Capitolo sette /Ancora una volta

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Ciao, sono Giorgio, sono passati tre mesi da quando non racconto di me.
Sono riuscito a conquistare il cuore di quella ragazza, forse è lei ad aver conquistato il mio, ma ora siamo ufficialmente una coppia. Posso finalmente tornare a guidare la mia auto, gli antidepressivi sono sempre meno efficaci perché è più forte l'amore, è più forte Giorgio. Sono nuovo, o sono solo uscito fuori dal buco nero.
Il mio singolo tanto atteso è uscito il mese scorso, inutile dire che ho fatto centro. L'ennesimo successo, grazie a me.
Ho gridato al mondo intero la mia sofferenza che mi stava togliendo via il fiato, sono stato capito, infiniti messaggi di persone che si sono sentite meno sole, altre felici di sentirmi di nuovo rappare.
E allora bentornato Giorgio. Bentornata vita.

«Restiamo ancora un po'? Non ho proprio voglia di tornare a casa, è così bello qui...» mi chiede Lili, la mia ragazza.
Questa mattina ho portato Lili nella pace assoluta, in mezzo alla natura, dove puoi vedere le montagne come dell'arte ritratta in un quadro. Abbiamo pranzato con dei semplici panini, ascoltato musica guardando il cielo fino ad addormentarci e risvegliarci al tramonto. Non c'è nessuno qui, solo noi e il paesaggio.

«Possiamo rimanere anche tutta la notte se vuoi» le rispondo fissandola negli occhi.
«Bene, allora aspettiamo che la luna si fa piena!» sorride radiosa.
È stata la sua solarità, per prima cosa, ad avermi rapito. Ha la capacità di spazzare via ogni malessere, cancellarlo completamente.
«Vuoi una?» le chiedo, estraendo una sigaretta dal pacchetto.
Annuisce e fumiamo una sigaretta distesi a osservare la natura che si muove, lasciandoci senza parole. Il cielo si fa più blu, qualche stella già si può intravedere. È già sera, con Lili il tempo vola.
Giro il capo verso di lei, il suo volto è illuminato dal chiarore di luna. Sento il mio cuore battere più forte di qualche istante prima, le mie gote sono bollenti. Sembro un bambino innamorato.
Ho un po' paura, lo ammetto. Ho paura perché sto provando nuove cose, pensavo di non poter provare più nulla dentro al mio cuore pieno di tagli.
«A cosa pensi?» mi chiede scompigliandomi i capelli.
«A cosa penso?» sospiro guardando il cielo ora colmo di stelle, mentre il fumo mi esce dalle narici. «Penso che sono felice. Sì, mi sento felice».
Le sue mani delicate mi spostano il viso verso il suo. Il suo sorriso sfiora le mie labbra e ci baciamo senza aggiungere altre parole.
Getto la sigaretta a terra, ritenendo inutile quella nicotina che un tempo stendeva i miei nervi.
«Hai visto? La luna ora è piena» le dico dopo averle arrossato il viso per i miei mille baci.
«Già, ma sai... vorrei rimanere ancora un altro po'...».
Il suo tono è cambiato, sembra mi stia stuzzicando.
Rispondo sorridendo malizioso e le lei mi stupisce mordendomi il labbro inferiore, senza staccare i suoi occhi dai miei.
È arrivato, sento che è arrivato quel momento. Voglio fare l'amore con lei.
Mi schiocca diversi baci sul collo ed io serro gli occhi lasciandomi trasportare dall'eccitazione.
«Lili...» sussurro già in estasi.
«Sì?»
«Voglio... fare l'amore con te».
Non mi risponde, ma il suo sguardo fa intendere che abbiamo lo stesso desiderio in questo momento.
Delicatamente le sbottono la camicetta a quadretti, accarezzo la sua pelle liscia come seta, le mie mani tremano, sono teso come mai prima d'ora. Le sfilo il reggiseno, i jeans e mi sbarazzo pure della mia felpa.
La mia pelle contro la sua, cuore a cuore, respiri profondi. Non mi sembra vero.
Senza rendercene conto ci ritroviamo completamente senza vestiti, allora unisco il mio corpo al suo, così minuto, così perfetto in ogni curva.
«Giorgio...»
la sua voce flebile mi risveglia per un istante dalla libidine.
«Non mi lascerai mai, vero?»
Sorrido alla sua domanda quasi infantile, ma estremamente dolce.
«Mai» mormoro facendola gemere dal piacere.
«Ti amo»
Quelle due parole non le ho più sentite dire da una donna, dopo Martina nessun'altra.
È così strano, ma bello.
«Anch'io» rispondo spontaneo.
Esausti ci rivestiamo e restiamo distesi a osservare la notte.
«Ma come può essere già notte fonda?»
«Siamo stati parecchio...» dico sorridendo appagato. «E dai, non fare la timida. Piuttosto... ti va di fumarti una canna insieme a me?»
«Sai che quella roba non la fumo, ma se vuoi qualche tiro lo posso fare»
Giro la cartina e l'erba è pronta per essere fumata. Faccio il primo tiro. «Spero non sia un problema, posso smettere per te»
Lei scoppia a ridere divertita. «Sei proprio cotto di me allora! Ma non ti preoccupare, non è un problema, non c'è nulla di male»
«Non voglio rovinare nulla con te, dico sul serio. Mi piaci davvero» dico a cuore aperto passandole la canna.
Inizia a tossire e strizza gli occhi ridendoci sù. «Sapevo di soffocarmi!»
«Allora lascia stare, non è roba per te» inspiro l'ennesimo tiro, quest'ultimo mi tramortisce. Osservo Lili spostarsi una ciocca di capelli dal viso, come sempre la sua folta chioma copre il suo volto. Non sta facendo nulla di particolare, eppure mi piace anche il niente di lei. «Cazzo sei bellissima Lili. Sei fottutamente stupenda»
Sogghigna strizzandomi uno zigomo affettuosamente. «Sei fatto, Gio?»
«Non lo so, penso di sì, merda non lo so. Ok, forse sta salendo, scusami» mi strofino il volto con i palmi, il mio corpo è privo al senso del tatto.
«Mi fai un sacco ridere, sei proprio stupido. Dai, andiamo a casa, che dici?»
Annuisco. Devo riprendermi poiché alla guida devo mettermici io, siccome lei non sa guidare. Ha l'aria stanca, non voglio trattenerla ancora qui.
«Tranquilla, riesco a guidare, fumo da sempre» la rassicuro, una volta saliti in macchina.
È tesa, vedo che sta muovendo nervosamente le gambe e picchietta le dita sulle ginocchia, sembra impaziente. «Hai paura? Non ti fidi?» le chiedo mentre immetto la marcia.
«Cosa? Sì, mi fido».
Il suo tono non mi piace, è così seriosa. Perché non ti fidi di me, Lili?
Cosa ti ho fatto?
Ecco che le mie paranoie bussano alla porta. «Non mentire dai...»
«Giorgio, guarda la strada per favore. Puoi parlarmi, ma guarda la strada» mi ordina ansiosa.
Mi sto incazzando, anche se non capisco il motivo. Forse è l'erba a conciarmi così, ma non mi è mai capitato, è come se dentro a quella canna ci fosse stata un'altra sostanza. «Cazzo» borbotto serrando la mascella. «Ma perché rovino sempre tutto...»
«Hey, tutto ok?» mi chiede, posandomi una mano sulla coscia.
Il suo tocco m'innervosisce. «N-non toccarmi»
«Perché? Cosa t-»
«Ti ho detto di non toccarmi!» tuono pigiando il piede sull'acceleratore.
«Fermo, che fai! Stai correndo troppo!» grida spaurita.
Un mio polso viene afferrato dalle sue mani per farmi girare il volante verso destra. Sono in piena paranoia, la vista è offuscata, mi viene da piangere e ancora non sto capendo il perché. Pensavo di avercela fatta, invece sembra di essere tornato indietro.
«Giorgio, ti prego! Fermiamoci! Stai andando contromano!»
«No, ci riesco, adesso mi passa» insisto tenendo strette le mani sul volante.
Mi costringo a concentrarmi sulla strada. «Sto bene. Sto bene»
Ogni fanale, ogni cartello stradale illuminato mi infastidisce gli occhi. Ma continuo, non voglio fermarmi, voglio farcela.
«Ma perché non mi ascolti?» mi domanda esasperata, ha tanta paura, ma evito la sua preoccupazione. «Sei molto agitato. Forse è meglio che... prendi qualcosa, insomma, i tuoi antidepressivi non li hai più presi?»
Quella domanda mi fa scoppiare d'ira. Aggrotto le sopracciglia e la guardo per un istante. «Non mi vuoi più, vero? Pensi che io sia pazzo allora» ringhio. «Va bene. Non volermi più»
Sto piangendo, mi sento ridicolo, perché mi comporto in questo modo?
Sei un fallito, anche questa ragazza scapperà da te.
Stai rovinando tutto, ancora una volta.
«Non c'è motivo per piangere, ti prego, io posso aiutarti se vuoi, per questo ti consiglio di pren-»
La interrompo, non voglio essere trattato come un malato di mente, perché sicuramente è quello che pensa. «Stai zitta»
Accendo la radio a tutto volume e Lili subito la spegne.
«Adesso basta, fermiamoci!!» tuona spazientita. «Fermiamoci!» ripete.
«Perché non posso accendere la radio?» dico piangendo e sorridendo allostesso tempo, come uno psicopatico.
Riaccendo la radio, ma lei me lo impedisce.
«Non ci sei con la testa, renditi conto che... Giorgio! Oh mio dio!»
Sussulto ad occhi sbarrati, mi ritrovo nella corsia di fianco e una luce bianca dinnanzi a me acceca i miei occhi.
Lili grida scuotendomi il braccio, mi sento impotente, non riesco a riprendere il controllo.
Il motore dell'auto strilla e poi... il buio totale.

BRUCIA ANCORA | Giorgio Ferrario / Mostro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora