Capitolo 17

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-allora quando ti dichiarerai a Keita?- domandò Beth al fratello alando lo sguardo dal suo libro per osservare il rosso al suo fianco che sospirò.

-non lo so-

-ma lo dovresti fare visto che ormai è diventato palese anche ai muri che ti piace- borbottò Elizabeth ritornando a guardare il suo libro anche se non riusciva minimamente a concentrarsi in quel momento.

-non lo so okay? Mi piace il fatto che passiamo tanto tempo insieme anche semplicemente per studiare e non voglio perdere la sua amicizia nel caso lui non provi lo stesso per me o peggio ancora se fosse etero-

-non è etero- borbottò Beth ricordandosi di quello che le aveva detto Lizzie qualche mattina prima rivelandole che aveva scoperto che Keita fosse gay senza minimamente sforzarsi di trovare le parole giuste visto che l'argomento era uscito da solo.

-e tu come lo sai?- domandò confuso Levin.

-me lo ha detto Lizzie. È gay- rivelò ancora la rossa -quindi qualche possibilità la hai se ti dichiari e dovresti muoverti visto che alcuni sembrano interessati al tuo ragazzo-

-Beth non è ancora il mio ragazzo e anche se gay probabilmente io non sono il suo tipo. Non sono mai il tipo di nessuno e questa cosa la devo ancora capire-

-oh andiamo dichiarati a Keita!- protestò Beth.

-fosse semplice-

-lo è. Va da lui e digli: "Keita mi piaci" e poi lo baci- sorrise Elizabeth immaginando i due ragazzi baciarsi in quella camera.

-per poi ritrovarmi con un pugno in faccia- borbottò Levin ricordandosi dell'ultima volta che aveva fatto una cosa del genere con un ragazzo di ingegneria meccanica che gli piaceva: il risultato appunto era stato un pugno in piena faccia con tanto di minaccia di non avvicinarsi altrimenti ne avrebbe ricevuti altri. Era anche per quel motivo che evitava come la pesta l'area di ingegneria meccanica del suo college, non voleva rischiare di trovarsi li ed essere picchiato per niente. -ora chiudiamo qui l'argomento che Keita dovrebbe arrivare a momenti-

-come vuoi- borbottò Beth per niente contenta delle parole del fratello e sempre più convinta di voler far chiedere a Lizzie a Keita cosa pensasse di Levin come suo possibile ragazzo. Se Levin non avrebbe fatto il primo passo allora avrebbe spronato Keita a farlo lui.

Rimasero in completo silenzio per minuti interminabili quando finalmente sentirono bussare alla porta della camera del dormitorio e Beth ridacchiò.

-è aperto- disse invece Levin senza staccare lo sguardo dal libro e fu Beth a voltarsi per veder entrare in camera un Keita che sembrava esausto, come se avesse fatto una corsa per arrivare fin li e forse era proprio quello che aveva fatto visto quanto erano in disordine i suoi lunghissimi capelli.

-ciao- salutò con il fiatone e quando lo avvertì Levin si voltò verso di lui confuso.

-tutto bene?-

-si, stavo scappando da Gordon non ti preoccupare-

-il tizio di storia che ti segue per tutto il college?- domandò Levin cercando di celare la gelosia nella sua voce anche se Beth l'avvertì chiaramente.

-si, non lo sopporto più- Keita si scostò i capelli dal volto -avete un elastico?-

-secondo te?- ridacchiò Levin mentre Beth scuoteva la testa, lei odiava tenere i capelli raccolti.

-Lizzie ne ha tanti-

-anch'io ma mi serve adesso- sbuffò Keita per poi raggiungere Levin e togliergli di mano la matita che stava usando per fermare i capelli che si era velocemente raccolto dietro la testa.

-ehi! La stavo usando!- protestò Levin anche se il suo sguardo si era soffermato sul castano che a suo parere era ancora più bello in quel modo. Si maledisse mentalmente il rosso per i pensieri che stava iniziando a fare sul suo amico.

-ne hai tante e questa era la cosa più vicina che avevo per legarmi i capelli- sbuffò Keita andando a sedersi accanto al rosso e uscendo i suoi quaderni con gli appunti per iniziare a studiare qualcosa, il tutto con Levin che non riusciva a smetterla di fissarlo.

-come mai quel Gordon ti segue?- domandò innocentemente Beth mentre osservava curiosa il fratello che sembrava essere caduto in trance.

-perché gli piaccio- rispose sinceramente Keita -ma lui non a me e gliel'ho detto ma non capisce il no e continua ad infastidirmi- Keita che voleva solamente che una persona lo notasse e di certo non era Gordon.

-sbrigati a trovarti un ragazzo così forse la smette- propose la rossa per poi lanciare un'occhiataccia al fratello per fargli capire di fare la prima mossa ma Levin si limitò a guardarla male.

-magari, oppure posso trovare qualcuno che fa finta per aiutarmi- disse più a se stesso che agli altri due nella stanza anche se lo avevano sentito perfettamente.

-io vado a casa- disse allora Beth controllando l'orario sul telefono e notando che aveva giusto il tempo per arrivare in stazione e prendere il pullman.

-vuoi che ti accompagni?- domandò Keita alla ragazza.

-no tranquillo è ancora giorno. Ci vediamo lunedì- salutò con la mano la rossa uscendo poi dalla camera sperando in cuor suo che il fratello potesse fare la prima mossa.

-conosci qualcuno disposto ad aiutarmi con Gordon?- domandò quasi sussurrando Keita al rosso che alzò lo sguardo dal libro.

-non è meglio che ti trovi realmente un ragazzo?- chiese invece Levin che l'unica cosa che voleva fare era riempire di succhiotti il colo esposto dell'altro.

-certo che sarebbe meglio ma...-

-ma?-

-ma chi mi piace sembra non...non provare lo stesso ecco- si decise a dire Keita distogliendo lo sguardo.

-e chi è?- domandò ancora Levin sentendosi geloso di quel ragazzo che aveva l'attenzione di Keita.

-no-

-no? Dai sono tuo amico! Lo conosco?-

-diciamo di si- sussurrò Keita mordendosi il labbro inferiore.

-in che senso? Lo conosco o no? Comunque se proprio vuoi fingere ecco...puoi far finta di essere il mio ragazzo- si buttò Levin. Sapeva che ne sarebbe uscito con il cuore distrutto ma almeno avrebbe potuto baciare il castano.


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