Prologo

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Keita si sistemò meglio i lunghi capelli castani dietro la schiena prima di osservare con interesse il paesaggio che cambiava dal sedile posteriore della macchina.

Lui e i suoi genitori stavano tornando dalla piccola vacanza che si erano fatti, in realtà Keita non aveva mai avuto tanta voglia di farsi quella vacanza con i suoi genitori visto che i due avevano passato la metà del tempo a litigare sui posti da visitare e Keita si era esasperato: non potevano lasciarlo a casa da solo e mettersi a litigare tra di loro invece di cercare di coinvolgerlo in quei battibecchi? Infatti sia Gael che Samantha non avevano fatto altro che chiedere a lui chi avesse ragione e non lo sopportava minimamente. Era grato che quella vacanza fosse finita anche perché era stato tutto tranne che una vera e propria vacanza per lui.

-per fortuna siamo rimasti poco in quel bar di merda- stava dicendo Gael e Keita corrucciò la fronte chiedendosi a quale bar si stesse riferendo il padre visto che non aveva visto niente di strano nei vari bar nei quali erano stati in quei giorni.

-concordo quei due superavano il limite della decenza-

-di cosa state parlando?- chiese confuso Keita voltandosi in modo da poter osservare i suoi genitori che davanti a lui erano concentrati sulla strada.

-meno male che non hai visto niente Keita- gli disse Gael serissimo -non voglio che quella gentaglia ti condizioni-

-non sto ancora capendo- continuò in un sussurro il castano.

-dei due finocchi che si stavano baciando nell'ultimo bar-

-Samantha! Non glielo dire, deve rimanere puro- ringhiò Gael guardo male per un momento la donna e Keita alzò gli occhi al cielo per quei commenti.

-erano due ragazzi che si stavano baciando cosa c'è di male?- domandò allora Keita -e anche se li avessi visti sono liberi di fare quello che vogliono visto che nessuno dice niente alle coppie etero-

-non ci provare Keita! Quelli sono figli del diavolo! È peccato stare con qualcuno dello stesso sesso e per di più è disgustoso-

-concordo con tuo padre Keita, non ti fare amici finocchi una volta che arrivi al college per favore- continuò anche sua madre cosa che fece esasperare Keita: perché doveva avere i genitori omofobi?

-sono gay- sbottò allora.

-che?- vide entrambi voltarsi verso di lui sconvolti, come se fosse un esperimento di laboratorio finito male.

-sono gay- ripeté Keita incrociando le braccia al petto e guardando la madre che era rimasta girata a guardarlo visto che suo padre si era voltato per poter continuare a guidare.

-stai scherzando vero? Tu non puoi essere gay- disse la donna infuriata a morte con lui -e se è uno scherzo sappi che ti metto in punizione a vita-

-no mamma sono serio. Sono gay e lo so da anni ma di certo non credevo di avere genitori omofobi!- sbottò Keita, non ne poteva più di quella discussione.

-appena arriviamo a casa ti riempio di schiaffi fino a quando non rinsavisci- sbottò suo padre voltandosi poi verso Samantha -questa è colpa tua donna!-

-in che senso sarebbe colpa mia?- ringhiò lei e Keita iniziò a preoccuparsi visto che suo padre non teneva il viso sulla strada da molto tempo.

-sei tu che da donna lo hai reso femminile, in primis i suoi capelli!-

-oh andiamo è anche colpa tua che non sei stato un esempio di virilità-

-cosa hai detto donna?-

-PAPÀ LA STRADA!- urlò Keita ma fu troppo tardi visto che dopo pochi secondi avvenne l'impatto.


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