Capitolo 9

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«Sono la moglie di Emma.»

Regina fissa per una manciata di secondi la donna che le sta di fronte.

«M-moglie di Emma?» domanda tanto sorpresa quanto confusa.

«Sì.» risponde la bionda con un'espressione corrucciata. «Lei invece?» domanda successivamente.

«I-io... sono Regina.»

«Oh, quella Regina?! La figlia della matrigna di Emma?» domanda ancora.

«Sì, proprio io.» Regina cerca di sorriderle gentilmente... o almeno ci prova.

«Piacere, Elsa.» la donna allunga la mano verso Regina e le sorride.

«Piacere mio.» ricambia la mora. «Mi scusi, ma adesso devo ritornare a casa.» aggiunge.

«Oh, certamente. È stato un piacere conoscerti, sono sicura che ci vedremo spesso d'ora in avanti. Buona serata!» le dice amabilmente, anche se Regina riesce a notare un pizzico di arroganza nel suo tono di voce.

«C-certo. Buona serata.»

La studentessa le passa accanto e comincia a camminare. Non sa per quanto lo fa. Non sa nemmeno dove stia andando. Avrebbe dovuto prendere l'autobus per tornare a casa, ma supera la fermata senza nemmeno rendersene conto.

È come in trance, l'unica cosa alla quale riesce a pensare sono le parole che ha pronunciato quella donna... "moglie di Emma".

Emma ha una moglie? Da quando Emma ha una moglie? Le ha mentito?

Queste sono solo tre delle mille domande che passano per la sua testa in questo momento.

Improvvisamente, la sua mente ha la meglio sul suo corpo e calde lacrime cominciano a rigarle il viso. Non vorrebbe piangere, non adesso e non così, mentre cammina per strada da sola. La verità è che non riesce a bloccare quel fiume in piena. Non riesce proprio.

Tutto quello che le ha detto, tutto quello che ha fatto, era tutta una menzogna. Non c'era niente di vero.

Non ha il controllo sul suo corpo e, dopo aver camminato per dei minuti interminabili, si lascia andare sulla prima panchina che incrocia, in preda alle lacrime.

Proprio mentre Regina soffre da sola per strada, Emma finisce di fare doccia e si dirige verso la sua stanza con una asciugamani che tampona i capelli bagnati.

Canticchia allegramente fin quando non si blocca e impallidisce. Elsa è lì di fronte a lei che la fissa.

«C-che ci fai tu qui?» domanda sorpresa Emma.

«Da quando devo chiedere il permesso per vedere mia moglie?» chiede Elsa, con un sopracciglio alzato e un sorrisetto divertito.

«Ex moglie.»

«Non ho ancora firmato nessun divorzio.» precisa la nuova arrivata.

«Ne abbiamo già parlato. Non ho intenzione di tornare con te.» afferma sicura Emma.

«E io non ho intenzione di firmare quelle carte.» ribatte Elsa.

«Dovrai fartene una ragione prima o poi. La nostra relazione è finita da anni ormai.»

«Perché non mi puoi dare un'altra possibilità? Siamo sempre state bene insieme, ci siamo sempre amate.» Elsa si avvicina lentamente ad Emma, che rimane immobile.

«No, tu non mi hai mai amata. Hai creduto di amarmi, ma in realtà la tua è sempre stata un'ossessione. Hai dei problemi, ed io ho finito di provare ad aiutarti a tutti i costi, perdendoci la vita!» adesso Emma alza il tono di voce, cercando di farsi capire e rendere le cose più chiare.

Un amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora