capitolo 1

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"Buongiorno Chica" dico alla mia amica Jessi, che sorridendo mi risponde:

-" hilary buondí "

Come al solito inizia a raccontarmi di come ha passato la serata, ovvero a fare le prove di danza.

Jess è molto carina, è sempre sorridente e solare, ma è troppo secchiona, è estroversa, ma non ha una vita sociale al di fuori della scuola e della famiglia.Vive in una villa molto grande, all'entrata c'è un gran cancello grigio, dietro il quale segue un viale lungo, con ai lati statue classiche e lunghi alberi verdi. È talmente bello che un giorno lo dipingerò. Io invece , abito in una casa normale, ma luminisa e piena di colore. Pareti dipinte di color ocra molto chiaro, nel salone ho un bel divano bianco, con sopra tre cuscini ocra. Sulle pareti ho alcuni miei dipinti,uno in particolare rappresenta una donna, seduta su nuvole grige dietro il quale c'è la luna e un cielo nero.

È un quadro che mi rappresenta, attraverso lo sguardo di lei, e i colori, ci sono tutte le sfumature che mi appartengono. Le nuvole sono la confusione che ho dentro la testa, il nero del cielo sarebbe l'oscurità e il vuoto lasciato da mamma, e la luna sarebbe l'unica luce di speranza per riprendere in mano la mia vita.

La donna, malinconica e sola sono io. Inoltre ho un camino molto grande, con sopra la mensola che sorregge delle coccinelle e due gufi che portano fortuna.

Sono un pò timida, ho gli occhi verdi e capelli ricci biondo scuro,mi sento grassa e goffa e cerco di fare ginnastica e dieta, fino a qualche anno fa ero molto solare ed ero conosciuta come la pazza di turno, che cantava ogni mattina davanti il cancello della scuola. Poi le cose sono cambiate, quando avevo 17 anni un mostro creatosi al cervello di mia madre, le ha prosciugato in 30 giorni, tutta la forza che aveva, così che il suo cuore si fermò.

La mia vita è cambiata, ho smesso di suonare il violino, ho smesso di uscire con gli amici, l'unica cosa che facevo era studiare, era l'unico modo per cancellare per un pò, i ricordi e il dolore provato in quel periodo.

Di notte ancora sento il pianto di mio padre e dei miei fratelli.

Cerco di non pensarci, e diciamo che questa storia mi ha fatto crescere troppo in fretta. Ormai sono una donna di casa, mi occupo di tutto e cerco sempre di dividere scuola e casa, un pò di tempo libero per me stessa e i miei amici.

Frequento il 4° anno scolastico del liceo artistico di Madrid (Spagna), il liceo è bellissimo, è pieno di architetture, simili allo stile di Gaudí, ci sono vetrate colorate, decorazioni in mosaico, forme di statue astratte, e l'entrata è composta da due colonne che riprendono la forma di un gambo di fiore che sorreggono un gran balcone. Il capitello, non è di ordine dorico o corinzio, ma è a forma di tulipano.

Ho 19 anni, non ho voglia di affrontare questi due ultimi anni di scuola; i soliti banchi con i piedi verdi ma molto grandi, i primi anni li amavo per la loro ampiezza ma poi ho iniziato ad odiarli, inoltre in questa scuola che sembra meravigliosa, girano le solite facce da buffoni, i soliti viziati che vogliono sembrare artisti portando rasta e pearcing, ma l'arte sta nel cuore. Le uniche facce che cambiano ogni anno sono quelle dei professori, soprattutto quelli delle materie teoriche, come storia o italiano e inglese. Forse quest'anno cambia anche il proff di Pittura, cosa che mi dispiace perché l'anno scorso mi trovavo bene con il Giovannetti .

Alla prima ora ho matematica,che sonno, è la materia di cui non comprendo niente, proprio non mi riesce anche se cerco di stare attenta, ma la matematica va capita e non imparata, io sarò anche una donnina matura, ma non credo di essere intelligente come altri miei coetanei, però sono brava in tutte le altre materie, amo italiano, filosofia, e storia dell'arte.

Mi siedo di fianco a Jess e Ivana, che è una ragazza dolce, ma meglio non farla arrabbiare perché con i suoi occhi scuri e capelli lunghi , non solo è sexy, ma sembra un giaguaro affamato.

-"Ecco la proff, hai fatto gli esercizi"?

Mi chiede Ivana ma io come al solito, penso che la matematica non è un opinione,

-" no ehm, non ho capito niente e allora non li ho fatti" lei ride,

-" Hilary che noia la proff sembra arrabbiata" .

io le rispondo: - "si vero come tutti i giorni e sembra che i suoi denti si siano ingialliti di più".

Così lei scoppia a ridere e la proff ci guarda male, con la fortuna che mi ritrovo ecco che mi chiama alla lavagna,

-" signorina Hilary Monte, venga alla lavagna così ci spiega cos'è che la fa ridere insieme alla sua amica"

io nella testa penso :

"mi fanno ridere i suoi denti da coniglio, che però sono molto più gialli di quelli di un barbone"!!!!

ma purtroppo mi alzo e sorridendo, inizio a scrivere un qualcosa che lei mi detta, ma subito si rende conto che non sono brava e quindi mi manda al posto dicendo:

-"Monte io credo che deve mettersi in pari".

Io mi limito a dire un semplice "si" e mi risiedo.

L'ora finalmente è passata e dovrebbe esserci pittura con il nuovo proff di quest'anno.

Ci spostiamo nell'aula di pittura, che per tutto il primo mese scolastico non abbiamo frequentato, perché la preside ha detto che il professore ha avuto problemi, quindi non è potuto venire prima. Mi siedo al mio banco preferito, alla sinistra dell'aula. Questa è anche la mia aula preferita, perché è piena di dipinti che ricoprono le pareti, sulla destra ci sono lunghi finestroni, dal quale entra tanta luce, i banchi messi uno di fianco all'altro che disegnano una U in cui, nello spazio circostante sono posti i cavalletti, sul quale spesso ci divertiamo a dipingere, a ritrarci, e spesso li usiamo come "poggia" tavolette.

-"Buongiorno ragazzi io sono il professore di pittura, joan Pablo" ,

appena sento la sua voce, alzo lo sguardo e vedo i suoi occhi fissi su i miei, e inspiegabilmente rido e dico :

- "ma dai mi aspettavo di meglio".

Lui incredulo ride e dice:

-" nemmeno mi conosce e già mi vuole mandare via"? Io gli sorrido,

-" no proff scherzavo, era per rompere il ghiaccio".

Mi siedo con le gote rosse e piena di vergogna, dopo due o tre minuti di presentazione, noto un'altra volta i suoi occhi penetrare nei miei, stranamente un brivido mi sale dalla schiena allo stomaco.

Perché mi sta guardando?

innamorata di un professoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora