Capitolo 2 - Buon Compleanno

57 3 29
                                    

~ Wren ~

Fu solo il 14 Luglio che la monetina che portavo sempre con me, fissandola e rigirandola tra le dita e tenendola sotto il cuscino la notte, si scaldò fino a diventare rossa.

Non avevo idea del perché Stillens avesse deciso di usare monetine come mezzo di comunicazione, o perché fossero tutte stranamente dorate. Sapevo che quando si scaldavano, c'era un messaggio. Era una tecnica che aveva preso in prestito da Hermione, la zia di James, che lei aveva usato nell'ES originario. La mia famiglia l'aveva perfezionata. La monetina aveva un aspetto normalissimo (A parte per il colore dorato), ma dove su una normale c'era scritto 'In God we trust', non c'era scritto niente. Niente cioè, finché mio zio (o mamma o papà, dipendeva) voleva mandare un messaggio. Avevo già un presentimento su cosa fosse questa: una convocazione.

Sfortunatamente, non potevo controllare. In quel momento eravamo nel bel mezzo della cena. In realtà stavo facendo una domanda a Lily, cercando di trovare un briciolo di normalità, quando all'improvviso fu come se un carbone ardente mi si fosse materializzato in tasca. Raggelai.

"Wren?" James si accigliò dall'altro lato del tavolo." Stai bene?"

"Sì..." Sbattei gli occhi, facendo cadere in modo casuale il braccio sulla mia tasca, giusto in caso la monetina brillasse attraverso il tessuto. "È solo..." Scossi la testa, sorridendo. "Mi sono dimenticata totalmente quello che volevo dire, mi spiace."

Tutti sembrarono accettare la cosa (anche se James sembrava un po' sospettoso), eccetto per il signor Potter. Lui alzò un sopracciglio con fare interrogativo, ed io annuii quasi impercettibilmente intanto che Albus parlava di qualcosa che Astra aveva scritto in una delle sue lettere.

Per il resto della cena, restai in silenzio. Non era insolito. Ero sull'orlo di un attacco di panico da quasi un mese ormai, e tutti ci andavano coi piedi di piombo con me. Capii cosa stavano facendo, anche se provavano a nasconderlo. Ero troppo preoccupata per tutto il resto per fregarmene molto, ma non sapevo se apprezzare la loro cautela o se sentirmi frustrata da essa.

La verità era che ero molto più in difficoltà di quanto fossi abituata a sopportare. E parte di me voleva nasconderlo, ma l'altra parte mi implorava di lasciar scorrere tutto. Lo stress atroce. La paura debilitante. L'insensibilità allarmante. Una sensazione irrazionale di essere totalmente isolata dalle persone attorno a me. E, la peggiore di tutte, l'incapacità di esprimere una qualunque di queste cose a chiunque. Non ad Albus, non a James. Neanche solo scriverlo ad Astra.

Era passato un unico, silenzioso mese tra l'attacco al Ministero e quel giorno, 14 Luglio. Un mese in cui mi ero lentamente allontanata dai miei amici, senza sapere come fermarmi. Avevo capito che James ed Albus se ne erano accorti, ma suppongo che stessero cercando di darmi spazio. Per affrontare la cosa? Per sprofondare di nuovo nella depressione? Non ne avevo idea, ma avevo un po' timore a parlarne con loro, dato che sembravano aver deciso di ignorare il tutto.

Non sapevo se la monetina nella mia tasca rendeva il tutto meglio o peggio. Forse entrambi. Affrontare mio zio era quasi meglio di aspettare senza sapere niente. Almeno non sarei rimasta più all'oscuro. La luce si sarebbe potuta rivelare molto peggio, sfortunatamente.

Sei ore dopo, ero nella stanza del signore e della signora Potter mentre entrambi si agitavano inutilmente a bassa voce per me, e tutti cercavamo di comportarci in modo più coraggioso di come ci sentivamo. Mi tremavano così tanto le mani che la signora Potter dovette agganciarmi lei la fibbia del mantello. "Andrà tutto bene, te lo giuro," disse piano, spostandomi con delicatezza i capelli dietro l'orecchio. "Qualunque cosa succeda, non ti lasceremo lì."

Il signor Potter tirò fuori qualcosa dalla tasca e me la porse. Mentre allungavo la mano per prenderla, mi accorsi che era un piccolo specchietto, come quello che aveva Teddy Lupin. Il signor Potter me lo mise nella mano e mi chiuse le dita su di esso, ed io alzai piano lo sguardo su di lui. "Tienilo in tasca; riuscirò a sentire tutto quello che succede. Se le cose si mettono male, arriverò entro pochi secondi. E non sarò solo."

We Will Shine - Star of Gryffindor Libro 6 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora