6.

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Simone camminava lentamente, stringendo le mani nel giaccone verde che gli circondava il busto per tenerlo al caldo, mentre dalla sua bocca uscivano solo nuvolette di condensa per via delle basse temperature. Si prese tutto il tempo del mondo per arrivare alla sua meta, che con Dante avevano deciso di andare con una sola moto quel giorno, non tenendo conto che poi lui sarebbe dovuto rimanere per il collegio docenti organizzato giorni prima, costringendo Simone ad un'attesa estenuante che, però, trovò il modo di stemperare.
O almeno sperava.

Arrivò fuori la porta in metallo da cui provenivano distintamente le note di una canzone degli one direction e ci provò con tutto se stesso a non ridere, ma quando bussò e alla porta si presentò un Manuel con il fiatone non riuscì a trattenere il sorriso divertito accompagnato da una risata sommessa.

«è una cosa che fanno tutti gli spacciatori?» chiese divertito, Manuel dopo un attimo di imbarazzo, che gli attraversò gli occhi solo per qualche secondo, scosse le spalle spostandosi di lato per farlo entrare.
«è na cosa che fa chi ha vissuto un minimo nel 2010» risponde abbassando notevolmente il volume della musica. «che ce fai qua?»

Simone con un balzo si mise seduto sul pianale da lavoro sotto lo sguardo si Manuel che tornò con le mani all'interno di quella macchina rosso fuoco che stava sistemando. Fu il turno del minore di alzare le spalle, perché sostanzialmente avrebbe potuto trovare altre mille soluzioni per aspettare suo padre ma la prima cosa che gli era venuta in mente era andare lì per vedere se il maggiore ci fosse.

«devo aspettare mio padre che finisce il collegio docenti» rispose. «posso studiare qua?» a quella domanda seguì lo sguardo di Manuel che iniziò a scorrere lungo tutta la sua figura, soffermandosi sulle gambe lunghe che dondolavano leggermente, per poi risalire sul suo viso chiedendosi come facesse un ragazzo con una presenza così imponente a sembrare comunque piccolo ai suoi occhi. Annuì ancora prima che la sua bocca si aprisse.
«si, però la radio non la spengo» rispose, facendo ridacchiare il minore.
«per carità, puoi anche riprendere la performance di ballo che ho interrotto» disse frugando nello zaino.

Manuel alzò gli occhi al cielo senza rispondere a quella provocazione e lo vide estrarre un libro ed una matita, aprendoli sulle proprie gambe. Approfittò della sua posizione da lavoro, accovacciato davanti al cofano, per poterlo osservare ogni tanto mentre ognuno portava avanti il proprio impegno senza parlare. Vide come Simone era solito bisbigliare quello che leggeva aggrottando la fronte e spesso rileggendo la stessa frase due volte, si schiarì la voce solo dopo qualche minuto per attirare la sua attenzione ma il minore sembrava essere in un mondo tutto suo in quel momento.

«puoi ripete a voce alta eh, la musica la sento lo stesso» solo in quel momento i suoi occhi si staccarono dal libro per puntarsi su di lui.
«non vorrei mai disturbare la voce di Zayn Malik sovrastandola con la mia» rispose divertito. Manuel ridacchiò scuotendo la testa e spostandosi i ricci da davanti gli occhi.
«pe esse uno che ce scherza su li conosci bene però» anche Simone sorrise.
«ho vissuto anch'io nel 2010»

Quando sentì per la seconda volta la risata di Manuel nel giro di pochi minuti lo studio passò improvvisamente in secondo piano per Simone che si permise di guardarlo un po' di più rispetto a quanto si fosse mai concesso. Sembrava essere sereno davvero e si sorprese del fatto che fuori da quella porta sembrasse tutt'altra persona, ma nonostante quello era convinto che la sua vera personalità fosse quella. L'aveva vista uscire quando si era fermato ad aiutarlo in fermata o a scuola, lo aveva sentito in alcune frasi pronunciate da lui, perché tentava in tutti i modi di nasconderlo ma Manuel non sapeva fare una cosa, mentire con gli occhi.

Ed i suoi occhi in quel momento brillavano davvero, cosa che Simone nelle settimane passate non aveva mai visto.

Capì che quel posto per Manuel doveva essere speciale, forse più della sua stessa casa, perché lì dentro con lui aveva sempre abbassato le difese stando più tranquillo e permettendogli di avvicinarsi.

Hygge. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora