Capitolo I

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Il sole è appena tramontato, quando Jade entra nella stanza della sua giovane padrona -Signorina vi ho portato l'abito, ho appena finito di stirarlo. Fate presto, è quasi ora di cena-. Da dietro il paravento una voce annoiata replica -Devo per forza andare? Non mi alletta affatto l'idea di incontrare tutti gli amici di mio padre, li trovo volgari e poco educati. Non fanno altro che fissare la scollatura del mio vestito tutto il tempo. E per di più puzzano terribilmente di sigari-. L'anziana dama poggia l'abito sul letto e si avvicina al paravento -Vostro padre lo fa solamente per iniziarvi alla buona società, così ché possiate trovare un marito degno di voi. Adesso fate in fretta, per amore del cielo!-. Victoria con passo lento la raggiunge e si siede in modo da farsi acconciare i lunghi capelli color nocciola, in un folto intreccio di boccoli. Indossa un abito celeste e bianco, stretto in vita e riccamente decorato sulla schiena. È finalmente pronta, e si accinge a scendere elegantemente la scalinata fino al salotto. La sala è illuminata da grandi lampadari di cristallo, e intorno alle tavole imbandite si aggirano molteplici e chiassosi nobilotti, accompagnati dalle loro frivole dame. Viene accolta in sala dal padre, il conte Edward, che sta chiacchierando allegramente con il barone e la sua famiglia. Tutti si inchinano dinanzi a lei, che ricambia i loro sorrisi, immaginando quanti tra quelli siano realmente felici di vederla. È perennemente circondata dalla falsità, camuffata tra diamanti e merletti pregiati, ma pur sempre spregevole e abbietta. Il conte le poggia una mano sul dorso facendola avanzare in mezzo ai suoi ospiti -Vi presento Victoria Elizabeth Claribel, la mia adorata figliola-. La giovane imbarazzata dalla presentazione abbassa gli occhi e accenna un veloce inchino. Il barone rapidamente spinge davanti a sé un ragazzetto che fino ad allora era rimasto alle sue spalle -Lui è mio figlio Reginald Alfred Gaenor, futuro barone della contea-. Il giovane, rosso in viso, si piega sulle sue sottili gambe in un profondo inchino quasi fino a ragiungere il pavimento. Ha dei ricci capelli biondastri e un pronunciato naso aquilino. La conoscenza di quel ragazzo non è per lei un piacere, sa quali sono le intenzioni di suo padre riguardo ad un futuro matrimonio, e questo la preoccupa terribilmente. È uno spirito libero, e non intende sacrificare la sua autonomia per niente al mondo. Victoria sorride e attende che si allontanino per rivolgersi a suo padre -Immagino le ragioni per cui mi fate conoscere tutti questi giovani, ma sappiate che non sono interessata. Voglio godermi la mia giovinezza, senza pensare a figli da crescere e un marito da accudire. Comprendere?-. Edward la guarda spazientito e sussurra -Smettila di comportarti come una bambina. Questo è il tuo dovere, e se non sarai tu a scegliere, dovrò trovare io un marito per te. Che ti piaccia o no. Adesso devo andare a sbrigare una faccenda, quando tornerò voglio trovarti davanti al buffet, mentre chiacchieri amabilmente con Reginald. Sono stato chiaro?!- non le lascia neanche il tempo di rispondere e si reca verso un uomo anziano avvolto in un abito nero, che tiene in mano un cofanetto di legno. I due rapidamente si allontanano verso lo studio del conte. Victoria trattiene a stento la sua voglia di urlare e piangere, ma non deve dargliela vinta, resisterà. Esce in giardino a si appoggia alla ringhiera di marmo, rimuginando tutto ciò che era avvenuto pochi istanti prima. Percepisce dietro di lei dei passi, poi qualcosa che le tappa la bocca. Un fazzoletto imbevuto di un liquido nauseante. Cerca di gridare, di liberarsi, ma è tutto inutile. Pian piano sente le energie abbandonarla e le palpebre diventare pesanti. Si arrende alla misteriosa forza che la opprime, cadendo in un sonno profondo.

L'ultimo bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora