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Mi sveglia nel mio letto tra le lenzuola calde e la luce del sole che entrava dalla finestra, mi alzai e scesi gli scalini per andare al piano di sotto dove lessi le 13:00 sull'orologio, vidi Mija preparare qualcosa ai fornelli e dall'odore non sembrava nemmeno tanto male.
Mija ha sempre avuto una passione per la cucina ed era davvero brava.

«Buongiorno dormigliona» esordì Mija alle mie spalle mentre girava la miscela nella pentola. «Buongiorno» risposi.
«Vatti a fare una doccia Penny, odori di fumo e in fretta tuo fratello sta tornando» spalancai gli occhi a quell'affermazione e mi annusai i vestiti cercando di capire se fosse vero che odoravo di fumo.

«Torna di già? Aveva detto che stava lì sei mesi» risposi sbuffando.
«Penny, sono passati sei mesi» rispose a sua volta Mija con quel suo tono saccente.
Non che io odiassi Mija, anzi, rendeva mio fratello molto felice.

Io mi trasferii da Benjamin circa tre anni fa, i nostri genitori morirono a causa di un incidente in barca, mio padre aveva la barca e gli piaceva portare mia mamma fuori con essa, fino a che un giorno il mare si mosse un po' troppo e finirono inghiottiti dalle acque inglesi.
L'incidente avvenne 10 anni fa, avevo 10 anni quando successe e per un po' andammo a vivere con i nonni in America, a Nashville, dato che Benjamin non aveva ancora una casa e un lavoro.
Così pochi anni dopo mio fratello si trasferì a Malaga, in Spagna, e dopo la morte dei mie nonni fui costretta ad andare a vivere con lui e la sua ragazza.

Devo molto a Benjamin, non tutti i fratelli mantengono la propria sorella ventenne, ma lui mi tratta ancora come se fossi una bambina, la sua bambina, quando è partito per Londra si è assicurato che Mija mi desse da mangiare solo ed esclusivamente quello che volevo, che se avessi bisogno della macchina me l'avrebbe prestata e se avessi avuto bisogno di libri, vestiti e assorbenti lei mi avrebbe dato una mano a pagare le spese e tutto il resto. Un vero e proprio sfinimento per la povera Mija.

«Penny, per favore vai a lavarti, odio la puzza di fumo» mi sgridò tappandosi il naso.
Questi mesi non furono proprio come Benjamin li aveva descritti, il cibo non lo decidevo mai io e la macchina Mija non voleva prestarmela per paura che la rompessi, insomma una vera e propria rottura di palle.

Ora che Benjamin stava per tornare in casa sarebbe diventato tutto più divertente e io finalmente sarei stata di nuovo viziata come lo ero prima che se ne andasse. Mi riempiva sempre di attenzione e non commetteva uno sbaglio in niente, davvero furbo per i suoi soli ventotto anni.

La scuola la lasciai subito dopo la morte dei miei genitori, al contrario di Benjamin che si laureò in design di interni o quella roba lì, lavoro che tutt'ora svolge. Dopo la loro morte non ebbi più le forze per studiare, leggere o divertirmi come tutti i ragazzi normali della mia età, quelle poche volte che esco, mio fratello mi riempie di raccomandazioni, non essendo abituato alle mie uscite serali.

L'unica persona con cui esco durante il giorno è Colin, il mio migliore amico, ci siamo conosciuti ad un falò e da lì non abbiamo più smesso di parlare, è l'unico con cui mi confido.

Assaggia il ragù che Mija stava preparando, ricevendo anche uno schiaffo sulla mano da parte sua, per aver infilato il dito nella pentola.

«Che si mangia?» chiesi incuriosita da quel sugo, che solo a vederlo mi fece venire l'acquolina in bocca.
«Pasta con il ragù» mi rispose fissando il composto che faceva della bollicine.
«Ah, eh Penny...» mi richiamò la bionda
«Dimmi» risposi attenta guardandola «puoi dire a tuo fratello che ti ho trattata bene durante questi sei mesi? O lui non me lo perdonerà mai se scopre che non è così» parlò nervosa girando il cucchiaio di legno nella pentola «non è quello che hai fatto? Siamo state bene insieme, non devi preoccuparti» le feci l'occhiolino e me ne tornati sopra a farmi una doccia fresca per togliermi di dosso quel caldo appiccicoso di luglio che Malaga aveva deciso di servirci.

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