Le due si fecero in un battibaleno, ed arrivammo allo stadio con qualche minuto di anticipo.
Quel giorno Rafaella non sarebbe venuta quindi avrei tifato con mamma e papà.
«Hai visto Neymar?» chiesi a mio fratello, che si mostrò subito interessato alla domanda.
«Mi ha detto che sta arrivando, perché?»
«No, così... Per sapere!» deviai il discorso.
«Vi siete baciati, vero?» chiese di punto in bianco.
«No!» risposi subito.
«Ma se vi ho visti...»
«Nicolas, basta! Non sono affari tuoi!» puntualizzai, irritata dal suo comportamento.Trascorsero 30 minuti e la partita iniziò.
«Mamma riesci a vedere Neymar?»
«Mi sembra proprio lì, vicino la porta» lo indicò.
«Sì è lui!» esclamai «Forza numero dieci!»
Il biondo mi sentii e mi mandò un bacio.
«Che dolce questo ragazzo... Deve tenerci molto a te, non è così?» disse, intenerita dal suo gesto.
«Ma oggi cosa avete tutti?» chiesi, imbarazzata.
«D'accordo scusa, non dico più niente...» si ammutolì.Giocarono il primo tempo zero a zero, poi il
Benfica passò in vantaggio con un goal di "fortuna".
«È fallo!» gridai a squarciagola.
Anche i ragazzi provarono a spiegare all'arbitro quanto fossero stati scorretti gli avversari, ma non volle sentire ragione.
«Incredibile che gli abbia dato il goal!»
«Dovrebbe cambiare mestiere» commentò babbo, infastidito quanto me.
Dopo un po' Nicolas riuscì a pareggiare la partita e ci alzammo per applaudirlo.
«Bravo campione!» urlò papà.
«Vai Birmingham!» mi esaltai.All'ottantesimo minuto, vidi Neymar correre verso la porta con tutta la forza che aveva. La sua voglia di portare a casa la vittoria coinvolse tutti.
«Dai Ney, puoi farcela!»
Improvvisamente un giocatore della squadra avversaria gli si scagliò contro, colpendolo con il ginocchio proprio sulla schiena.
A primo impatto non capii cosa fosse successo ma quando lo vidi per terra il cuore mi si rimpicciolì.
«Neymar!» gridai dagli spalti.
«Bianca che succede?» chiese mamma preoccupata.
«Non lo so, non riesco a vederlo!» mi agitai.
«Vieni, sbrigati!» mi tirò con sé, papà.
Percorremmo tutta la tribuna cercando di avere una visuale più chiara ma non si riusciva a passare.
Lo stadio era in subbuglio.
«Bianca, tu va! Sto io con la mamma!» mi indicò un pertugio tra la folla.
Non seppi dire nemmeno una parola, lo guardai con gli occhi gonfi di lacrime e mi fece cenno di andare.
Nel frattempo Neymar urlava dal dolore, premendo con entrambe le mani sulla schiena.
Il giocatore che lo aveva spinto tornò indietro e si scusò, dicendo che non l'avesse visto ma l'arbitro in risposta uscì il cartellino rosso, sospendendo la partita.
«Chiamate un medico, presto!» urlò Nicolas, chinandosi sul biondo per aiutarlo.
Finalmente l'equipe corse in campo e lo trasportò fuori con una barella.
«Nicolas!» gli andai contro quando li vidi uscire.
«Bianca! Che ci fai qui? Non puoi entrare»
«Cosa è successo?»
«Pensano abbia la caviglia rotta, non riesce a muoverla. Adesso lo portano in infermeria...»
«Ma come sta?»
«Bianca come vuoi che stia? È un miracolo che sia ancora tutto intero!»
«Vado con loro» affermai, decisa.Li seguii in infermeria e cercai di parlare con Neymar, ma nessuno dei medici si mostrò collaborativo.
«Signorina è meglio se aspetta qui» disse il ragazzo della sicurezza, bloccandomi il passaggio.
«Voglio solo sapere se va tutto bene, devo avvisare la sua famiglia. La prego!»
«Ha la caviglia gonfia, sicuramente è rotta. Ma non è grave, potrà parlare con lui in ospedale»
«Dove lo porterete?»
«Al Saint-Louis»
«Ok va bene» mi arresi.
Nello stesso momento irruppe la madre di Neymar, visibilmente in shock.
«Dov'è mio figlio?»
«Signora, i medici lo stanno visitando. Si calmi!»
«Voglio vederlo» si impose.
«Potrà vederlo non appena esce, non si allarmi. Faccia fare ai medici il loro lavoro!»
«Voglio vederlo immediatamente, prima che chiami le autorità!» urlò, esasperata.
A quel punto il vigilantes la fece passare.A distanza di qualche minuto arrivò anche il padre, seguito da Rafaela.
«Bianca!» esclamò la bionda, in una valle di lacrime.
«Tesoro andrà tutto bene, te lo prometto» la strinsi.
Chissà che spavento si erano presi.
«Stavo seguendo la partita sul cellulare...» disse con la voce rotta dal pianto «L'ho visto cadere!»
«Lo so, lo so. Va tutto bene» cercai di calmarla.
Suo padre mi guardò con gli occhi pieni di rabbia e mi chiese di raccontare cosa fosse successo:
«Neymar stava per fare goal, ma un ragazzo dell'altra squadra l'ha colpito alle spalle ed è caduto a terra. Non so dirvi altro, subito dopo si è creato il caos...»
«Quel bastardo non la passerà liscia!» urlò.
Abbassai lo sguardo angosciata. Sembrava inverosimile come il giorno prima fossimo felici insieme ed il giorno dopo stessimo vivendo il nostro peggior incubo.
«Mamma! Che ti hanno detto? Come sta?» vide la madre uscire dalla stanza.
«È stabile. Stanno aspettando l'ambulanza per portarlo a fare gli accertamenti... Pensano abbia la caviglia rotta, è molto gonfia» spiegò.
«È una tragedia...» dissi, avvilita.
«Tu devi essere Bianca« esclamò la madre.
«Sì» risposi, sorpresa.
«Mio figlio ci ha parlato di te... Ringrazia tanto tuo fratello per averlo soccorso! E grazie anche a te per essergli stata vicina»
«Era il minimo che potessimo fare signora!»
Sorrise in senso di approvazione e si voltò verso il marito:
«È meglio se iniziamo a far strada. Lo stanno portando al Saint-Louis! Se vuoi puoi venire con noi» mi invitò.
«La ringrazio tanto!»
A quel punto avvisai Nicolas che sarei andata in ospedale con la famiglia di Neymar, e mi chiese di tenerlo aggiornato sulla situazione.
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𝐶𝑜𝑛 𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 || 𝑵𝒆𝒚𝒎𝒂𝒓
RomansaBianca Birmingham è una ragazza con una spiccata intelligenza emotiva. Da poco trasferitasi con la sua famiglia al centro di una piccola cittadina francese, decide di sostenere il fratello Nicolas, un calciatore emergente che le farà conoscere qualc...