Capitolo sei

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Era passato ormai un mese da quando mi ero trasferita al Palm Woods. Ne avevamo passate davvero tante.
Io e Logan eravamo gli amici di sempre, come se non ci fossimo mai separati; io ero felicissima di questo. Eravamo quelli che ragionavano di più all'interno del gruppo, ma che alla fine si facevano sempre influenzare da loro.
Io e Carlos invece, sembravamo amici da una vita. Già dal primo momento io e Carlos avevamo un bel rapporto, ma con il passare dei giorni era diventato ancora più bello. Insieme combinavamo davvero tanti guai, a volte anche senza farlo apposta. Ma era questo il bello del nostro duo: non ci annoiavamo mai.
Io e James ci insultavamo spesso, ma alla fine ci volevamo bene. Non parlavamo troppo, ma quando lo facevamo non erano mai discorsi seri.
E infine, io e Kendall. Avevamo un rapporto abbastanza strano. Fatto di sorrisi, abbracci e divertimento e a volte di momenti un po'.. imbarazzanti, per me. Io volevo molto bene a Kendall, ma nei suoi confronti avevo una sorta di protezione. Intendo dire che, quando parlava con qualche ragazza diventavo improvvisamente gelosa, mi infastidiva davvero tanto. Logan sosteneva che mi piacesse, ma io non avevo mai avuto una cotta per nessuno, non ho mai saputo come funzionasse.
Insieme tutti quanti eravamo un bel gruppo. Certo, forse un po' imprevedibili, ma comunque un bel gruppo. Ci supportavamo e sopportavamo a vicenda, tutti rispettavano tutti (a volte) e ci volevamo sicuramente molto bene, anche se non eravamo soliti dircelo.

Quel giorno ero seduta sul divano, stavo leggendo un libro, quando mi si avvicinarono Clarence e mio padre. Negli ultimi tempi i miei amici avevano imparato a conoscere molto bene Clarence, e non nego il fatto che avevano un po' di timore nei suoi confronti.
«Ciao principessa. Ti dobbiamo parlare» annunciò mio fratello. Non sapevo che qualcosa della mia vita sarebbe cambiata.
Mi feci curiosa, ma anche preoccupata. Loro si sedettero accanto a me.
«Non sappiamo quanto la notizia potrebbe piacerti» confessò mio padre. La preoccupazione a quel punto si fece più alta della curiosità, e mi ritrovai a sperare che non parlassero, così che io non avrei mai saputo nulla.
«Ditemi» dissi con la voce un po' tremante.
«Allora...» iniziò papà. Fece un respiro profondo e parlò. «Non ci voglio girare troppo attorno. Io e Clarence dobbiamo partire per New York, dobbiamo sistemare delle cose per il lavoro, non sappiamo quanto ci metteremo. Ma tu, dovrai restare qui, andrai a vivere con i tuoi amici, ne abbiamo già parlato con loro.»
Mi si bloccò il respiro. Non ero mai stata lontana da loro, mai. La mia famiglia stava andando a New York e io sarei dovuta restare lì.
Mia mamma aveva troppo a cui pensare, e sebbene le volessi un bene dell'anima, non era mai stata troppo presente.
Avrei avuto tante cose da dire, tuttavia non parlai. Non ci sarei riuscita.
«Adele» mi chiamò mio fratello.
Non riuscii più a trattenermi e piansi, come non avevo mai fatto.
Clarence mi abbracciò, nostro padre si tolse gli occhiali per asciugarsi le lacrime che stavano scendendo ininterrottamente dai suoi occhi.

Dopo quella notizia passai tutto il mio tempo solo con loro. Non avevo intenzione di vedere i miei amici, volevo stare solo con la mia famiglia finché mi fosse stato possibile.
Ma il tempo non può essere fermato, e allora arrivò il giorno in cui se ne andarono. Forse il giorno in cui piansi di più.
Dopo che se ne furono andati, mi precipitai in casa dei Big Time Rush.
Bussai, e ad aprimi fu Logan, che come prima cosa mi abbracciò. Intuii che voleva parlare con me quando saremmo stati soli.
Quando entrai dentro casa mi trovai i miei amici, Katie e la mamma di Kendall davanti. Mi salutarono tutti calorosamente, e mi mostrarono la mia camera. Quando fui dentro feci cenno a Logan di avvicinarsi.
Lui chiuse la porta e si sedette sul letto.
«Tuo padre non mi ha voluto dire perché se ne sono andati. Ma se tu vuoi, puoi farlo»
Feci un respiro profondo. Forse mi avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno.
«Il lavoro di mio padre ultimamente non va molto bene, anzi affatto. All'inizio ci ha costretti a venire qui a Los Angeles, ma adesso devono tornare a New York, perché continua a peggiorare. Come sai bene mia mamma non è molto presente, e insomma... dovrò stare da sola per un po', immagino.» gli spiegai.
Lui si alzò dal letto e mi abbracciò. «Finché ci saremo noi, non sarai mai sola.»

Quel giorno passò abbastanza in fretta, e sentivo la mia famiglia ogni giorno.
Mi trovavo in cucina, stavo mangiando un Sandwich, quando spuntarono improvvisamente i miei amici. Non mi spaventai, avevano il vizio di farlo davvero spesso e ormai mi ci ero abituata.
«Ciao Adele» dissero in coro.
«Ragazzi» li salutai io.
«Abbiamo assolutamente un problema che solo tu puoi risolvere» disse James. Feci cenno di continuare a parlare.
«Ecco, tutti i nostri coreografi hanno deciso di andarsene» iniziò Carlos.
«Non voglio saperne i motivi»
«Bene meglio per te» rispose Kendall.
«Arrivando al punto, tu ci devi aiutare a trovarne uno» disse Logan.
«Perché proprio io?» chiesi.
«Sei brava in queste cose»
Feci quello che mi avevano chiesto, ma se ne andarono puntualmente via tutti. Uno perché si era trovato una lucertola nella maglietta, il secondo perché si addormentavano mentre ballavano, quello successivo perché non si presentavano mai, il quarto perché gli avevano offerto una gita gratis in Francia e l'ultimo non mi vollero dire cosa avevano fatto, ma lui se ne andò urlando.
Iniziai a pensare che lo facevano apposta a mandarli via tutti. Ma ogni volta mi chiedevo: a quale scopo?
Ma poi la mia domanda ebbe una risposta, o come direbbe Logan, una supposizione.

Il giorno, quando sbarcai le porte della sala da ballo, loro urlarono di vittoria.
«Ti abbiamo convinta finalmente» esclamò Carlos.
«Avrei dovuto capirlo dall'inizio» ammisi io.
Da quel giorno iniziai ad essere anche la loro insegnante di ballo, e il nostro rapporto si strinse ancora di più, e io superai una paura della quale nessuno ancora era a conoscenza.

You're Not Alone - Kendall KnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora