Capitolo due

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Mi svegliai con il suono fastidioso della sveglia. Per un attimo mi ritrovai a pensare: che palle la scuola, ma poi realizzai che sarei dovuta partire per Los Angeles e mi alzai di fretta dal letto.
Andai al piano di sotto per fare colazione dove mi aspettava mio fratello.
«Buongiorno principessa» mi disse sorridendo e continuando a mangiare il suo latte con i cereali. Poi notai che nel posto davanti a lui c'era un'altra tazza con del latte e dei biscotti affianco.
«Grazie Clarence» dissi sedendomi a tavola, lui mi sorrise.
Iniziai a mangiare e nel mentre parlammo del più e del meno, poi gli chiesi dove fosse papà e lui mi rispose che era andato in bagno.
Quando finii di mangiare mi precipitai in camera e mi feci una doccia veloce, quindi mi misi la roba che avevo preparato il giorno prima: dei pantaloni neri e una camicetta a scacchi. Niente di particolare, non amavo vestirmi stravagante.

Quando fummo dentro l'aereo la mia ansia si fece sentire. Una delle tante cose che odiavo era salire sugli aerei.
Così decisi di ascoltare un po' di musica, appoggiai la testa sulla spalla di mio fratello e avviai Boyfriend dei Big Time Rush.
Clarence invece era intento a messaggiare su instagram con chissà chi, probabilmente ragazze e ragazzi che lo ammiravano.
Prima di salire sull'aereo, quando eravamo in aeroporto, dissi che dovevo andare in bagno, e quando fui lì mi si avvicinò una ragazza iniziando ad urlare cose del tipo: Oh ma sei la sorella di Clarence!, Come sta lui?, Ha già trovato la ragazza?
Mi dava molto fastidio quando la gente mi parlava solamente perché interessata a mio fratello, perciò le risposi: «Umh.. mio fratello è con la sua ragazza in questo momento» e me ne andai.
Prima di varcare la porta vidi dallo specchio del bagno la sua faccia perplessa, probabilmente sarebbe andata a dirlo a tutti.
In realtà mio fratello non aveva mai avuto una ragazza, se non una volta, ma poi lei l'aveva lasciato perché -a detta sua- "aveva troppe ammiratrici" e anche perché Clarence aveva fatto una grande cazzata.
Lei si chiamava Anne, era una bella ragazza, aveva i capelli ricci e biondi, e dei bellissimi occhi verdi. Era una brava persona e io e lei avevamo legato facilmente. Finché, un giorno, Clarence rispose a dei messaggi di una sua "fan" che lo stava assillando da troppo, io sapevo che lui non aveva brutte intenzioni, ma Anne se l'era presa e aveva deciso di lasciarlo.
Clarence amava Anne, si vedeva, ma se fossi stata al suo posto, pure io l'avrei lasciato. Ma io, che sono la sorella più piccola di Clarence, so che non l'aveva fatto con quell'intento, voleva solo mettere fine a tutti quei messaggi. Io sperai fino alla fine che lei tornasse da lui, ma purtroppo non successe mai.

«Guarda Adele, stiamo per atterrare» mi disse mio fratello togliendomi una cuffietta.
Io mi affacciai al finestrino e sorrisi.
Los Angeles.

Quando arrivammo all'aereoporto c'era gente infinita, ma quando stavo cercando insieme alla mia famiglia di farmi spazio tra la gente, scorsi una faccia a me molto familiare.
Sorrisi e, lasciando le valigie a mio fratello, corsi verso di lui.
Scostai tutte le persone che avevo attorno, alcune ridevano, altre mi guardavano male o si lamentavano, ma non era ciò che mi importava.
Arrivai incontro a lui e lo tenni stretta a me più forte di quanto potessi.

«Logan!» urlai felice, e lui sorrise.
Ci staccammo dall'abbraccio e lo guardai meglio: non era più il bambino che conoscevo io.
«Quanto sei cambiato» dissi toccandogli i capelli.
«E tu? L'ultima volta che ti ho vista ti cadevano ancora i denti da latte!»
Ci mettemmo a ridere entrambi e poi lo presi per mano per portarlo dalla mia famiglia.

Quando mio fratello lo vide sorrise come uno scemo, e li diede un abbraccio, stringendolo parecchio a sé. Risi.
«Ma guardati Logan» disse mio padre.
«Salve Jack, come sta?» gli chiese Logan.
«Bene grazie, e tu?»
«Tutto apposto. Vi aiuto con le valigie dai» annunciò prendendo la mia.

Ci sedemmo su una panchina e il mio amico disse che non era venuto lì solamente per salutarmi, ma anche perché mio padre gli aveva detto che gli serviva un passaggio, e Logan si era offerto di aiutarci.
«Grazie mille ragazzo. Appena ci sistemiamo bene mi compro una nuova macchina» gli rispose mio padre.
Logan gli sorrise, per poi dire: «Adesso stanno arrivando i miei amici, vi dispiace? Saranno loro a darvi il passaggio, sono un po' strani lo ammetto, ma vi piaceranno.»

Pensai si trattasse di qualche suo amico di scuola ma, da lontano vidi arrivare tre ragazzi e pensai tra me e me: amici? Loro erano i maledetti Big Time Rush!
Mi sentii tremendamente in ansia, e presi la mano di mio fratello.
Quando arrivarono, iniziò a parlare Logan: «Allora, ragazzi loro sono le
persone di cui vi ho parlato, lei è Adele, lui è Clarence e lui è Jack» disse indicandoci uno ad uno.
«Io sono Kendall, e loro sono James e Carlos» disse per l'appunto Kendall.
«E io sono single» annunciò James. Feci una faccia stranita ma non ci diedi troppo peso, invece Clarence lo guardò male.
«Guideranno Kendall e James, decidete voi in che macchina andare, sappiate che io purtroppo sono da James mentre Carlos da Kendall» ci disse Logan.
Allora mi feci coraggio e parlai io: «Pure io da James»
James mi sorrise, ma non ne capii il motivo, avevo scelto di stare nella sua macchina solamente per la precedente affermazione di Logan.
«Sì pure io» disse Clarence.
«Allora io da Kendall» disse nostro padre.

Io mi misi nel posto davanti mentre gli altri due dietro.
«Da dove venite?» chiese James guardando solo me, così mi sentii costretta a rispondere.
«New York» dissi.
Quando guardai lo specchietto retrovisore vidi la faccia di Clarence un po' infastidita, ma non ci feci caso.
«È un bel posto sai, speravo di poterci andare un giorno e di incontrare lì la mia anima gemella» mi dichiarò James, solo a quel punto mi fu chiaro perché mio fratello fosse così arrabbiato. Cercai di trattenere una risata.
«Tu sogni di incontrare la tua anima gemella dappertutto» rispose Logan quasi divertito.
«Sshhh! Questo non è vero.» negò il ragazzo.
Trattenni ancora una risata, e mi misi il libro che stavo leggendo davanti alla faccia, così nessuno avrebbe potuto vedere se avessi riso.
Logan invece lo fece liberamente e disse: «Non ti conviene provarci con Adele.»
Io guardai nuovamente lo specchietto retrovisore e notai Clarence ancora più infastidito di prima, così non ce la potei fare più e scoppiai a ridere.
Mi guardarono tutti tranne mio fratello, occupato a guardare male James.
«Che bel sorriso che hai» disse lui cercando di mettermi una mano attorno alle spalle, ma quando lo fece, parlò per le prima volta mio fratello.
«Metti giù le mani»
James non si sentì intimorito, lo vidi dal suo sguardo, ma fece ciò che gli era stato detto comunque.
«Un fratello geloso? La cosa si fa intrigante»
Logan scoppiò ancora una volta a ridere e io lo seguì.
«No. Il fatto è che proprio non sei il mio tipo» gli dissi io finalmente.
«Hai rifiutato James?» mi chiese lui parlando di sé in terza persona.
«Sì, ti ho rifiutato» ammisi io.
Il mio amico continuò ancora a ridere e quando guardai Clarence notai che era più calmo di prima.

«E dimmi..chi tra noi potrebbe essere il tuo tipo?» mi chiese cautamente. Nella sua voce non ci fu rabbia, solo curiosità.
Magari era abituato a essere rifiutato, pensai. O magari aveva così tante ragazze che gli andavano dietro che se una lo rifiutava non era la fine del mondo.
Era molto più probabile la seconda, sicuramente.
«E perché mai lo dovrei dire a voi?»
«Kendall» disse Logan. Mi sentii avvampare.
«Cosa? Perché preferiscono tutte lui a me?»esclamò James. Poi continuò, «Aspetta, e tu come fai a saperlo?» chiese rivolgendosi a Logan. Infatti Logan, tu come fai a saperlo?
«Io e Adele siamo amici da una vita. So che tipi le piacciono. Poi potrei anche sbagliarmi, ma non credo» rispose guardandomi con un ghigno.
Per fortuna non disse nulla di tutti quei messaggi che gli avevo mandato riguardanti Kendall, cose come: Ma chi è quel tuo amico?, Sembra davvero bello sai.
Per tutto quel tempo avevo evitato di guardare mio fratello, ma quando per sbaglio lo feci, mi sentii bruciare.
Mi stava guardando in modo molto confuso, intuendo che ci fosse qualcosa sotto.
«Kendall è quel biondino?» chiese Clarence.
«Sì esatto» rispose James.

Quando finalmente finì quella tortura in macchina, arrivammo a casa.
Dentro c'era già nostro padre intento a mettere apposto.
«Ciao ragazzi. Sistemate i bagagli dai, poi avremo tempo di parlare un po' di come vi sembra il posto.»
Io feci un sorriso a trentadue denti e con l'aiuto di Clarence iniziai a sistemare.

You're Not Alone - Kendall KnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora