CAPITOLO 1

377 66 8
                                    

QUALCHE MESE PRIMA....

Si alzò dal pavimento del bagno e si asciugò le lacrime con la manica della felpa. Andò verso il lavandino e si guardò allo specchio.

Sullo zigomo sinistro le si stava già formando un livido.

Si sciacquò la faccia per cancellare le tracce del pianto e dopo di che si rifece la coda.

"Perchè deve essere sempre tutto così difficile?" si chiedeva in continuazione.

Era in bagno da una ventina di minuti e di sicuro la professoressa le aveva già messo una nota. Non voleva uscire dal bagno e far vedere a tutti il suo livido e soprattutto non voleva tornare in classe e passare altre tre lunghissime e noiosissime ore circondata da gente che non faceva altro che ridere di lei, così prese il cellulare e chiamò una delle poche persone su cui poteva davvero contare.

-Pronto amore- rispose al terzo squillo la donna.

-Nonna sto male, potresti venire a prendermi?- le chiese la ragazza.

Era ormai un'abitudine per lei andare da sua nonna ogni volta che le succedeva qualcosa. Era l'unica persona disposta ad aiutarla e soprattutto era l'unica che la capiva davvero.

-Certo, arrivo- le disse la donna con voce preoccupata per poi riattaccare.

Si sedette di nuovo a terra portandosi le ginocchia al petto e aspettò l'arrivo di sua nonna.

Dopo circa 10 minuti entrò in bagno la signora Parker, la bidella di quel piano.

-Signorina deve uscire- le disse la donna visibilmente annoiata -è venuta a prenderla sua nonna-

La ragazza annuì e la bidella se ne andò.

Si alzò velocemente ed uscì dal bagno percorrendo il corridoio a testa bassa e con passo veloce.

Quando arrivò vicino la bidelleria alzò il viso e vide sua nonna poco lontano con il suo zaino sulle spalle.

Quando i loro sguardi si incontrarono si scambiarono un piccolo sorriso.

Quello della ragazza era forzato, quello della donna stanco.

Lei odiava vedere sua nonna così e odiava anche vedere le persone soffrire a causa sua.

Ma sua nonna era fatta così.

Faceva proprie le pene altrui perchè odiava vedere soffrire le persone che le stavano più a cuore, ma poi la prima a soffrire era lei.

Uscirono dalla scuola in silenzio e una volta fuori la ragazza si girò verso sua nonna che aveva un'aria arresa e soprattutto stanca.

-Nonna, dammi lo zaino. Lo porto io- le disse sorridendo.

l'anziana donna si sfilò lo zaino in silenzio e lo passò alla nipote che se lo mise immediatamente sulle spalle.

Si incamminarono verso casa di sua nonna che non era molto lontana dalla scuola.

Una volta arrivate, la ragazza se ne andò velocemente in una delle tante camere libere della casa e si buttò sul letto.

Sprofondò la testa nel cuscino e strinse forte gli occhi per non piangere. Poco dopo sentì dei passi nella stanza avvicinarsi al letto.

-Amore- la chiamò sua nonna iniziando ad accarezzarle i capelli.

La ragazza non rispose.

Voleva stare da sola e, in quel momento, desiderava soltanto che sua nonna se ne andasse.

-Ho visto il livido- le disse dopo un attimo di silenzio la donna.

La ragazza restò senza fiato e strinse ancora più forte gli occhi per non fare uscire le lacrime.

-è stato lui vero?- le chiese sua nonna con voce tremante facendo perderle la lotta contro le lacrime che uscirono bagnando il cuscino.

-Jenny, rispondi- continuò la donna. -è stato di nuovo lui? è stato di nuovo Luke?-


Maybe it was love||Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora