Epilogo.

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Manuel era convinto che il suo ritorno a scuola sarebbe stato abbastanza complicato e soprattutto imbarazzante visto che si sarebbe inserito in una classe già formata, un anno più piccola e già ad anno iniziato, per questo rimase sorpreso quando il tutto avvenne con estrema naturalezza.

Erano ormai tre mesi che aveva preso il normale ritmo di un adolescente ed era da altrettanto tempo che si era iniziato a fare delle amicizie in classe oltre a Simone che ormai passava la maggior parte del tempo con lui. Aveva incontrato nuovamente Laura con cui gli attriti si erano un po' affievoliti e aveva trovato in Chicca un'amica perfetta per il suo carattere, proprio con lei si ritrovò davanti la macchinetta durante la ricreazione intento ad aspettare il terzo caffè richiesto per Simone.

«io te devo chiede na cosa» disse lei, costringendolo a spostare lo sguardo dallo sportelletto della macchina al suo viso. «non c'avevi paura a fa quello che facevi?» chiese lei.

Manuel rimase sorpreso da quella domanda perché tutti sapevano chi fosse, chiunque lo aveva visto fuori scuola prima di vedercelo dentro, ma nessuno aveva mai azzardato domande a riguardo, nemmeno loro con cui aveva stretto di più.

«non ce pensavo, lo dovevo fa. Poche volte c'ho avuto paura»
«tipo?» Manuel sembrò rifletterci ricordando quali fossero effettivamente quelle occasioni ed un'ondata di consapevolezza lo travolse subito.
«tipo quando ce finiva in mezzo Simone» rispose facendo sorridere Chicca. «è successo solo du volte ma è riuscito a becca' i momenti peggiori» ridacchiò prima di focalizzare l'attenzione sulla macchinetta che suonava per annunciare il caffè pronto, lo afferrò stringendo nell'alta mano il suo e si spostò da lì davanti per tornare in classe, seguito dall'amica.
«o erano i momenti peggiori perché c'è finito in mezzo lui» lo pungolò divertita prima di sorpassarlo.

Lo lasciò fermo sulla porta dell'aula con il cervello che sembrava star svuotando un cassetto pieno di spiegazioni ad azioni e pensieri per la quale lui non si era nemmeno mai posto delle domande. Il fatto che lui fosse più preoccupato per l'incolumità di Simone che per la sua lo aveva portato a fare delle scelte che non credeva nemmeno fossero dettate da quello, perché la paura di perdere lui scegliendo quel mondo si era radicata in modo talmente silenzioso in lui da fargli compiere quella scelta in modo naturale.

Guardò il loro banco occupato ora dal minore e da Luna che chiacchoeravano ed un sorriso nacque spontaneo mentre si avvicinava a loro, poggiò il caffè davanti a lui e si abbassò per lasciargli un bacio leggero sulla tempia che fece arricciare il naso di Simone.

«che è successo?» Chiese il minore, non erano soliti fare grandi gesti di affetto quando erano in classe, anzi, se non fossero per quegli sguardi innamorati e qualche mano stretta ogni tanto nessuno avrebbe detto che stessero insieme, quindi doveva per forza essere successo qualcosa per meritarsi quel bacio.
«niente, che deve esse successo?» rispose continuando a sorridere, anche Luna trovò strano quel gesto e lasciò scorrere lo sguardo da Simone a Manuel prima di alzarsi dal posto del maggiore.
«va bene me ne vado, quel sorriso mi inquieta» disse facendo ridere entrambi i ragazzi. Manuel anziché sedersi al proprio posto spostò il bicchierino e si mose seduto sul banco davanti a lui, poggiando il piede sul pezzo di sedia lasciato libero da Simone.
«che hai combinato Manuel?»
«ma perché devo ave' combinato qualcosa, scusa?»
«che ne so sei strano»
«perché t'ho dato un bacio?»
«anche» rispose mettendo una mano sul suo ginocchio, Manuel la raggiunse con la propria e si abbassò per arrivare al suo viso.
«non posso?»
«certo che puoi, ma non lo fai mai»
«mh» mormorò lasciando cadere lo sguardo sulle sue labbra. «e inizio mo» continuò sporgendosi per poterlo baciare.

Simone strinse la presa sul suo ginocchio ed andò incontro a quel contatto allontanando le labbra per poi riavvicinarle in un bacio leggero. Manuel si chiese come avesse fatto ad essere così cieco per i passati mesi quando era chiaro come il sole che qualsiasi cosa buona l'aveva fatta per se stesso ma anche per Simone, che il suo non era un viaggio solitario ma uno in coppia.

Hygge. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora