30. *fine*

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Era passato un mese dal mio malessere e ormai stavo benissimo, calcolando che mi erano appena finite le mestruazioni. Quella stessa sera ci sarebbe stata l'ultima festa nel College, perché poi sarebbero iniziate le vacanze estive tra due settimane e mezzo. Non vedevo l'ora di rivedere mio padre, ma allo stesso tempo non avrei voluto lasciare i miei amici. Ci eravamo organizzati per rivederci e anche per fare un viaggio in California tutti insieme. Sarebbe stato molto divertente. Così, dopo fatta colazione, Blair mi propose di andare a fare shopping fuori dal College, al centro commerciale.

«Vengo anche io.» disse Harry appena gli annunciai i miei piani di quella mattina.

«No, tu resta pure con gli altri, non voglio che tu veda cosa mi metto stasera.» sorrisi facendogli un occhiolino.

Lo vedevo agitato, come se stesse per accadere qualcosa.

«Sei sicura?» mi domandò, aggrottando le sopracciglia. Mi avvicinai a lui, portando le braccia dietro al suo collo.

«Sì, certo, torno presto, tranquillo.» dissi, dandogli un bacio sulla guancia.

Annuì dandomi un bacio sulle labbra e gli sorrisi, prendendo la borsa e uscendo dalla stanza, sotto il suo sguardo attento.

Raggiunsi velocemente Blair al piano terra e mi fece un occhiolino, dicendomi di muovermi, visto che era già tardi. Salimmo sulla sua macchina e mise in moto.

«Sei sicura che non vuoi che guidi io?» le chiesi, riferendomi al fatto che non si sentiva molto bene quella mattina. Probabilmente le avevo attaccato l'influenza, calcolando che stava avendo anche dei giramenti di testa. Le avevo detto che non era indispensabile andarci al centro commerciale, visto il suo malessere, ma aveva insistito.

«No no, guido io.» scosse la testa, mettendo la marcia e uscendo dal parcheggio del dormitorio. Eravamo quasi a metà strada quando la cominciai a vedere strana. Si portava la mano sulla fronte più volte e le mani le tremavano.

«Blair, accosta, è meglio se guido io.» le imposi, dopo averle messo una mano sulla fronte bollente. Aveva sicuramente la febbre e l'avrei riportata immediatamente al dormitorio, ma lei scosse la testa.

«No, Brook, sono sicura che mi sentirò meglio tra qualche minuto.» disse ed io continuai ad insistere, finché le sue mani non abbandonarono improvvisamente il volante, facendo andare la macchina sull'altra corsia. Urlai il suo nome, cercando di afferrare il volante mentre lei cercava di non svenire, ma non feci in tempo, perché anche i suoi piedi avevano lasciato i pedali, senza spingere più sul freno. E in meno di due secondi vidi una luce accecarmi e poi tutto nero.

-Harry

Era da quella mattina che sentivo una strana sensazione nello stomaco, come angoscia, ma non sapevo perché. Avevo come l'impressione che sarebbe successo qualcosa. Appena Brooklyn andò via io raggiunsi Louis e Kate nel giardino del dormitorio.

«Stai bene Harry?» mi chiese Kate, facendomi girare verso di lei. «Sei pallido.» aggiunse.

«Sì, sto bene.» annuii distrattamente. Quella sensazione era aumentata ma cercavo comunque di seguire i discorsi strambi di Louis su ciò che avrebbe fatto quell'estate. Poi parlammo anche della presunta vacanza che avremmo dovuto fare tutti insieme in California. Dopo andammo a pranzo e Brooklyn e Blair ancora non erano tornate; sicuramente avrebbero pranzato al centro commerciale. Dopo aver mangiato in mensa si fecero velocemente le tre di pomeriggio e andai al piano terra per incontrarmi con Liam, Jeremy, Louis e Kate. Proprio mentre stavo chiedendo dove fosse finito Niall mi arrivò una chiamata da parte sua. Risposi, sospirando.

"Niall, dove sei?" chiesi, mentre gli altri aspettavano che attaccassi.

"Harry... è successa una cosa." Lo sentii dire dall'altra parte del telefono con voce rotta.

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