23. Summer's death [Passato]

2.5K 58 110
                                    

If I'm on fire, you'll be made of ashes too
Even on my worst day, did I deserve, babe
All the hell you gave me?
'Cause I loved you, I swear I loved you
'Til my dying day



🌧️

Ieri

Passato




1 mese prima



Poggio lo zainetto sul letto e mi guardo attorno, scandagliando i particolari della stanza, e vengo assalita da uno strato di disagio.

La camera da letto che mio padre ha riservato per me nella sua nuova casa è accogliente e riflette alla perfezione tutti i miei gusti. Chi l'ha arredata mi conosce e ha fatto un lavoro impeccabile per farmela apprezzare.

Eppure tutto questa accuratezza mi disturba.

Le serate insieme a mio padre non sono male. Guardiamo un film, mangiamo schifezze sul divano e poi, la mattina dopo, aspetto che esca di casa per recarsi a lavoro così da andarmene senza doverlo salutare.

Non riesco a dormire in questa camera.

Inclino la testa di lato e chiudo gli occhi.

Indosso uno dei miei vestiti color crema ma riesco a percepire lo stesso dei sottili sentori del profumo di Ricky sulla mia pelle, nonostante non abbia aclun indumento che gli appartiene.

Ho il suo odore addosso. Sorrido.

Mi capita sempre più spesso di accorgermene. Il suo odore si è avviluppato al mio, mischiandosi a quello della mia pelle, come un'ennesima dimostrazione di appartenenza.

Non mi sono mai sentita di appartenere tanto a una persona, prima di Ricky. Nemmeno con Michael. Il mio gemello era un'estensione di quello che sono io, come io lo ero per lui. Due metà di uno stesso corpo.

A Ricky mi sono donata volontariamente. Me ne resto mansueta tra le sue mani, consapevole che è in suo potere proteggermi, come distruggermi.

Ogni giorno che passa la sua presa su di me si rafforza e io mi abbandono in lui fintanto che mi consentirà di farlo.

Il campanello suona e un guizzo al centro del petto mi fa mollare tutte le mie cose ancora da sistemare e uscire dalla mia stanza che non è davvero la mia stanza.

Attraverso il corridoio e raggiungo l'ingresso prima di papà. Ho già un largo sorriso quando apro la porta dietro cui - come immaginavo - trovo Ricky in attesa.

Indossa la giacca nera e rossa dei Diavoli Rossi sopra una camicia nera e dei pantaloni oversize chiari.

«Ciao, stellina» mormora e mi accorgo che anche lui sta scandagliando il mio abbigliamento proprio come ho fatto anche io con il suo.

Il suo sguardo d'argento raggiunge i miei occhi e un mezzo sorriso affamato gli distende l'angolo della bocca.

Le labbra mi formicolano dalla voglia che ho di baciarlo. Sospiro e mi sposto di lato per concedergli di entrare.

«Non serviva che portassi qualcosa» dico nel notare la busta del Bakery Inn che tiene in mano.

«Ti ho preso la cheescake al cioccolato» dice, guardandosi attorno. Si assicura che qui all'ingresso ci siamo solo io e lui e si china a sfiorarmi la tempia con la punta delle labbra.

Come Rain or ShineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora