17. No one compares to you [Passato]

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Your soul is haunting me and telling me that everything is fine

But I wish I was dead (dead, like you)

Every time I close my eyes, it's like a dark paradise



🌧️

Ieri

Passato





4 mesi prima


Savannah's POV

Svegliarmi nel mio letto non è mai un buongiorno. L'alba sta sorgendo, oltre la finestra della mia camera, e io non ho più intenzione di restare a letto. Mi tolgo di dosso il lenzuolo, stiracchiando le braccia, e mi appoggio con i gomiti al davanzale per guardare il cielo schiarire.

Aprire gli occhi e trovarmi nella mia camera da letto vuol dire solo una cosa: essere sola.

Mi infilo un reggiseno sportivo e degli shorts di spugna, lego i capelli in una coda alta e infino le scarpe da running ormai consumate.

Ho energie da scaricare. O frustrazione. Non lo so, fatto sta che ogni mattina mi sento pronta a correre una maratona.

La porta della camera da letto di mia madre è aperta, segno che anche lei è già in piedi. Emetto un leggero fischio, mentre scendo le scale, per richiamare i cani. Correre per l'isolato è più divertente insieme ai tre Corgi.

Però, quando arrivo in cucina e nessuno dei cagnolini è ancora accorso per richiedere coccole o biscottini, casa mi inizia a sembrare deserta.

Preparo il mio frullato di verdure mentre do qualche cucchiaiata ad uno yogurt magro.

L'unica forma di vita presente nell'abitazione continuo ad essere io. Forse è solo troppo presto. O forse non c'è davvero nessuno. Sola, di certo.

Controllo il cellulare in cerca di un messaggio di mia madre.

Provo a chiamarla. Risponde solo dopo qualche squillo.

«Savannah?» mi saluta con un tono sorpreso.

«Mamma, ciao. Non volevo disturbarti ma mi sono svegliata e non ti ho trovata a casa» parto con le giustificazioni per averla chiamata a quest'ora, prima che possa interrompermi. «Va tutto bene, ovviamente. Volevo solo sapere se tu e John foste usciti. Avete portato con voi anche i cani? Li stavo cercando per dare loro da mangiare ma non li trovo da nessuna parte e poi...»

«Savannah» sbuffa. «Sono in aeroporto. Hai qualcosa di importante da dire?»

«Aeroporto? State partendo?»

Il suo tono si addolcisce. «Oh, sì. John ha avuto un'idea meravigliosa. Una seconda luna di miele. Non è romantico?»

«Ah» tossicchio. «Uhm, sì, mamma. Molto» mi torturo il labbro. «E quando tornate?»

«Savannah, ti serve qualcosa?» chiede impaziente. «Hanno aperto il gate. Facciamo così, scrivimi per messaggio oppure parla con la nuova domestica. Adesso devo andare»

«Ehm, sì, certo. Va bene mamma, salutami John. E divertitevi...»

In risposta solo l'avviso ritmico di fine chiamata. Lancio un'occhiata dubbiosa al display.

Non fa niente. Andava di fretta.

Appena finisco di bere il frullato esco. Faccio stretching finché non raggiungo la strada poi, dopo qualche saltello sul posto, inizio a correre.

Come Rain or ShineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora