CAPITOLO 4

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Si cambiò ed uscì fuori casa di corsa con il cuore che le batteva fortissimo.

Riusciva a pensare solo a quello strano messaggio e aveva paura per Calum.

Il vento pungente la colpì all'istante e fu attraversata da un brivido. Si chiuse la giacca e dopo essersi messa il cappuccio, si affrettò sul marciapiede con le mani in tasca.

Doveva smettere di pensare al messaggio.

Calum stava bene. Doveva stare per forza bene.

Cercò di convincersi che probabilmente era a casa a giocare ai videogames o stava dormendo e per questo non rispondeva alle chiamate di Michael.

Non passarono nemmeno cinque minuti che arrivò davanti la casa della famiglia Hood. Nel vialetto non c'era la macchina dei genitori di Calum, probabilmente erano ancora a lavoro.

Si avvicinò col cuore alla gola alla porta e suonò al citofono.

Non rispose nessuno, così suonò un'altra volta, ma anche questa volta nessuno rispose.

Iniziarono a pizzicarle gli occhi e si sedette a terra con la schiena appoggiata alla porta portandosi le ginocchia al petto e iniziò a piangere.

In cuor suo sentiva che Calum non stava affatto bene.

Dopo qualche minuto , il cellulare che teneva nella tasca dei jeans vibrò.

Lo prese velocemente con le mani tremanti e, quando lesse il messaggio che le era arrivato, si sentì morire.

"Non startene lì seduta a piangere mentre il tuo amico è in un letto di ospedale incosciente. Per questa volta ti lascio andare, ma, come ti ho già detto, domani la pagherai anche tu. A domani stronza."

Tremava così tanto che il cellulare le cadde a terra.

Il panico e il terrore si erano impossessati di lei.

Si guardò in torno perchè quel qualcuno che aveva fatto del male a Calum in quel momento la stava guardando. In giro non vide nessuno fin quando il suo sguardo non si posò su un lampione parecchio distante da lei dove era appoggiato qualcuno.

Nonostante la distanza, era sicura che fosse lui. Luke.

Era appoggiato al lampione con le braccia incrociate al petto e Jennifer riusciva quasi a vedere un ghigno sul suo viso.

Terrorizzata si strinse di più a sè stessa, iniziando a sudare.

Avrebbe dovuto immaginarselo che era stato lui, il diavolo.

Il cuore le batteva all'impazzata e quasi non riuscì a respirare quando lo vide staccarsi dal lampione e fare qualche passo avanti, ma poi si incamminò verso la direzione opposta.

Jennifer lo seguì con lo sguardo fin quando non lo vide scomparire dietro ad un angolo e il suo cuore si calmò.

Prese subito il cellulare e chiamò Michael.

-Jen!- le rispose il ragazzo dopo il terzo squillo.

-Ei, puoi venire a prendermi? sono davanti casa di Calum- la voce della ragazza si spezzò quando pronunciò il nome del moro.

-Jen che succede?- le chiese Michael con voce preoccupata -Dov'è Cal?-

Jennifer esitò un attimo prima di rispondere.

Non riusciva nemmeno a pensare al fatto che Calum fosse in ospedale e dirlo ad alta voce le sembrava un'impresa impossibile.

Ma Michael era il suo migliore amico e doveva saperlo.

-Non so c-cosa sia successo di preciso, ma C-calum è...- iniziò a dire Jennifer balbettando e cercando di non piangere -è in ospedale-.

la sua risposta fu seguita da un assordante silenzio.

Michael non rispose e Jennifer non poteva nemmeno immaginare cosa stesse pensando il quel momento il suo amico.

Dopo un po' Michael sospirò e rispose con un semplice -Arrivo-.

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Arrivarono in ospedale dopo poco più di mezz'ora. Il viaggio era stato tristemente silenzioso.

Jennifer guardava fuori dal finestrino per non guardare l'espressione terrorizzata e assente di Michael.

Entrarono in ospedale e si avvicinarono ad un infermiera che era ferma e scriveva qualcosa nella cartella che aveva in mano.

-Scusi- le chiese Jennifer facendole alzare il volto verso di lei -per caso è ricoverato qua un paziente di nome Calum Hood?-

La donna fece un cenno con la mano per dirle di aspettare e riguardò la cartella che aveva in mano.

-Si, è stato portato qui d'urgenza un paio di ore fa- disse la donna dopo un po' spezzando in mille pezzi il cuore dei due ragazzi -ma non può ricevere visite-

-Come sta?- chiese Michael con voce roca

La donna lo guardò con compassione per poi rispondere -è ancora incosciente, ha perso molto sangue ma se la caverà-

Alle parole della donna Jennifer iniziò a sudare mentre Michael sentì un forte dolore al petto

-Ha perso molto sangue?- chiese il ragazzo con voce alta e piena di panico -Che cosa gli è successo?-

-Sentite ragazzi- disse l'infermiera appoggiando una mano sulla spalla tremante di Michael -Io non posso dirvi altro, ma se volete potete parlare con lui- sospirò indicando qualcuno dietro di loro -è stato quel ragazzo a portarlo qui.- dopo di che se ne andò.

Michael borbottò qualcosa ed uscì velocemente dall'ospedale.

Jennifer invece si voltò per guardare il ragazzo che aveva portato lì Calum e, quando i suoi occhi marroni incontrarono degli occhi tra il nocciola e il verde, nonostante le circostanze, si sentì avvampare.


||SALVEEE||

Allora, intanto grazie per tutte le cose bellissime che mi avete scritto su twitter, siete fantastiche.

Grazie anche a tutti quelli che leggono e votano questa storia, per me è davvero importante.

Scusate se questo capitolo è a dir poco orribile, ma non ho potuto fare di meglio.

Comunque se vi piace commentate e votate, ciaoo :)


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