8.

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Manuel il mattino successivo si svegliò a causa dei rumori provenienti dal piano inferiore, erano voci e stoviglie che sbattevano, segno che probabilmente lui e Simone fossero gli unici due rimasti a dormire fino a quel momento. Prese un respiro profondo schiudendo le palpebre e spostando l'attenzione sul ragazzo vicino a se, dormiva ancora a pancia in giù con le labbra dischiuse da cui proveniva un leggero russare, sorrise istintivamente guardandolo ancora per qualche istante prima di sfilarsi il cuscino da sotto la testa per colpirlo sul volto.

Simone si svegliò di soprassalto mentre lui ridacchiava piano e, quando i suoi occhi si incastrarono con quelli del maggiore, l'espressione imbronciata e bambinesca non fece altro che far aumentare il suo sorriso diventito.

«stavi a russa'» disse, Simone si concesse di metabolizzare per qualche istante quella voce roca accentuata dal sonno, dopodiché alzò un dito medio davanti al volto del maggiore, girandosi dal lato opposto.
«te ospito a casa mia e te permetti pure di prendermi a cuscinate» borbottò. Il sorriso non abbandonò il volto di Manuel che si ritrovò a fissare i ricci disordinati dell'altro e la sua schiena che si muoveva in modo regolare. Fece leva sul gomito per riuscire a guardare quantomeno il suo profilo e lo trovò nuovamente con gli occhi chiusi, gli venne istintivo poggiargli una mano sulla spalla e scuoterlo, guadagnandosi un verso contrariato.
«annamo a fa colazione?»
«vai te, io voglio dormì»
«dai Simo', non me lascià solo co tu padre»

Quella frase sembrò spazzare via ogni ombra di sonno da Simone che si girò a pancia in su, incastrando gli occhi nei suoi. Rimase in silenzio chiedendosi se fosse il caso di indagare oltre rischiando di infastidire Manuel, mentre Manuel rimase in silenzio in attesa di una domanda che sicuramente sarebbe arrivata da parte del minore.

«perché siete tornati a Roma?» chiese infatti, gli occhi che vagarono sul volto di Manuel illuminato solo da un po' di luce che passava dalle inferriate. «cioè siete tornati per lo stesso motivo?»
«Simo' tu padre co noi s'è impegnato tanto a Napoli»
«noi?»
«me e Mimmo»

Nonostante si fosse appena svegliato non ci mise molto a fare qualche collegamento, Simone. Aveva sentito parlare di Mimmo diverse volte, solo di lui e mai di Manuel, ma non gli venne difficile capire che si, erabo tornati entrambi a Roma per lo stedso motivo.

«stavi nei casini co lui?» Manuel non rispose a quella domanda, abbassò solo lo sguardo sulle coperte lasciando intendere la risposta che comunque Simone già aveva ipotizzato. «e perché tu-» si fermò, quella non era affatto uba domanda delicata da fargli, quindi lasciò che calasse il silenzio in stanza lasciabdo il sottofondo delle voci al piano inferiore.
«perché non m'hanno arrestato?» chiese Manuel , intuendo la domanda. «perché Mimmo l'hanno beccato, io quel giorno non ce stavo, tu padre m'aveva convinto a rimane' a studia' co lui»
«almeno co qualcuno ha fatto il padre»

E Manuel lo sentì tutto il risentimento nella sua voce, per la prima volta capì che il professore forse non era la persona impeccabile che lui aveva sempre visto, forse anche lui nella vita aveva fatto qualche errore. Ritenne comunque finita quella conversazione quando di scostò le coperte di dosso, sotto lo sguardo attento di Simone che non si mosse di un millimetro mentre lui si alzava dal letto.

«perché stai facendo la stessa cosa allora?» chiese, facendo bloccare i movimenti di Manuel che ripresero poco dopo, più frenetici.
«già te l'ho spiegato Simo'»

Il tono duro convinse il minore a mettere definitivamente fine a quel discorso, già abbastanza sorpreso del fatto che Manuel gli avesse fornito così tante informazioni. Decise di ripagarlo a modo suo alzandosi dal letto e scendendo al piano di sotto insieme a lui, probabilmente non voleva affrontare un discorso con suo padre e nessuno meglio di lui poteva comprenderlo in auel momento. Scesero insieme le scale e passo dopo passo entrambi iniziarono a distunguere bene le voci in cucina, prima di riuscire a vedere definitivamente Dante, Virginia e Dario, seduti a tavola che chiacchieravano tranquillamente.

Hygge. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora