Mi ricordo ancora quando ero io quella nuova, quando ancora non sapevo dove mi trovavo o cosa stesse succedendo.
Camminavo per le strade di Tokyo a passo spedito per tornare alla pace del minuscolo appartamento che la casa di produzione mi aveva assegnato due anni fa, mancavano solo tre mesi e sarei tornata alla mia amata Inghilterra a bere tè e leggere un buon libro nel giardino di casa mia. Non volevo accettare quel lavoro, ma fui costretta. Una mia collega entrò in maternità e fui mandata io al suo posto. Lavoravo nel settore dei film e lo sceneggiato che stavamo girando si sarebbe svolto a Tokyo, ma impiegammo più tempo del previsto. Più volte mi ero ritrovata a pensare che fosse stata proprio colpa di quel lavoro se ora mi trovavo a Borderland.
Quando aprii la porta del mio appartamento, tutte le luci si spensero come in un blackout e una volta entrata notai che c'era qualcosa che non andava. Il cielo era diventato grigio scuro e fino a pochi istanti fa c'era il sole, ma vidi un'altra cosa molto strana: ogni tanto veniva illuminato da dei raggi laser rossi che scendevano ed arrivavano a terra, qua e là in lontananza.
Mi diressi alla finestra e guardai fuori. Non ero preparata a quella scena: dove fino a qualche istante fa c'era una marea di gente, ora non c'era più nessuno.
Confusa più che mai scesi le scale e andai fuori, mi guardai intorno e iniziai a gridare come una scema, sperando che qualcuno mi rispondesse, ma ovviamente non ebbi risposta.
Il mio cervello non stava ragionando come al solito, così feci una cosa insensata ma che si rivelò un salvavita per quello che successe dopo: tornai di sopra a cambiarmi, mi misi una tuta e un paio di comode sneakers. Presi anche uno zaino che riempii di acqua, qualche snack che avevo in casa e un kit di pronto soccorso (meglio essere preparati per ogni evenienza). Lasciai il cellulare sul tavolo non appena mi accorsi che aveva smesso di funzionare, così come le luci e l'elettricità in generale; anche i grandi schermi delle pubblicità erano tutti spenti.
Mi incamminai senza meta, superando auto abbandonate e senza incontrare nessuno. Più camminavo, più mi chiedevo se ero da sola in quel posto, qualunque cosa fosse.
I miei pensieri furono interrotti da un'improvvisa luce accecante che proveniva da uno degli schermi, fino a poco tempo fa nero come la notte.
Una scritta diceva: Game Arena, con una freccia che indicava la direzione.
"Game Arena? Ma che cavolo vuol dire?" Dissi ad alta voce, tanto nessuno poteva sentirmi.
Decisi di seguire la scritta e presto mi ritrovai davanti ad un palazzo di circa 40 piani. Il mio cuore aumentò il battito quando vidi quello che stavo cercando da ore: persone. Tante persone. E tutte stavano entrando in quel palazzo.
Iniziai a correre e non appena varcai la soglia sentii un bip e oltrepassai dei laser rossi. Mi diressi verso le persone più vicine e chiesi loro cosa stesse succedendo.
"Un'altra novellina, che palle." Disse uno dei ragazzi, il più alto.
"Perchè capitano sempre a noi?" Domandò un altro.
"Si vede che ispiriamo fiducia." Rispose di nuovo il primo.
"Se non volete dirmelo lo capirò da sola." La pazienza non era il mio forte, quindi voltai loro le spalle e mi incamminai verso un angolo.
"Prendi un cellulare e poi torna qui." Disse il ragazzo alto.
Solo allora mi accorsi di una scrivania con alcuni cellulari sopra, la maggior parte erano già stati presi.
Una voce metallica annunciò che mancavano ancora 15 partecipanti e di avere pazienza. Presi un cellulare a caso e tornai da quei due.
"Allora, ascoltami bene perchè non voglio ripeterlo." Il ragazzo alto sembrava scocciato e annoiato. "Ti trovi in quello che tutti credono una Tokyo parallela, che qui tutti chiamano Borderland, dove per sopravvivere devi partecipare ai Game, come quello in cui sei adesso. Ogni Game ha un grado di difficoltà da 1 a 10 e il tipo di Game è definito dal simbolo della carta che appare all'inizio."
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Black & White
Fanfiction"Il mondo non è solo bianco e nero" E' una bella frase, peccato che da quando mi trovo qui la penso esattamente così: o combatti e sopravvivi, oppure ti arrendi e muori; non ci sono modi di indorare la pillola. E ho continuato a crederlo...fino a qu...