CAPITOLO 3

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La mattina seguente si svegliò con un forte mal di testa. Si alzò dal letto e andò in bagno. Si sciacquò il viso con l'acqua fredda e poi si guardò allo specchio.

Era più pallida del solito e le occhiaie erano più accentuate. Il livido violaceo sullo zigomo era risaltato dal pallore della pelle. Si legò i capelli in una coda spettinata e andò in cucina.

Sua nonna stava facendo colazione e quando lei entrò in cucina, alzò lo sguardo dalla tazza di latte fumante e sorrise alla nipote.

-Buongiorno nonna- la salutò la ragazza avvicinandosi a lei per poi lasciarle un caloroso bacio sulla guancia destra.

-Buongiorno tesoro- le rispose la donna mentre Jennifer le si sedeva accanto.

-è rimasto un po' di latte caldo- le disse sua nonna -lo vuoi?-

La ragazza rifiutò scuotendo la testa .

-Tesoro, devi mangiare- le disse la donna preoccupata -non hai un bel colorito-

-Non ho fame, grazie lo stesso- le rispose Jennifer alzandosi e andando verso il divano.

-Se non te la senti di andare a scuola puoi restare qui per oggi- le disse sua nonna -io ho delle cose da sbrigare perciò tra poco esco. Tu torna pure a letto e riposati- guardò la nipote sorridendo e poi aggiunse tristemente -e passati la pomata sul livido-

-Grazie nonna- le disse la ragazza sedendosi sul divano -grazie davvero per tutto-

amava sua nonna e sapeva che se non fosse stato per lei, avrebbe già smesso di lottare da tempo.

Gli occhi le si riempirono di lacrime così li strinse forte per non farle uscire.

Odiava essere così debole, ma ultimamete lo era anche tanto.

La donna si alzò da tavola e uscì dalla cucina e la stessa cosa fece la ragazza.

Andò nella camera dove aveva passato la notte, si sdraiò sul letto con il cellulare e poi mandò un messaggio a Calum

"Cal, oggi non vengo a scuola. sto da mia nonna"

Non passarono nemmeno 30 secondi che il ragazzo le rispose:

"Tra dieci minuti sono da te" e Jennifer non potè fare altro che sorridere.

Circa quindici minuti dopo suonò il campanello.

Jennifer si precipitò ad aprire la porta e, una volta aperta, si gettò tra le forti braccia del moro che la strinse immediatamente a sè.

-Ei Jen- le sussurrò tra i capelli stringendola sempre più forte contro il suo petto.

Gli occhi di Jennifer si riempirono di lacrime, che bagnarono la maglietta nera del moro.

Dalla bocca della ragazza uscirono singhiozzi strozzati e Calum iniziò a massaggiarle la schiena con il palmo della mano per farla calmare.

-Jen, entriamo e prepariamo la cioccolata calda, ok?- le chiese il ragazzo cercando di mantere la voce ferma e calma mentre dentro era tutt'altro che calmo.

Jennifer sorrise. Quel ragazzo la conosceva meglio di chiunque altro e sapeva che la cioccolata calda riusciva sempre a farla calmare.

Si staccò dalle braccia del moro ed entrò dentro seguita da Calum, che si chiuse la porta alle spalle.

-Vai in bagno e datti una sciacquata alla faccia- le disse il ragazzo sorridendo -io preparo la cioccolata-

La ragazza forzò un sorriso e poi si avviò in bagno.

Dopo circa dieci minuti andò in cucina e trovò Calum vicino il lavello che versava la cioccolata in due tazze.

Passarono la mattinata parlando, ridendo e guardando vecchie foto e filmini, poi, verso l'ora di pranzo, il ragazzo se ne andò.

Jennifer stava molto meglio.

Calum riusciva sempre a fargli vedere una piccola luce tra il buio.

Poi, senza accorgersene, si addormentò.

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Erano circa le 16:30 quando si svegliò a causa della suoneria del suo cellulare.

Non ebbe nemmeno il tempo di prenderlo che riattaccarono.

Prese il cellulare e la paura la travolse quando vide che aveva diciotto chiamate perse da Michael e svariati messaggi.

Ne lesse alcuni e tutti chiedevano più o meno la stessa cosa: "Dov'è Cal?", "è ancora da te?", "Perchè nessuno dei due risponde?", "Jen che cazzo succede?"

Il cuore le batteva forte mentre scorreva tra i messaggi.

Poi, tra tutti quelli di Michael, uno era da parte di uno sconosciuto e quando lo lesse le si fermò il cuore.

"Smettila di passare del tempo con quello sfigato di Hood e di raccontargli i cavoli nostri. Questa volta non gli è andata malissimo, ma la prossima volta lo uccido direttamente e sappi che domani la pagherai anche tu x".

||SALVEEE||

Allora, come prima cosa voglio scusarmi per la schifosità di questo capitolo, ma non sono riuscita a fare di meglio.

Inoltre volevo ringraziare tutte le ragazze che mi hanno scritto su twitter. Siete l'amore, giuro.

Comunque, se vi piace questo capitolo commentate e votate e niente, grazie a tutti quelli che leggono la storia e che la votano.

Ciaooo :)

Maybe it was love||Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora