letto le ragazze più giovani.

innamorata di un professoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora