Capitolo 45 - La ragazza di Fred Weasley

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~Astra~

Dopo la lezione Colette convinse il signor Potter a tenere il Molliccio per qualche giorno. Tra le lezioni e gli allenamenti di Quidditch, noi due andavamo nella sua aula e piazzavamo il baule in mezzo alla stanza. Poi io mi mettevo in disparte a fare i compiti, mentre Colette affrontava il nostro vecchio preside. A volte parlava, dicendo varianti della stessa cosa che aveva detto a lezione. A volte camminava per la stanza. A volte cercava di afferrarla. Non la toccava mai per davvero, ma comunque lei sussultava ogni volta.

Finiva sempre uguale. Colette imprecava in francese e diceva che non funzionava, e io mi alzavo e costringevo il Molliccio, ormai Dissennatore, a tornare nel baule. A volte ci volevano cinque minuti per arrivare a quel punto. A volte, ci avvicinavamo ad un'ora. Quelle volte più lunghe diventavano un po' strane, ad essere onesta. Il Molliccio diventava molto più realistico, dicendo cose che suonavano inquietantemente come Welling, usando frasi e modi di fare che a malapena ricordavo finché non le aveva ripetute il Molliccio. Quando arrivava a quel punto, cercavo di intervenire di mia volontà, ma Colette mi abbaiava di lasciarla in pace, che c'era quasi.

Non ci riuscì mai.

Ovviamente sapevo cosa stava tentando di fare. Era stata l'unica persona in classe nostra che non era riuscita a ingannare il Molliccio, e ovviamente non ne era contenta. Ero solo preoccupata che stesse insistendo troppo. Era così intimidita che non ero certa che fosse nemmeno più in grado di lanciare Riddikulus, se ci avesse provato.

"Colette, sicura che stia funzionando?" Chiesi al nostro terzo giorno di tentativi. Dovevo andarmene presto, perché James era riuscito a incastrare un ultimo allenamento di Quidditch prima della partita del giorno dopo. Avevo appena costretto il Molliccio a tornare nel baule, e mi ci ero seduta sopra, sperando che non volesse provare di nuovo.

Colette mi guardò male. "E tu che ne sai?"

"Niente," dissi, facendo spallucce, ma era più per far contenta lei che per essere sincera. Sentivo di saperne abbastanza sui Mollicci. Almeno quanto ne sapeva lei. "Me lo chiedevo solamente. Non sono sicura che ti faccia molto bene."

Invece di sbottare, Colette abbassò lo sguardo. "Probabilmente no."

"Allora forse dovremmo smettere?" Suggerii.

"No!" Alzò gli occhi al cielo. "Devo riuscirci."

"Perché?"

"Perché tutti gli altri ci sono riusciti." Scosse la testa. "Non capiresti."

"Allora spiegami," dissi, accigliandomi. "Sembra che tu sia solo arrabbiata perché non ci sei riuscita."

"E anche se fosse?"

"Non è la fine del mondo, Colette." La studiai per un momento. Il problema era che non era riuscita a fare qualcosa che quasi tutti nel nostro anno potevano fare? Pensava di avere qualcosa da dimostrare? Praticamente tutti sapevano che era intelligentissima, e decisamente la più abile con gli aspetti tecnici della magia che nessun altro capiva. "Esattamente cosa cerchi di dimostrare?"

Colette fece spallucce. Sembrava stesse evitando il mio sguardo. "Perché pensi che voglia dimostrare qualcosa?"

"Quale altro motivo avresti?" Non rispose, e io sospirai. "Sai, tutti sanno che sei molto abile. Ma tutti hanno difficoltà con qualcosa. Nessuno è perfetto in tutto, e nessuno si aspetta che tu lo sia."

"Non è questo," sbottò.

"E allora cos'è?"

Mi aspettai una risposta breve, stizzita, ma non arrivò. Invece, esitò. Strinse le labbra. Fissò il baule sotto di me. "Non lo so."

We Will Shine - Star of Gryffindor Libro 6 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora