Dopo quel breve scambio ci fu un silenzio quasi innaturale da parte di tutti e tre. Manuel e Dante continuavano a guardarsi cercando una risposta sensata a quell'assurda coincidenza, Simone invece guardava entrambi in cerca solamente di una risposta, perché era chiaro che i due si conoscessero, ma non aveva idea del perché.
Fu Dante ad avvicinarsi, guardando finalmente il figlio. Aleggiavano talmente tante domande nelle me ti di ognuno che nessuno sapeva bene come iniziare un vero e proprio discorso, ma alla fine Dante decise di prendere voce rivolgendosi a Simone.
«come vi conoscete?»
«potrei chiederti la stessa cosa» replicò lui, secco.
«ci siamo conosciuti a Napoli»Si intromise Manuel attirando gli occhi di entrambi su di se, ma le domande nella testa di Simone anziché diminuire, aumentarono. Cosa ci faceva Manuel a Napoli? Ma soprattutto, c'entrava qualcosa con il ritorno di suo padre a Roma? Era una coincidenza che fossero spuntati nella sua vita in contemporanea?
Tutte quelle domande non furono nemmeno pronunciate da Simone, che rimase in silenzio osservando i due davanti a se. Ogni volta che gli sembrava di aver fatto qualche passo avanti con Manuel puntualmente si ritrovava catapultato indietro e quella volta forse fu addirittura peggio perché in qualche modo lui era addirittura legato a suo padre e non ne aveva mai saputo nulla.
Impiegò quei pochi secondi di silenzio per fare mente locale cercando il suo nome in un qualsiasi discorso di suo padre ma non riuscì a ricordare nulla che lo riguardasse, trovandosi a puntare gli occhi confusi in quelli di Manuel che invece erano semplicemente sorpresi.«a Napoli?» mormorò.
«Manuel era un mio alunno» tagliò corto Dante. «voi come vi siete conosciuti?» insistette, ma prima ancora che Manuel potesse dargli una spiegazione, Simone prese parola irritato.
«non so affari tuoi»Il maggiore richiuse subito la bocca, sorpreso del fatto che Simone si rivolgesse in quel modo al professore con cui aveva legato di più in tutta la sua vita proprio per il suo essere empatico, ma questo non sembrava essere lo stesso pensiero di suo figlio. Lo vide dare le spalle ad entrambi ed iniziare a camminare verso la fermata dell'autobus e prima di andargli dietro posò lo sguardo su Dante che scosse la testa passandosi una mano sul volto.
Iniziò a camminare verso il più piccolo che si allontanava a passo svelto, ma la mano di Dante lo afferrò per una spalla facendolo fermare subito dopo.
«Manuel, mi devo preoccupare?» si ritrovò a scuotere la testa prima ancora di aprire bocca.
«no- no prof, non sta nei casini» rispose.
«e te?»Manuel non ebbe il coraggio di rispondere a quella domanda ma era convinto del fatto che Dante avesse capito tutto dai suoi occhi a giudicare dall'espressione. Comunque non gli diede tempo di replica perché girandosi verso Simone riprese a camminare, fino a raggiungerlo. Che avrebbe potuto benissimo lasciarlo perdere, alla fine si conoscevano poco e non aveva idea di quali problemi avesse con il padre, ma si era fermato ad aiutarlo quando non lo conosceva affatto, figuriamoci ora che aveva visto i suoi occhi da vicino e sentito la sua voce rimbombare nel suo garage.
«che stai a fa?» chiese fermandosi al suo fianco.
«sto aspettando l'autobus, Manuel»
«e non te posso accompagna' io?»Gli occhi di Simone si mischiarono all'istante con i suoi alla ricerca di qualcosa che motivasse quella richiesta, un sussulto del suo stomaco lo portò a sorridere divertito, dimenticando quasi quello che era appena successo con suo padre.
«ti devi fumare un'altra sigaretta?»
A Manuel sfuggì una risata dalle labbra e per mascherare l'evidente divertimento gli diede un pugno leggero sulla spalla, facendo ridere anche Simone. L'autobus che si fermò vicino a loro e che il minore non prese fu una risposta più che valida per Manuel , che si girò e ricominciò a camminare verso il garage, seguito da lui. Dante li osservò, guardandoli allontanarsi e chiedendosi in che situazione si fosse ficcato suo figlio, era anche spaventato per Manuel che aveva già recuperato per i capelli una volta e che non sembrava aver imparato dai propri errori.
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Hygge. | Simuel.
Fanfic«non devi fa niente, Simone. Cerca solo de sta lontano da certa gente» disse. «compreso me» Copertina della bravissima talentuosissima stupenda fantastica @modchlmt 💖