Capitolo uno

370 13 1
                                    

Guardavo fuori dalla finestra. Le ore di geografia non mi erano mai piaciute, e tutto d'un tratto il cielo si fece interessante.
Da quando mi avevano trasferita vicino alla finestra, e di conseguenza accanto a Matthew -che io tanto odiavo- non facevo altro che lamentarmi sottovoce. Odiavo quel posto, forse può parvi strano, ma io odiavo stare vicino alla finestra. Mi distraeva troppo facilmente, e io dovevo seguire le lezioni se volevo arrivare alla fine dell'anno senza lacune.
«Bene, questo è tutto. Potete ritirare» disse la professoressa di geografia. Una donna di mezza età con i capelli biondi e gli occhi marroni. E con una voce tremendamente fastidiosa, ma quando voleva riusciva ad essere almeno un po' apprezzabile. Quando voleva, appunto.
La campanella suonò e io ritirai velocemente andando a passo spedito verso l'uscita.
Quando uscii da scuola c'era la macchina di mio fratello proprio davanti. Lui si trovava appoggiato a essa, con gli occhiali da sole e una bibita.
«Salve principessa» mi disse abbracciandomi.
«Ben ritrovato mio principe» dissi ridendo, «Avrò l'onore di salire in questa maestosa carrozza trainata da degli splendidi cavalli?» continuai staccandomi dall'abbraccio.
«L'onore è tutto mio» e dopo che disse questo mi aprì lo sportello.
«Ma la ringrazio» gli dissi.
Poi anche lui si mise in macchina, e successivamente la mise in moto.
«A parte gli scherzi..com'è andata a scuola?» disse tornando serio e togliendosi gli occhiali.
«Al solito. A casa?»
«In realtà dobbiamo parlare» mi disse, ma io non gli chiesi nulla. Sapevo che riguardava nostra zia e perciò, doveva essere presente pure papà.

Quando arrivammo a casa salutai nostro padre con un bacio sulla guancia, poi dopo che pranzammo iniziò a parlare.
«Adele, andrò dritto al punto» disse facendo una pausa, come per cercare le parole adatte da usare, «Dobbiamo trasferirci, risolveremo le cose solo così»
Io lo guardai scioccata, poi mi girai verso Clarence, mio fratello.
«Tu lo sapevi?» chiesi, ma infondo sapevo già la risposta.
Lui annuì.
«Dove andiamo?» chiesi rivolta a mio padre.
«Los Angeles.»
Non ci potei credere. Los Angeles?
Avrei rivisto Logan, il mio migliore amico d'infanzia, che ora però era una star mondiale.
«Quando?» chiesi.
«Domani mattina, prepara i bagagli» mi disse Clarence.
«È una cosa fantastica.» dissi e poi mi precipitai in camera.

Non avevo stretto nessuna amicizia a New York, perciò a me andava più che bene tornare nel paese in cui si trovava il mio migliore amico. Anzi, ne ero felice.
Ed ero contenta anche che avrei rivisto mia mamma.
Decisi di mandare un messaggio a Logan. Non ci sentivamo da circa una settimana, probabilmente era troppo impegnato con i tour e cose così. Insomma, cose da celebrità, che a me non riguardavano in nessun modo.

Per Logan
Ciao Loggie!! Non ci potrai mai credere, domani sono da te, ci trasferiamo lì. Non trovi che sia la notizia più bella di sempre?

E dopo aver mandato quel messaggio iniziai a fare i bagagli, ma neanche dieci minuti dopo mi arrivò un messaggio.

Logan
Adele dici sul serio? Non vedo l'ora di rivederti! Ti farò conoscere i miei amici, li amerai.

Sorrisi quando lessi quel messaggio. Avevo ascoltato le loro canzoni per ore, ed erano tremendamente bravi.

Per Logan
Certo, non vedo l'ora! A domani, baci e abbracci.

Dopo che inviai questo misi il telefono in carica e continuai a fare quello che stavo facendo. Quando finii quasi non la riconobbi più la mia camera. Era così..spoglia. Riuscii ad avvertire un senso di vuoto quasi subito, ma non ne sapevo bene il motivo.
New York non mi aveva dato niente se non tristezza, e la mia camera non era nulla di speciale.
Nessuno lì mi amava davvero, a parte mio padre e mio fratello, anzi, mi odiavano tutti.
Ero sempre quella messa in disparte, a cui tutti sparlavano dietro, e io fingevo di non sapere, ma sapevo eccome.
Io sentivo tutti i commenti che facevano riguardo al mio conto. Avevo sentito quando mi avevano insultata per una felpa che mi aveva regalato mio fratello. Mi ero accorta dei sussurrii che avevano fatto quando mi ero presentata con una semplice sciarpa grigia, che loro reputavano strana, ma fuori c'era il gelo.
E questi chiaramente non erano tutti.
Ma ciononostante ero quella di cui nessuno sapeva neanche il nome, Adele chi?, Ah aspetta ma quella compagna strana?, Non mi pare di aver mai sentito il nome Adele nella mia classe.
Però, c'erano molte persone che, non mi sopportavano ma pur sempre mi rispettavano. Perché? Perché mi sapevo difendere da certe cose. E quando io mi arrabbiavo e rispondevo, loro improvvisamente smettevano subito, continuando però ad odiarmi profondamente.
Una volta ci trovavamo tutti quanti in giardino per fare la ricreazione. Io stranamente ero partecipe ad una piccola discussione che si era aperta, e quando io espressi la mia opinione su una cosa che aveva detto una nostra compagna, al suo amico non andò tanto bene.
E perciò mi disse:
«Ma ti sei lavata oggi?»
Notando probabilmente il neo che avevo sulla mano, che magari da lontano poteva sembrare davvero sporcizia date le sue dimensioni -mi copriva quasi tutta la mano-, ma da vicino anche un cieco avrebbe potuto capire che fosse un neo.
Mi fece tremendamente arrabbiare, perché alle medie ero stata vittima di bullismo per quel maledettissimo neo.
«L'ultima volta che il tuo corpo è stato a contatto con dell'acqua pulita è stato al tuo battesimo.» gli risposi. Tutti rimasero scioccati dalla mia risposta, alcuni si misero a ridere in modo davvero crudele, anche persone che lui stesso chiamava amici.
Lui ci rimase davvero male, e da quel giorno smise di darmi fastidio.

Molte persone invece non mi davano fastidio già dal principio, perché avevano paura di mio fratello.
Clarence aveva i capelli marroni e gli occhi verdi, era un bel ragazzo e in molte avevano una cotta per lui, ed era molto muscoloso. Infatti lui faceva pugilato, e la maggior parte delle persone, che io chiamavo molto sagge, non si azzardavano a dire la minima cosa sbagliata  perché avevano paura che la sua mano potesse finire sulla loro faccia in un tremendo colpo; che poteva risultare anche fatale.
Clarence era l'opposto di me, lui era pieno di amici, tutti lo amavano e chi non lo amava lo invidiava profondamente. Era sempre sorridente, molto estroverso, e non si faceva tanti nemici.
A volte mi chiedevo come fosse possibile che ci avessero generati le stesse persone.

Spazio autrice
Ciao! Questo era il primo capitolo, forse un po' troppo lungo, I know, ma mi serviva come introduzione 🙇🏻‍♀️
Fatemi sapere se vi è piaciuto, e niente, mi dileguo, alla prossima 👾👾🤍🤍

You're Not Alone - Kendall KnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora