Capitolo X

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Victoria apre gli occhi. Una lieve luce attraversa la finestrella illuminando l'abitacolo. Viaggiano già da ore e finalmente il sole è sorto. Stanno attraversando una radura molto fitta, non devono utilizzare le strade principali. Ad un tratto, fra il rumore degli zoccoli dei cavalli, percepisce il gorgoglio di un fiume, sempre più vicino. La carrozza si ferma e il giovane cocchiere scende -Signora stiamo facendo una sosta per riposare e far bere i cavalli, se vorrete potrete scendere anche voi-.
Lei annuisce e apre lo sportellino. L'aria e molto calda, così decide di avvicinarsi al fiume per prendere un pò d'acqua. Il ragazzo le tocca il braccio -Vedete, quello laggiù e il villagio in cui andremo. Li c'è una casa che apparteneva al mio signore tempo fa.. poi..- abbassa gli occhi e smette di parlare.
-Poi?- la giovane incalza.
-È meglio ripartire.. prego seguitemi- la riconduce silenziosamente sulla carrozza. Circa mezz'ora dopo entrano in quello che sembra essere un piccolo villagio di pastori. Le case sono povere ed umili, e la gente pare molto presa dal suo lavoro. Tanto da non notare neanche la loro presenza. Giungono in un piccolo giardino incolto, dietro il quale vi è una casa malandata -Eccoci- il giovane le fa strada. Sembra essere disabitata da molto. La casa è costituita semplicemente da una stanza con annesso uno sgabuzzino. Per terra c'è tanta polvere, e i vetri delle finestre sono quasi tutti rotti.
-So che non è una reggia.. vostra signoria è abituata a ben altro. Ma questa situazione è solo momentanea-. Victoria non vuole apparire una principessina viziata -State tranquillo, va benissimo- anche se in cuor suo spera che non ci siano almeno i topi.
Quella sera sono costretti a dormire si materassi poggiati per terra, davanti al camino per restare al caldo.
Victoria abbraccia le ginocchia a si rannicchia davanti al fuoco -Posso sapere che cosa è successo in questa casa?-.
Il ragazzo sospira -Emm.. io non so se posso. Il signor Black non vorrebbe-.
-Ma il signor Black non è qui.. non verrà mai a saperlo- sorride gentile.
Così lui prende un respiro -Il signor Black viveva qui con sua madre e una ragazza, Lydia. Non so in che rapporti fossero, ma credo che lui l'amasse - la ragazza sente il cuore stringersi - lui doveva però trovarle un marito, e quando lei seppe chi avrebbe dovuto sposare si uccise gettandosi nel fiume. Pare che il pretendente fosse un uomo crudele e spietato, al quale la giovane preferì la morte. Il padrone non è mai riuscito a perdonarsi per questo. Si sentiva colpevole della morte di Lydia. Così abbandonò la madre e si unì al nostro gruppo-.
La giovane rimane impietrita a quella rivelazione, non immaginava che Drew potesse provare dei sentimenti così forti. Ecco perché l'aveva lasciata fuggire. Non voleva che succedesse ciò che era accaduto a Lydia. Solo l'idea che lui possa aver già amato in passato la tormentava, si sentiva quasi gelosa di quella povera creatura. Ma se davvero lui l'amava, perché aveva preteso che sposasse un'altro? Forse per lo stesso motivo per cui non aveva voluto tenerla con sé, per farle avere una vita migliore.
Più pensava più si sentiva di appartenere a quell'uomo così sensibile e dolce, nascosto dietro una maschera di fredda indifferenza.
Il giovane servo si era addormentato, lei continuava a pensare e ad immaginare che Drew apparisse davanti a quella casa per portarla via con sé. Fino a quando i suoi occhi non cedettero alla stanchezza, chiudendosi in un sonno profondo.


L'ultimo bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora