𝑁𝑜𝑛𝑜 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 || "𝑼𝒏𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒕𝒂 𝒊𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆"

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Una volta entrati nel ristorante ci accolse il maître, che ci fece gentilmente accompagnare al tavolo.
Salimmo alcune scale, per poi sbucare su un'ampia terrazza, adornata da fiori e vasi in terracotta. L'atmosfera era molto romantica, circondata da lucine e candele. Persino la Tour Eiffel quella sera sembrava brillare di più.
«Ma è bellissimo!» esclamai con gli occhi pieni di gioia «Si vede la Tour Eiffel!»
Mi sentivo una bambina con il suo gioco preferito, non avevo mai visto un panorama così bello in vita mia.
«È tutto per noi» disse, avvolgendo la mano attorno alla mia schiena.
Aveva riservato l'intera terrazza per noi due. Ero letteralmente senza fiato. Sentivo che non avrei potuto ripagarlo nel modo giusto. Niente sarebbe stato all'altezza di quella sorpresa.
«Sei pazzo...»
«Sediamoci dai» mi incitò, divertito dalla mia reazione.
Una volta seduti scegliemmo le pietanze e parlammo a lungo delle nostre giornate. Leggevo un velo di tristezza nei suoi occhi nonostante fossimo assieme.
«Mi dici a cosa pensi?» cercai la sua mano sul tavolo.
«Tante cose...» la accarezzò.
«Dimmi come posso migliorare le cose Ney»
«Tu le migliori già senza far nulla»
Abbassai lo sguardo, imbarazzata. Sentirmi dire quella frase mi fece sognare ad occhi aperti.
«È proprio vero che non sono la ricchezza e la fama a darti la felicità, ma ce ne accorgiamo sempre tutti troppo tardi...» ammisi.
«Di cosa puoi lamentarti tu? Sei bella, intraprendente, hai una famiglia che ti ama...»
«Non è così anche per te?» mi sorpresi.
«Sì ma... Ero troppo giovane Bianca... Non ho scelto volutamente di intraprendere questa strada. Sono stato catapultato in una cosa più grande di me»
«A che età hai iniziato a giocare?»
«Undici anni» rispose, afflitto.
«Cavolo, eri piccolo...»
«Già» distolse lo sguardo «Ma non roviniamoci la serata per i miei problemi. Siamo qui per rilassarci»
«Ma non mi stai rovinando la serata!» lo sgridai.

Si perse un attimo a guardami, poi tornò vigile:

«Mi piaci molto Bianca... Mi piace come la pensi, come sorridi, come ti muovi i capelli. Mi piace tutto di te, dico davvero» ammise senza un velo di imbarazzo.
«Anche tu mi piaci» pronunciai con un filo di voce.
«Ma soprattuto mi piace come ignori il fatto che io sia un calciatore famoso» scherzò.
«Ancora con questa storia?» sbuffai a ridere.
«Mi mancava sentirmi normale... Grazie...»

Quella sera scoprii un Neymar diverso, profondo.
Non mi aspettavo che dietro un personaggio come il suo si celasse un animo fragile e pieno di incertezze.

Dopo cena pagò il conto e mi accompagnò a casa.
La  temperatura si era abbassata parecchio, quindi, una volta scesi dal van, non potei fare a meno di stringermi a lui, infreddolita.
«Vieni qui, sei gelata!» esclamò, poggiando la giacca sulle mie spalle per ripararmi dal freddo.
«Grazie...» sorrisi, compiaciuta.

Un gesto apparentemente banale ma che mi scaldò il cuore. Mi fece sentire speciale...

«Verrai alla partita di domani?» chiese di punto in bianco.
«Quale partita?»
«Domani giochiamo contro il Benfica, Nicolas non ti ha detto nulla?» sembrò sorpreso.
«No, lo avrà dimenticato...» pensai.
«Allora verrai o no?»
«Certo che verrò, è il minimo che possa fare per ringraziarti» dissi quasi sottovoce.

Un secondo dopo sentii le sue labbra fare pressione sulle mie. La sensazione che provai fu talmente forte da farmi venire i brividi. Era come se dentro il mio stomaco stessero sbattendo milioni di farfalle.
«È meglio che vada signorina...»
«Sì, è meglio» confermai.
Mi diede un ultimo bacio e tornò dentro il van, poi abbassò il finestrino e mi fece cenno di entrare.
«Vai via prima che ti veda qualcuno» sbuffai a ridere.
«Tu entra!» mi minacciò.
Così aprii il cancello e mi intrufolai dentro, cercando di non fare rumore. Prima ancora che potessi inserire la chiave nella serratura la porta si aprì:
«Bentornata» disse il moro, bloccandomi il passaggio.
«Nicolas, mi hai spaventata!»
«Sono le due passate, è meglio se vai a dormire...» disse il moro con il suo solito atteggiamento indisponente.
«Non ti fai mai i cavoli tuoi, vero?» lo spostai per passare.
«Notte anche a te, sorellina» rise di gusto.

Quella sera mi addormentai serena, sentivo che nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento.

La mattina successiva mi alzai con un gran mal di testa. Controllai il cellulare come d'abitudine e trovai il suo buongiorno:

*Ney🌪️*:
"Bom dia princesa!"

*Bianca⚡️*:
"Dovresti farmi un corso accelerato di portoghese... Buongiorno a te comunque!"

*Ney🌪️* sta scrivendo...*
"Va bene 😂 prima possibile ti insegnerò qualcosa"

Messaggiammo venti minuti circa, poi mi alzai e iniziai a darmi una sistemata. Non volevo ridurmi all'ultimo minuto, anche perché generalmente facevo a lotta con Nicolas per chi dovesse usare il bagno per primo.

𝐶𝑜𝑛 𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 || 𝑵𝒆𝒚𝒎𝒂𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora