E chi lo sa tu da me che t'aspetti
Sempre che un'idea chiara già ce l'hai
In fondo siamo pure un po' incoerenti.La porta della camera di Simone cigolò leggermente mentre lui, preso dallo studio, se ne stava a fissare il libro di latino mimando con le labbra qualche parola della versione che stava facendo. Stava studiando più o meno da un paio d'ore, deciso a portare a termine tutti quei compiti che, con il tempo che stava perdendo quelle settimane tra allenamenti e giornate passate al garage, erano rimasti drasticamente indietro rischiando di fargli prendere forse il primo brutto voto dall'inizio dei suoi studi.
«Simone» si ridestò dai libri solo quando la voce di suo padre gli giunse alle orecchie, costringendolo a girarsi verso di lui in un movimento rapido per via dello spavento preso.
«m'hai fatto prende un colpo pa', che c'è?» l'uomo rimase fermo sulla porta spalancata, con una mano sulla maniglia e lo sguardo fisso sul figlio che non tentava nemmeno di nascondere il fastidio sul suo volto.
«possiamo parlare?»
«sto studiando» rispose rapidamente, portando di nuovo lo sguardo sui libri.
«ci mettiamo solo qualche minuto Simone, ti voglio parlare»Lo sbuffo che lasciò le labbra del ragazzo mise Dante in allerta, non sapeva se a breve sarebbe scoppiata l'ennesima lite scatenata da una semplicemente dalla sua presenza o se lo avrebbe completamente ignorato, venne però sorpreso da un gesto che lo invitava ad entrare in camera e che lui seguì avvicinandosi solamente di qualche passo.
«stai- stai uscendo spesso con Manuel, vero?»
«ci vediamo ogni tanto, ultimamente un po' di più» Dante annuì.
«e che fate quando siete insieme?»
«stai qua per capire se mi sono messo a spacciare o stai qua per parlare seriamente?»
«sto qua per evitare di farti fare errori, Manuel è un ragazzo tanto bravo quanto incasinato ed è difficile non farsi trascinare nei guai per compassione o-»
«tu pensi mi faccia pena?»Simone blocca quelle parole con un'espressione di disappunto sul volto, come se quelle parole lo avessero ferito tanto quanto avrebbero fatto con Manuel se le fosse stato lì, lasciò cadere la penna sulla scrivania e il cipiglio sul suo volto non fece altro che aumentare quando suo padre scosse la testa nel tentativo di tirarsi fuori dalle sue stesse parole.
«lo sai come ci siamo conosciuti?» chiese, senza lasciargli davvero il tempo di rispondere. «m'ha salvato da dei tizi che cercavano di rapinarmi mentre aspettavo l'autobus» spiegò. «in quel momento l'unica cosa che non mi faceva era pena, magari ne facevo io a lui»
Dante conosceva Manuel, lo conosceva perché aveva provato a salvarlo e si era un po' illuso del fatto che la fine di Mimmo gli fosse bastata come lezione, oltre ad essere convinto che avrebbe continuato gli studi. Ma rivederlo lì a Roma a ripetere gli stessi errori lasciando addirittura la scuola aveva distrutto tutta l'idea che si era fatto, sentendo di aver fallito anche con lui.
Dante conosceva Manuel e sapeva che, nonostante tutto questo, le parole di Simone potevano essere veritiere perché qualsiasi errore lo aveva fatto a fin di bene e non metteva in dubbio che fosse una brava persona.
«so che Manuel non è cattivo, non voglio che tu finisca in quei giri, però»
«lui nemmeno vuole che io ci finisca» rispose Simone, si girò nuovamente verso i libri dichiarando ufficialmente finita quella conversazione e il padre non poté far altro che girarsi e lasciarlo solo in camera.Appena la porta venne chiusa Simone afferrò il cellulare per controllare le notifiche, o meglio, per controllare se ci fossero notifiche di Manuel, ma l'unica notifica sulla schermata di blocco era di un reel inviato su Instagram da Dario.
Lo aprì e rispose rapidamente per poi bloccare il telefono e tornare con gli occhi sugli appunti, constatando che ormai la concentrazione sembrava averlo abbandonato del tutto.

STAI LEGGENDO
Hygge. | Simuel.
Fanfiction«non devi fa niente, Simone. Cerca solo de sta lontano da certa gente» disse. «compreso me» Copertina della bravissima talentuosissima stupenda fantastica @modchlmt 💖