14. Heaven Place [Passato]

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Nella prima parte è presente una scena NonCon che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno di voi. Vi ricordo il disclamer a inizio storia. Se pensate che un argomento simile possa darvi fastidio vi prego di saltare e iniziare il capitolo da dopo il primo ombrellino!


So I'm dancin' with my eyes closed
'Cause everywhere I look, I still see you
Time is movin' so slow
And I don't know what else that I can do
So I'll keep dancin' with my

Eye-eye-eye-eyes




🌧️

Ieri

Passato




4 mesi prima


«Grazie per avermi riaccompagnata a casa». Riesco ancora a sentire gli occhi di Ricky addosso. Pizzica come una scottatura sulla pelle. Non sarei riuscita a restare al parco con lui presente un secondo di più.

Tom annuisce come se non ci fosse bisogno di alcun ringraziamento.

Senza aggiungere altro scendo dalla macchina ma mi blocco appena mi rendo accorgo che fa lo stesso anche lui.

«Che cosa fai?» Lo guardo senza riuscire a nascondere il sospetto.

«Ti accompagno dentro casa»

«Non ce n'è bisogno. Puoi pure andartene» soffio dirigendomi a passo spedito alla porta d'ingresso.

Trovo mia madre e Almira intente a sistemare i vasi di fiori con le nuove composizioni.

«Tesoro» mi saluta mamma con un sorriso appena accennato. Indossa ancora la vestaglia e ha una cera orribile però mi risolleva vederla fuori dal letto, che si mantiene occupata con le sue piccole attività dentro casa. «Come mai già a casa?»

«Non dovevo tornare?» dico a mezza bocca e sento un gusto amaro sulla lingua mentre mi sfuggono quelle parole. Percepisco i sensi ancora ovattati e il cervello in uno stato di gradevole liquefazione.

Ho almeno la prontezza di tenere la testa bassa. Non voglio che mamma si accorga che c'è qualcosa che non va nei miei occhi.

«Signora Davis» la voce lugubre di Tom alle mie spalle mi fa rabbrividire.

«Oh, Tom, caro. Come stai? È così bello vederti. Dovresti passare a trovarci più spesso. Vieni, prendi una tazza di tè freddo insieme a me»

Ne approfitto subito per svignarmela al piano di sopra e mi chiudo in bagno.



Ancora non è calata la sera ma la voglia di infilarmi nel letto a dormire è tanta. Mi sento spossata e voglio addormentarmi con questa sensazione di insensibilità che già sento scivolare via.

Entro in camera di Michael per frugare nel suo armadio e prendere un'altra delle sue magliette. Cerco di usarne il meno possibile per non cancellare il suo buon profumo ancora intrappolato nel tessuto ma non riesco a resistere alla sensazione di sicurezza che mi regala dormire con indosso un indumento che sa di lui.

Come Rain or ShineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora