5. Truth or Dare? [Passato]

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Questo capitolo contiene una scena leggermente hot. Se volete avvertimenti più specifici all'inizio della storia fatemelo sapere 🙏

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🌧️

IERI
Passato

4 mesi prima

«Señorina Gabrielle!».
La voce di Almira mi riscuote dall'oltretomba in cui sono andate a sotterrarsi le mie onde cerebrali. Lo stato di letargia in cui cado in seguito all'assunzione degli antidepressivi è così forte che spesso impiego qualche minuto per riemergere dall'oblio e riprendere possesso dei miei arti molli.

Spero sia un incubo ma la governante è proprio qui, china davanti a me a scuotermi da una spalla per farmi svegliare. «Si alzi, señorina. Sua madre la vuole pronta tra una hora»

«Perché?»

«Per il brunch della Señora Hudson».
Un piagnucolio sommesso mi sfugge dalle labbra e Almira mi guarda con compassione. Non abbastanza però da desistere dal suo compito.

Sento le gambe stranamente ancora troppo pesanti e mi rendo conto del motivo: sono legate ad altre gambe.

Scosto il lenzuolo e rivelo la faccia ancora mezza addormentata di Savannah che mi riserva una smorfia.

Sospiro e torno a rivolgermi alla governante.
«Non voglio andarci, Almira. Non ce la faccio ad alzarmi». E non solo per la trappola di braccia e gambe attorno al mio corpo ma perché mi sento spossata e sull'orlo di un pianto isterico.

«Neanche io voglio andarci» si unisce Savannah in un lamento, la voce soffocata dal cuscino.

Mi giro nella sua direzione. «Ma è il brunch di tua madre» le ricordo, aggrottando la fronte.

Il suo braccio esile mi avvolge la vita e i suoi capelli neri mi solleticano il naso.
«Molto meglio restare qui con te» sbadiglia contro la mia guancia. «Mamma non se la prenderà».

«Ho i miei dubbi»

La governante sbuffa. «Levantarse niñitas!» esclama perentoria, battendo le mani. «Ci sarà la gara di barchette. adoras la gara di barchette, señorina

Un cuscino mi arriva dritto in faccia e un cespuglio di capelli blu elettrico si solleva dalla parte opposta del letto.

«Perché c'è tutto questo rumore in questa stanza?» grugnisce Amy, allontanando il piede di Savannah dalla sua faccia con uno schiaffo.
«Ahi!».

Savannah le rifila un piccolo calcio sul sedere con l'altro piede. Amy la guarda in cagnesco e decido di intervenire.

«Ok, è escluso che rimanga un solo secondo di più a letto con voi due».

Tiro via le lenzuola, scoprendo anche le mie amiche e creando un coro di lamentele. Poggio i piedi a terra, restando seduta sul materasso e dando le spalle alle mie amiche. Prendo un lungo respiro. Mi gira la testa ma rivolgo un sorriso incoraggiante ad Almira che, soddisfatta del traguardo raggiunto, lascia la stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Mi lascio cadere all'indietro e atterro con la schiena sulle gambe di Amanda e Savannah.

«Gaby!» protesta proprio quest'ultima. Per tutta la notte non ha fatto altro che salirci sopra e occupare gran parte del letto e osa anche lamentarsi?

«Per quale motivo ogni giorno che Dio manda in terra le nostre madri devono organizzare un cazzo di evento?» sbotta Amy schiacciandosi il cuscino sulla faccia.

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