Capitolo 5

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Izuku chiuse la porta della camera di Katsuki e prese a correre per il corridoio per raggiungere la sua stanza. Non si voltò indietro, le lacrime gli rendevano la vista appannata. Si sentiva morire. Aveva addosso ancora l'odore di caramello, non sarebbe stato facile mandarlo via. Corse più in fretta che poteva, non sapeva che ora fosse e voleva evitare di incontrare i suoi compagni. No nello stato in cui era, non ce la faceva ad affrontare nessuno. Appena varcata la soglia della sua stanza, Izuku richiuse la porta e ci si appoggiò sopra. Lo sguardo fisso davanti a sé, completamente perso nel vuoto.
Cosa devo fare?

Gli faceva male il cuore. Sentì il suo stomaco serrarsi in modo doloroso. Si accasciò a terra, una mano stretta sullo stomaco mentre si piegava su se stesso fino a poggiare la fronte a terra. I singhiozzi iniziarono a farsi più rumorosi e si portò una mano sulla bocca.
Non posso... Mi odierà.

Sentì la bile risalirgli la gola. Si stava sentendo male.
Stava per morire.
Gli occhi sgranati. Si alzò con il busto rimanendo in ginocchio a terra. Non respirava. L'aria non arrivava ai polmoni.
Stava per morire.
Lo stomaco in subbuglio, la gola chiusa. Doveva vomitate, ma i suoi arti non si volevano muovere in nessun modo. Alzò il volto verso l'alto e provò a respirare.
Stava per morire.
Cosa devo fare?

Improvvisamente sentì il sapore acido in bocca, riuscì ad alzarsi e di corsa si fiondò nel bagno. La porta sbatté sul muro ma non la sentì, i suoni arrivavano ovattati. Si piegò sul wc chiudendo le mani intorno alla tavoletta, stringendola così forte che la sentì scricchiolare mentre rigettava. Tenne gli occhi chiusi tutto il tempo, l'odore lo fece vomitare una seconda e terza volta. Rimase in quella posizione per altri secondi già pronto a rigettare di nuovo.
Stava per morire? No, era solo un attacco di panico.
Quando si rese conto che non avrebbe più vomitato si gettò di lato. Un braccio sulla tavoletta, la schiena sul muro. Alzò la testa poggiandola sulle mattonelle fredde. Quello lo aiutò un poco.
Già mi odia.

Si sentiva uno schifo. Si sentiva debole, gli occhi gonfi e stanchi, il sapore in bocca unito all'odore nauseante proveniente dal wc gli facevano venire altri conati. Allungò un braccio per chiudere la tavoletta mentre storceva il naso. Si arrampicò sul sanitario sedendocisi sopra, premette la catena per tirare l'acqua. Poggiò i gomiti sulle ginocchia piegando la testa, prese delle lunghe e profonde boccate d'aria. I muscoli gli facevano male e si sentiva svenire, ma non poteva svenire in bagno. Si diede la forza e la spinta necessaria per alzarsi. Si avvicinò al lavandino fissandosi allo specchio, era pallido e gli occhi gonfi, le labbra lucide. Eppure solo pochi minuti prima si era svegliato così bene. Prese lo spazzolino e il dentifricio, doveva lavarsi i denti prima che quel saporaccio che gli faceva bruciare la gola come l'inferno lo facesse vomitare ancora una volta. Per precauzione si sciacquò la faccia con l'acqua fredda e sembrò riprendersi un minimo. Si trascinò fuori da quello spazio angusto reggendosi al muro. Si avvicinò a letto cadendoci sopra a peso morto. Rimase fermo, a pancia in giù. Fissò la sua collezione di action figure di All Might e poi non seppe se si addormentò o svenne davvero.
Mi ha detto di non parlargli più.

Si svegliò di soprassalto, sgranando gli occhi. Cosa era stato? Poi lo sentì, di nuovo.
TOC TOC
Stavano bussando alla porta della sua camera. Chi era? Che ore erano? Quanto aveva dormito? Rimase immobile, il corpo ancora indolenzito. Una voce dall'altra parte della porta. Bassa, delicata.
"Deku-kun ci sei? Stai bene?" Era Uraraka. Provò ad alzarsi, ma riuscì solo a mettersi seduto sul bordo del letto.
"Si, ci sono" sentì un sospiro rilassato
"Eravamo preoccupati... È mezzogiorno passato" Izuku si guardò intorno alla ricerca di un orologio, ma non lo trovò. Sbuffò ricordandosi l'ultima sveglia distrutta, l'aveva fatta cadere per sbaglio una mattina, per spegnerla.
"Sto bene, ora scendo" sospirò passandosi una mano sulla faccia. Aveva bisogno di una doccia. Poi di nuovo la voce di Uraraka lo fece sussultare
"Deku-kun, sicuro di stare bene?" No. Non stava bene.
"Si, ci vediamo tra poco. Tranquilla" ci furono attimi di silenzio, poi finalmente sentì i suoi passi allontanarsi. Sospirò, prese una boccata d'aria a bocca aperta e l'odore di caramello gli penetrò le narici. Quell'odore lo fece sentire improvvisamente bene, tanto che si ributtò sul letto di schiena respirando ancora. Dov'era il suo telefono? Si toccò distrattamente le tasche dei jeans, voleva sapere che ore fossero. Le sentì vuote e il suo cuore perse un battito. Si tirò su di scatto, tastando ogni singola tasca ogni piega dei vestiti. Niente, vuoto. Non c'era. Un dubbio lo fece impietrire sul posto, era nella camera di Kacchan.
Merda.

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