Capitolo cinque /Messaggio di addio

68 2 0
                                    

Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
...nove
...dieci
Non so se sia giusto farlo, ma ho aumentato le gocce degli antidepressivi.
Fisso per qualche istante il cucchiaio colmo, la mia psichiatra mi ha raccomandato di non variare senza il suo permesso. Ma ne ne frego, sembrano non funzionare otto gocce. Ed io ho bisogno di sentirmi vivo, lontano dalla bestia che mi tortura.
Il mio cellulare trilla, ho ricevuto un messaggio.
Leggo il mittente.
Selena.
Mi piacerebbe rivederti un'altra volta.
Che dici se ci troviamo per un aperitivo questa sera? Prima di andare al lavoro.
Ingerisco le dieci gocce, dopodiché rispondo al messaggio.
Penso di volerla rivedere, penso, ma non ne sono sicuro.
“Immagina: magari una nuova ragazza ti farà dimenticare gli antidepressivi”.
Hai ragione, fratello mio. Proviamoci.
Va bene, a che ora?
Messaggio inviato.
Ho fatto bene? Ho sbagliato?
Basta domande.
Immediatamente ricevo una risposta da Selena.
Alle 21.
Ci troviamo in centro.
Ti aspetto!

Inizio a prepararmi, mi lavo i denti come prima cosa, è l'unica parte del mio corpo che non trascurerò mai. Ho sempre avuto una cura maniacale nell'igiene dentale, pure quando devo fare i concerti: se non mi sono lavato bene i denti prima di salire sul palco, non inizia alla grande la serata. Stessa cosa vale per gli appuntamenti.
Per fortuna la depressione non mi ha tolto del tutto la voglia di prendermi cura di me.
Scelgo i vestiti da indossare, opto per una felpa nera Balenciaga e dei pantaloni classici grigi. Penso che possa andare, non ho altra scelta siccome ho tutti i vestiti nella cesta della biancheria da lavare.
Per finire infilo le mie Nike ed esco di casa. Sono... agitato, si può dire? Non mi sembra vero di uscire con una ragazza nuova, è quasi surreale.
Dovrò farci l'abitudine, accettare la realtà. La vita va avanti, tutti mi dicono. Eppure a me sembra essersi fermato il tempo a quella maledetta sera.
Vengo distratto da qualcosa che si sta strusciando sui miei stinchi. Abbasso il capo e strabuzzo gli occhi sorridendo sorpreso. È un gattino tigrato dagli occhi verdi, mi sta riempiendo di coccole e miagolii.
«Micio, come sei bello. Hai fame, eh? Ma non ho nulla da darti ora...»
È veramente tenero, penso sia un gattino randagio visto il suo pelo arruffato. Mi dispiace doverlo lasciare qui da solo, quando ritorno spero di ritrovarlo seduto vicino alla porta.

Dopo dieci minuti di viaggio arrivo in centro, scendo dalla bici e mi guardo attorno. Ancora non è arrivata.
Sento qualcuno picchiettare una mia spalla, mi giro e di scatto vengo stretto in un abbraccio.
«Finalmente, ci tenevo così tanto a rivederti!»
«Ciao, Selena» dico rimanendo spiazzato.
Ha un fisico filiforme, perfetto come una fotomodella da passerella. È oggettivamente bellissima, ma non sto provando nessuna emozione nel vederla.
È così brutto essere apatici, tempo fa ero l'esatto contrario.
«Abbiamo un'ora, poi dovrò scappare in quello schifo di locale» rotea gli occhi infastidita accendendosi una sigaretta.
«E allora perché lavori lì se non ti piace?» le chiedo accendendomi anch'io una sigaretta.
«È una storia lunga...»
Alzo le spalle mentre espiro il fumo dalle narici. «Non sei obbligata a raccontarmi nulla»
«Il capo del locale sta con me. Sono costretta a lavorare lì, ho bisogno di soldi e quindi... fingo che mi vada bene essere la sua ragazza»
«Mi stai dicendo che stai assieme a uno di cinquant'anni?!» dico con un'espressione ripugnante.
«Sì. Ho venticinque anni, so che dovrei stare con qualcuno della mia eta. Ma sto con lui solo per i soldi, di quell'uomo non me ne frega nulla...»
Bene, me ne vorrei andare ora. Non mi piacciono le ragazze di questo stampo. Mi da l'idea di una ragazza facile, sto perdendo tempo a stare qui con lei.
«Non voglio che tu pensi male si me, davvero. Vengo da una famiglia molto povera»
«Capisco» annuisco disinteressato, fingendo di essere preso dal discorso.
«Ho origini moldave. Vivo qui da ormai dodici anni. I miei genitori sono aiutati da me a casa con la metà del mio stipendio... è per questo che mi serve quel lavoro»
«Mi dispiace»
«Tu invece, che mi dici di te? Mi incuriosisci parecchio»
«Ti racconto qualcosa di me solo se ci sediamo lì in quel bar, fanno bene i cocktail» le suggerisco.
Una volta arrivati ci sediamo nel giardino esterno del locale, uno di fronte all'altra. I suoi occhi blu sono innocenti, ma mi fa sospettare che tutto sia un inganno. Resto diffidente in ogni caso.
«Allora... dimmi un po' di te, avanti» esordisce con le mani posate sul mento.
«Che dire..» mi accendo l'ennesima sigaretta per concentrarmi nel discorso. «Sai che mi chiamo Giorgio, sai che lavoro faccio, ma più che un lavoro è una passione... ho ventisette anni. E... ho un passato orribile. Mi limito a dirti solo questo»
Selena mi ascolta attentamente. «Vorrei sapere di più, ma se non ti va, non importa»
«Diciamo che... il mio passato mi ha reso una persona diversa da quella che ero. È come se ci fosse qualcuno dentro di me che mi controlla le emozioni, non mi permette di vivere tranquillo, sono perennemente in ansia, triste e incazzato...»
Una sua mano stringe la mia sorridendomi con compassione, io resto di sasso senza muovere un solo arto. «Tutto qui» concludo poi abbozzando un sorriso pieno d'imbarazzo.
Ci sono svariati minuti di silenzio mentre ci beviamo una birra, resisto dalla tentazione di berne più di una.
«Comunque fattelo dire... sei proprio bello, hai una bellezza particolare» rompe il silenzio complimentandomi, poi si alza dalla sedia per avvicinarsi a me.
Che cosa vuole fare?
«Grazie. Anche tu sei... una bella ragazza. Che cosa fai in piedi?» le chiedo intimidito.
«Vorrei passeggiare ancora un po' prima di tornare al lavoro. Dai, andiamo a pagare!» mi prende per un polso trascinandomi verso l'uscita.
Paghiamo e facciamo una lunga passeggiata, parliamo del più e del meno, ma continua a non piacermi. È troppo fuori dal mio mondo, penso che continuare a vederla sia inutile.
Finalmente è ora di andare, Selena mi saluta abbracciandomi ed io non ricambio l'affetto.
«Grazie per la serata, Giorgio. Spero di rivederti presto»
«Certo... buon lavoro...»
«E comunque ti avrei baciato volentieri!» mi dice una volta salito sulla mia bici.
Scuoto la testa. «Ciao, Selena».
Ho deciso: non rivedrò mai più questa ragazza. È bellissima, ma non fa per me.
Sapevo di non essere ancora pronto, ma ho voluto comunque provarci.

Scendo dalla bici e sento un miagolio.
È il gattino di prima. «Tu questa notte dormi con me, lo sai?» gli accarezzo la piccola testolina e delicatamente lo prendo in braccio.
L'amore può essere la cura. E questa dolce creatura potrebbe migliorarmi le giornate.
Mi spoglio restando solo con i boxer, getto i vestiti a terra e mi infilo sotto le coperte.
Il mio cellulare trilla, Selena mi ha inviato un messaggio.
Muoio dalla voglia di rivederti!
Penso sia giusto dirle la verità, così le scrivo un messaggio di addio.
Ciao Selena, voglio essere sincero con te: non me la sento di rivederci ancora, penso possa bastare questa uscita per farmi capire se mi piaci.
Non fraintendere, sei una bellissima ragazza.
Ti auguro il meglio.
Buonanotte.
È così difficile farmi innamorare nuovamente, forse nessuna ci ci riuscirà mai più.
«Micio, non ti preoccupare. Domani mattina ti compro qualcosa da mangiare» dico al batuffolo peloso, come se parlasse la mia lingua.
Il gattino si aggomitola sopra al mio petto, sento le sue fusa cullarmi il sonno.
Sì, ti terrò con me per sempre. Sarai la mia nuova mascotte, micio.

Micio

Micio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Outfit di Gio

Outfit di Gio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Selena

Selena

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
BRUCIA ANCORA | Giorgio Ferrario / Mostro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora