È passata una settimana da quella scenata in discoteca, mi ero promesso di farmi aiutare, ma ancora non sta funzionando. Ho appena ricevuto una notizia straziante, mia nonna se n'è andata. Non ho nemmeno fatto in tempo a fare l'ultimo pranzo a casa sua, quel male improvviso l'ha portata via per sempre.
Proprio tu, nonna, tu che eri essenziale per me. Volevo solo portarti belle notizie ed invece te ne sei andata prima.
Perché, vita?
Perché mi vuoi sempre vedere accasciato a terra?
Nulla, proprio nulla riesce a tenermi in piedi. Nemmeno Lili, colei che credevo avesse un potere su di me, ora sembra essere meno efficace.
È che voglio stare distante da tutti, non m'interessa più farmi aiutare, persino scrivere testi è diventato faticoso. Mi sto spaventando, temo di non restare ancora per molto in questa vita, non ha più senso.
Sono disteso sul letto a fumarmi la seconda canna con Micio accoccolato sul mio ventre. «Anche tu credi che io sia una merda, vero micetto?» gli dico fissando il soffitto.
Ho pure delle allucinazioni, vedo il volto di Martina guardarmi incattivita, ultimamente mi sta odiando da morire. «Ma che cazzo vuoi, stronza? Sparisci!» dico colpendo il vuoto, non c'è nessuno a parte me ed il gattino, ma le allucinazioni mi danno la convinzione che ci sia lei per davvero.
Brutta merda schifosa alzati da questo letto che fai schifo!
«Lasciami inn pace, puttana» mi alzo dal letto facendo scappare via Micio sotto al letto, la mia voce alta l'ha spaventato. «Merdosa, staccati via dalla mia vita!» grido al nulla assoluto.
Vuoi picchiarmi? Picchiami, avanti.
Tanto so che mi ami, so che nessuna sarà mai come me.
«Vattene, vattene, vattene!» un pugno fa tremare le pareti, sto colpendo il muro, non sento dolore, ripeto a colpire la parete con tutta la rabbia che mi fuoriesce dalle grida.
Non mi hai fatto niente, Giorgio.
Devi vergognarti per come mi stai trattando!
«Ti ho trattata come una regina...» dico con voce rotta, sto piangendo, sfinito da questo dolore interiore. «Non è colpa mia se tu non sei più con me assieme alla bambina, giuro avrei dato la vita per voi...»
E invece sei innamorato di un'altra.
Falso traditore.
Pezzo di merda!
«So che sei qui, ti prego, vattene da me!» ringhio disfando il letto nervosamente, lanciando in aria ogni cosa dentro alla mia stanza.
Quanto mi fai ridere, sei ridicolo.
Un fallito.
Le risate sarcastiche di Martina risuonano nella mia testa, mi presso i palmi sulle orecchie per smettere di sentirla, ma le risate si fanno sempre più forti. «Merda, basta! Smettila! Sparisci, vipera!»
«Giorgio?»
«Vaffanculo, stronza! Ti ho detto di lasciarmi in pace!» sbraito con le mani pressate sulle mie orecchie.
«Giorgio!»
Riprendo conoscenza per un'istante, sussulto dalla paura quando vedo Lili davanti a me. Non so se sia un'allucinazione o se veramente lei è qui.
«Giorgio, mi senti?»
«Come hai fatto ad entrare?»
«Hai tenuto la porta di casa semichiusa, ti ho sentito urlare e sono entrata. Che ti prende? Guarda che casino qui» dice raccogliendo gli oggetti da terra.
La sua presenza non mi rasserena, proprio perché in questo momento non sono io, ho preso chissà quante pasticche assieme e non sto capendo un cazzo. «Ma che vuoi, sei la mia badante per caso?» ghigno beffardo.
«Hey.... ma che hai? Dai, ora calmati...» si avvicina per stringermi una mano, ma indietreggio scuotendo la testa.
«No, no. No bella. Non voglio nessun aiuto, basta»
Mi guarda affranta. «Perchè fai così? Non sei in te... lo vedo dai tuoi occhi, dal tuo sguardo...»
«Tutti che vogliono aiutarmi qui. Ma dico io che cazzo volete da me,uh?! Che cazzo volete? Lasciatemi in pace!»
«Stai peggiorando, hai bisogno di incontrare la tua psichiatra per fa-»
«Ma vacci tu, stronza!» la interrompo. «Non mi manchi per niente, non sei più roba mia»
Lili mi guarda confusa. «Giorgio ma che stai dicendo?»
Il mio sguardo si fa sempre più cupo, l'inferno mi brucia dentro. L'immagine di Martina si confonde con quella di Lili. «Tu e la bambina siete dentro di me, ma mi state uccidendo lentamente»
«Mio dio, non ce l'hai con me...»
Ha capito che sto parlando con qualcun altro, ma ancora non sa che quel qualcuno è Martina.
«Dai, colpiscimi in faccia. So che vuoi vedermi morto, allora colpiscimi fino a togliermi la vita!» grido dandomi due colpi sul viso per invitarla a farmi riempire di botte.
«Giorgio... con chi stai parlando?»
«Uccidimi e finiamola qui. Bruciami dentro alle fiamme» sussurro con voce roca ed uno sguardo perso.
«Giorgio... non so con chi stai parlando, ma sono Lili... mi riesci a sentire?» mi afferra le mani per tirarmi verso sé.
«Non toccarmi!» urlo furioso dimenandomi.
Continuo a dimenarmi mentre Lili tenta di bloccarmi le braccia, combatte per placare la mia crisi di nervi, ma di scatto la colpisco sul viso involontariamente.
I suoi occhi ambrati ora mi guardano, porta una mano sulla gota ora arrossata dal mio pugno. Il suo sguardo mi delucida, mi rendo conto di averle fatto del male. «Scusami...» mormo facendo tremare le mie labbra.
«Non fa niente...»
Mi fiondo tra le sue braccia e scoppio a piangere come un bambino. «Lili... perché... perché!» dico spirando dai denti, singhiozzo mentre mi stringo a lei.
«Sssh. Tranquillo...» la sua voce pacata mi culla. Mi accarezza la schiena e si dondola su di me. «Ci sono io qui adesso...»
«Mia nonna è morta oggi, non ce la faccio più. Non ce la faccio più»
«Santo dio, mi dispiace. Ma non lasciarti andare... pensa alla tua cara nonna, credo che anche lei non voglia vederti così»
«Vai a casa, davvero fidati di me» mi stacco dall'abbraccio. «Ho paura di farti ancora del male, è meglio che te ne vai...»
«Ma no, non-»
«Vai a casa. Ascoltami» ripeto.
«Io vorrei solo aiutarti, ma proprio non vuoi sentire ragioni... va bene...» scappa verso la porta d'ingresso per poi andarsene via.
È stato meglio così, per proteggerla dalla mia pazzia. Io quella ragazza la amo sul serio, non posso permettermi di farle del male ancora. Spero mi possa capire.È sera, dopo una doccia bollente ed una cena a base di caffè ed antidepressivi, corro dalla mia ragazza. Raggiungo casa sua in bici, sempre con le cuffie nelle orecchie. Il mio umore ora è tra l'euforia e la felicità, sono le dieci gocce dello stabilizzatore dell'umore a rendermi così. Scendo velocemente dalla bici e mi avvicino alla porta di casa sua. Non vedo l'ora di vedere il suo sorriso che mi fa scoppiare il cuore d'amore, come sempre.
«Chi diavolo è quello?» sussurro.
C'è qualcuno con lei in casa, non è sola. Dalla finestra riesco a vedere che si tratta di un ragazzo, sono troppo vicini per essere solo amici. Resto per qualche minuto ad osservarli e, quando vedo le loro labbra sfiorarsi per far scattare un bacio, il mio cuore viene trafitto da mille proiettili.
Come hai potuto farlo, Lili.
Dal terriccio del suo giardino raccolgo un sasso e lo lancio dritto nella finestra attirando la loro attenzione. Lili si affaccia, non riesce a vedermi poiché è buio.
«Pensavo mi amassi davvero!» dico avvicinandomi al lampione. La luce illumina il mio volto coperto dal cappuccio della felpa.
Lili resta inerme, non se l'aspettava di vedermi qui sotto casa. «Giorgio, io... parliamone un momento...»
Me ne vado senza dire altro, nel frattempo Lili continua a ripetere il mio nome. Non ho nemmeno la forza di piangere, non ha più senso versare lacrime per lei.
Basta, d'ora in poi voglio stare solo con me stesso. Nessun altro si permetterà di rovinarmi la vita, è già rovinata abbastanza.
Voglio essere un lupo solitario sopravvissuto alle bufere, a mille stagioni soffrendo la fame e la sete.
Voglio essere cattivo, più cattivo che mai.
Nessuno merita più il mio amore.
L'ennesima delusione, l'ennesimo proiettile che mi buca il petto.
Ma non importa, ci sono io con me. E se non ce la farò, allora mi lascerò andare per sempre.
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BRUCIA ANCORA | Giorgio Ferrario / Mostro
FanfictionGiorgio combatte con i suoi disturbi psichici. Depresso, schizofrenico, bipolare. La sua mente è tormentata da incubi, rimorsi e tentazioni autolesioniste... Riuscirà a liberarsi dal male prima che sia troppo tardi? «...ma insieme riusciremo a corre...