20.

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«Dovremmo cercare di ricominciare tutto dall'inizio, Brook.» sussurrò Harry nel mio orecchio, mentre eravamo ancora in piedi nella mia stanza. Kai si sarebbe vendicato del fatto che Harry era arrivato così improvvisamente nella sua camera interrompendo quello che mi stava facendo? Era una persecuzione, quel pazzo non riusciva a stare calmo, doveva sempre creare problemi.

«Sì, decisamente.» annuii, d'accordo con lui. «Cerchiamo solo di... andare più lentamente, ecco.» aggiunsi, deglutendo. Mi ero ormai calmata, tutto grazie a lui.

«Molto lentamente.» sussurrò sensualmente, avvicinandosi sempre di più al mio viso e facendo combaciare i nostri corpi. Poggiò le mani sui miei fianchi e le sue labbra sfiorarono le mie, per poi unirsi in un dolce bacio.

«Dovrei andare da Blair, le devo raccontare tutto.» lo avvertii una volta che le sue labbra si staccarono dalle mie.

Annuì, sorridendomi e baciandomi una guancia.

«Ci vediamo stasera in camera di Louis.» mi disse e annuii, uscendo dalla camera.

Una volta arrivata in quella di Blair bussai ed entrai, sedendomi sul letto. Le raccontai tutto quello che era successo e rimase sconvolta, intenta ad andare a picchiare Matt. Si era fatta ormai l'ora di cena, così andammo insieme anche a Kate a mensa e ci sedemmo al tavolo dove Niall e Louis stavano discutendo sul cibo.

«Nì, com'è andato il ritorno in Irlanda?» gli chiesi, cercando di fermare la loro discussione da bambini di tre anni.

«Abbastanza bene, mia nonna sta molto meglio.» sorrise, facendomi l'occhiolino. Poco dopo guardò dietro di me e non feci in tempo a girarmi che due grandi mani si posarono sui miei occhi. Ridacchiai nervosamente, riconoscendole e sperando che a Blair non desse fastidio.

«Chi sono?» chiese facendo una voce strana.

«Malik, sei prevedibile.» risposi e lo sentii sbuffare, mentre si sedeva accanto a me.

«Ma perché indovinate tutti?» sbottò, offeso.

«Perché hai le mani persino più grandi di quelle di Harry.» gli dissi, sorridendo.

Appena prounciai quel nome sentii una risata provenire da lì vicino, era la sua. Mi girai per vedere dove fosse ed era in compagnia di una ragazza mora, poco più bassa di lui. Praticamente io in confronto a lei ero una formica. Il riccio si guardò intorno fino ad incontrare il mio sguardo e prendendo la ragazza per mano velocemente si avvicinarono a noi. Alzai un sopracciglio, cercando di capire cosa stesse accadendo. Era un sogno? Un terribile incubo?

«Ciao ragazzi.» sorrise, sedendosi accanto a Zayn, quasi di fronte a me e la ragazza vicino a lui. Mi morsi nervosamente il labbro, sbattendo il piede a terra.

«Attenzione, qui qualcuno sta avendo un attacco di gelosia.» annunciò Louis e tutti si girarono verso di me.

«Cosa? Io? Ptf, ci ho fatto l'abitudine.» alzai gli occhi al cielo, poggiando le braccia sul tavolo e mandando un'occhiataccia a quel coglione di Harry.

«Scusatemi se non mi sono presentata!» esclamò la ragazza mora, improvvisamente svegliandosi. «Sono Gemma.» sorrise.

Tutti si presentarono e quando arrivò il mio turno aspettai un attimo prima di parlare.

«Io sono Brooklyn, la cornuta che sta con Harry.» mi presentai, innervosita.

«Brook ha decisamente il ciclo oggi.» scoppiò a ridere Niall.

«Sta zitto.» sussurrai.

«Oh certo, Harry mi ha parlato tanto di te.» sorrise ampiamente Gemma.

«Vi conoscete da tanto tempo allora.» non potei fare a meno di notare, sempre con un filo di fastidio nella voce.

«L'ho visto nascere.» disse ridendo.

Non c'era nulla da ridere. Harry ridacchiava mentre mi fissava.

«Beh, penso che ogni sorella veda nascere il fratello più piccolo.» speificò Harry, vedendo il mio sguardo infuriato.

Improvvisamente mi girai verso di lui, spalancando gli occhi. Era la sorella? Oh ma che grande figura di merda.

«Tu... non mi avevi mai parlato di lei.» dissi ad Harry.

Era vero. Mi aveva raccontato di Amy e del padre, ma non ero a conoscenza che avesse un'altra sorella.

«Sì, lo so.» annuì come niente fosse. Poteva anche dirmelo però. «Poi ne parliamo.» aggiunse. Distolsi lo sguardo da lui e lo riportai sulla ragazza che stava chiacchierando allegramente con Niall. In effetti assomigliava molto al fratello, ecco perché era così alta. Se lei era un cavallo io ero una pulce.

«Andiamo in camera mia, dai.» si alzò Louis. Ci alzammo tutti insieme e andammo da lui, dove avremmo sicuramente bevuto qualcosa. Infatti appena entrati il propetario della stanza tirò fuori bottiglie di vodka; chissà dove le aveva prese. Kate annunciò che avrebbe dovuto lasciare il college, per dei suoi problemi che probabilmente non poteva dirci. Eravamo tutti molto dispiaciuti e mi chiesi se alla fine dell'anno se ne sarebbe andato qualcun altro. Il gruppo sarebbe cresciuto, diminuito, cresciuto ancora e magari si sarebbe diviso. Ciò non mi rendeva molto tranquilla.

«Ma Jeremy e Liam dove sono?» chiese Blair incuriosita. In effetti non erano venuti nemmeno a cena.

«Sicuramente insieme.» rispose Louis ridacchiando.

«C'è qualcosa tra quei due?» domandò ancora Blair.

Mentre loro cercavano di capire, io continuavo a pensare alla sorella di Harry. Perché non avrebbe dovuto dirmi di lei?

«Io e Brook usciamo un attimo.» disse improvvisamente Harry, facendo zittire tutti e alzandosi. Mi prese per mano, facendo alzare di conseguenza anche me e mi trascinò fuori dalla stanza, chiudendo la porta dietro di lui.

«Cosa c'è che non va?» mi chiese, con tono distaccato.

«Perché non mi hai detto di tua sorella?» gli domandai, dolcemente, evitando il suo tono scontroso.

Sospirò, guardandosi intorno.

«Ti devo raccontare una cosa, che ora però non posso dirti.» mi spiegò, mordendosi il labbro inferiore.

«Sembra che a me non puoi mai dire nulla.» gli risposi, contrariata.

Mi teneva sempre all'oscuro di tutto, l'aveva fatto fin dall'inizio e a me quel tipo di rapporto con i segreti non piaceva.

«Non è così, maledizione!» sbottò, prendendosi i capelli tra le mani.

«Ah, no? E allora com'è? Sentiamo.» lo sfidai, aspettando che mi desse una risposta.

«Brooklyn, sei così fastidiosamente malfidata.» borbottò, infastidito.

«Sei tu quello che non ha fiducia in me in questo caso, Harry.» gli dissi. «Sei tu quello che non mi dice le cose, non io.» aggiunsi.

«Non posso dirtelo ora, non me la sento.» scosse la testa, abbassandola poi sui suoi piedi.

«Cosa c'è che non va? Sfogati con me, ti prego.» cedetti, cercando un contatto visivo con lui, che non arrivò.

«Brooklyn, ora mi serve soltanto che tu non mi chieda niente di Gemma.» mi disse e scossi la testa.

«Voglio aiutarti.» mormorai, accarezzandogli una guancia.

«Così mi stai aiutando a cadere.» mi rispose. «Lasciami i miei spazi e lascia che il passato venga sepolto.» aggiunse.

«C'è bisogno di fiducia in un rapporto stabile, Harry, io devo sapere tutto di te e tu tutto di me.» lo avvertii. «Pensa a questo.» finii, ritornando dentro dagli altri.

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