𝑆𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 || "𝑵𝒖𝒐𝒗𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒈𝒆𝒕𝒕𝒊"

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A quanto pare la casa che mamma e papà avevano affittato distava un pò dall'aeroporto. Eravamo atterrati nel pomeriggio e si era già fatta ora di cena.
«Finalmente siamo arrivati» esclamai esausta.
«È proprio bello qui!» disse mamma guardandosi intorno.
L'ingresso dell'appartamento era delineato da siepi fiorite e da un giardino ben curato.
«Che buon profumo! La scia di odore è fortissima»
«La casa dovrebbe essere questa qui» indicò Nicolas, camminando verso un cancelletto verde in ferro battuto.
Erano delle villette a schiera, ognuno con il proprio ingresso ed il proprio terrazzino pavimentato in cotto.
«Tutto molto bello ma io sono a pezzi» mi lamentai.
«Su ragazzi, non perdiamoci d'animo» ci tirò su papà «Portiamo dentro le valige e ordiniamo qualcosa da mangiare.... Sto morendo di fame!»
«Sono d'accordo» disse Nicolas.
Pian piano portammo dentro tutti i bagagli e ci sistemammo ognuno nella propria stanza. Adoravo mio fratello ma per fortuna non dovetti condividere la camera con lui. Non ci sarebbe stato spazio per tutti e due in un solo armadio.
«Hai più vestiti di me!» gli feci notare, una volta disfatte le valige.
«Lo so, lo so. Ma ti prego, non iniziare a rovistare nei miei cassetti. Lo sai che sono geloso delle mie cose»
«D'accordo, ci proverò»
Sapeva che non avrei mai mantenuto la promessa.

La serata trascorse velocemente e dopo cena ci riunimmo un po' sul terrazzino a chiacchierare.
Appena scoccata la mezzanotte andammo tutti a dormire. La mattina successiva sarebbe stata molto impegnativa.

«Bianca, sveglia» mi baciò la fronte «Vuoi o non vuoi essere la mia Manager?» scoppiò a ridere.
Mi ci volle qualche minuto per realizzare.
«Nico, per favore, voglio dormire!» tirai su la coperta.
«Vuoi rimanere qui? Io devo andare a firmare il contratto» mi ricordò.
A quel punto "drizzai le antenne".
«Mi prendi i vestiti? Mi lavo e sono pronta» mugugnai.
«Sei proprio una tonta!» scoppiò a ridere.
«Dai Nico ti prego! O faremo tardi...»
«Non ti aspetto mica eh! Ti conviene muoverti»
«Che cavolo!» urlai, spazientita.
Feci tutto di fretta, effettivamente avevo dormito più del previsto. Nonostante il tempo limitato trovai comunque il modo di sistemarmi.
«Grazie per i vestiti» mi rivolsi a Nicolas, sfoggiando una delle sue felpe preferite.
«Bianca io...» gridò, esterrefatto «La prossima volta te le dò di santa ragione! Ringrazia che non ho tempo!» mi minacciò.
«Non la rovino, giuro» promisi.
«Sarà meglio per te» rispose con tono rabbioso.
«Ehi voi due! Avete finito? È tardi» si intromise mamma.
«Forza andiamo!» concluse papà.
Ero molto contenta per mio fratello, ma devo ammettere che mi eccitava il fatto di poter conoscere persone famose e frequentare posti di lusso. L'avrei seguito ovunque, sarei stata la sua ombra.
«Sai che non appena firmerai non ti libererai più di me, giusto?»
«Bianca, mi stai facendo rivalutare la proposta, e non scherzo!» rispose, ancora infastidito.
«Va bene, ti lascio in pace» mi arresi.
Il presidente del PSG lo aspettava nel suo ufficio alle 8 in punto. Una volta arrivati mamma e papà decisero di aspettare in macchina, ed io accompagnai Nicolas all'interno dell'edificio.
«Aspettami qui ok?» mi sorrise.
Annuii con i lacrimoni agli occhi. Non potevo credere che mio fratello stesse coronando il suo sogno.

Ero davanti la porta dell'ufficio quando qualcuno mi urtò, versandomi qualcosa di caldo addosso.
«Oddio!» gridai.
«Scusami, scusami! Davvero!» si mortificò.
Era un ragazzo sulla trentina, alto, occhi nocciola misto al verde.
Osservai la felpa e l'unica cosa che mi venne da pensare fu come spiegarlo a Nicolas.
«Tranquillo fa nulla...» lo tranquillizzai.
«Davvero non volevo! Non ti avevo vista» cercò di giustificarsi.
«Se mi avessi vista di sicuro non me lo avresti versato addosso» sbuffai a ridere, indicando il bicchiere del caffè per terra.
«Che stupido» mormorò «Scusa ancora eh!»
«Non fa nie...» due secondi dopo era scomparso.
Sembrava andasse di fretta.
Nello stesso momento qualcuno mi strattonò alle spalle:
«Bianca riesci a crederci? Sono in Seria A» urlò entusiasta.
Ma l'entusiasmo durò davvero poco.
«Bianca! La mia felpa!»
«Nicolas posso spiegare giuro, non c'entro nulla stavolta» tentai di convincerlo.
«Nemmeno lo bevi il caffè, che diamine!» si alterò.
«Infatti non era mio! È uscito un ragazzo dall'ufficio, non mi ha vista e mi ha versato il suo caffè addosso! Cosa dovevo fare? Picchiarlo?» dissi tutto d'un fiato.
«Dici Neymar?»
In quell'istante è come se nella mia testa si fossero collegati tanti fili assieme, facendo massa.
«Bianca, ti sei fatta versare del caffè addosso da Neymar?» ribadì iniziando a ridere a crepapelle.
«Ma perché chi sarebbe scusa?»
«Ti sei dimenticata per cosa siamo qui?»
«No, e con questo?»
«Bianca, è uno dei migliori giocatori del momento. Anche lui ha firmato il contratto con il PSG»
Sebbene mio fratello facesse parte da sempre di quel mondo, sconoscevo qualsiasi giocatore. Mi fece sentire una stupida ma a dire la verità non ricordavo minimante chi fosse, se non per sentito dire.
«Sai cosa? Forse preferisco vivere la mia vita lontana da tutto questo» dissi, ancora sconvolta.
«Sei davvero folle a non sapere chi sia»
«Sono una femmina Nicolas. Per me rimarrete sempre degli idioti che rincorrono una palla»
«Grazie...» sospirò.
«Però adesso vieni qui, fatti abbracciare!» gli saltai addosso «Nicolas Birmingham è il nuovo giocatore del Paris Saint-Germain!» esultai.

𝐶𝑜𝑛 𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 || 𝑵𝒆𝒚𝒎𝒂𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora