Capitolo 11

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Beth sospirò svegliandosi e stiracchiandosi. Si guardò intorno confusa vedendo quella che sembrava essere la camera del fratello al dormitorio del college solo che non si ricordava come c'era arrivata li. Sbuffano si mise a sedere sperando di non essere nella camera di qualche sconosciuto e sorrise quando notò che la persona al suo fianco nel letto era proprio suo fratello che stava ancora dormendo profondamente e che sembrava avere bruttissime occhiaie sotto gli occhi segno che probabilmente si stava esaurendo a studiare anche di notte.

Beth sospirò prima di alzarsi e dirigersi verso il bagno della camera non prima di aver preso anche una felpa e un paio di pantaloni di tuta del fratello. Non aveva voglia di andar girando ancora con il vestito della sera precedente.

Quando uscì dal bagno dopo una bella doccia fredda ridacchiò nel notare il fratello steso sul letto a far finta di studiare.

-non ridere sono incazzato con te- le disse Levin sbuffando.

-perché?- domandò la rossa prendendo il phon dal bagno e sedendosi accanto al ragazzo per potersi asciugare i capelli e parlare contemporaneamente.

-perché mi hai mentito, di nuovo. Avevi detto che la festa era oggi e non puoi immaginare minimamente come mi sono sentito quando ti ho vista arrivare qui in spalla a un ragazzo che non ho mai visto-

-aveva i capelli lunghi?- domandò Elizabeth sbadigliando, anche se aveva dormito tanto non si era ancora ripresa del tutto.

-si-

-allora è il pseudo fratello di Lizzie, la mia migliore amica. Lui la ha accompagnata alla festa- spiegò con calma la rossa per tranquillizzarlo e non farlo protestare oltre.

-Lizzie l'avevo riconosciuta ma...pseudo fratello in che senso?-

-nel senso che mi ha spiegato che è come se fossero fratelli. Non ho chiesto altro perché ero troppo concentrata a bere-

-e lo ammette anche- borbottò Levin alzando gli occhi al cielo -per questa volta ti copro, ma sono se non dici niente a mamma e papà. Non li voglio sentirli mandarmi rimproveri per un qualcosa che hai fatto tu volontariamente-

-muta come un pesce fratellone- sorrise Elizabeth baciandogli la guancia destra mentre Levin sbuffava.

-a che ora passa il pullman per portarti a casa? Non ho nessuna intenzione di farti rimanere qui un'altra notte-

-non lo so, devo controllare visto che non mi ricordo gli orari- sospirò la ragazza -mi cacci sempre via-

-devo studiare Beth- sussurrò Levin andando verso la scrivania per aprire il libro che stava studiando in quelle settimane per il primo esame che avrebbe dato quell'anno. Aveva scelto quella materia perché a prima vista gli era sembrato il più semplice da preparare ma si stava ricredendo visto che stava avendo parecchi problemi nel comprendere alcuni concetti, be' non proprio a comprenderli ma a capire come esporli per bene e la cosa lo stava facendo andare in tilt.

-tu studi solo! Almeno sei riuscito a metterti con il ragazzo con il quale ti stavi sentendo?- domandò la rossa alzando il tono della voce per farsi sentire da sopra il phon.

-no. Mi ha bidonato per ben tre volte e mi sono arreso, c'era interesse solo da parte mia-

-davvero? Eppure avevi detto che ci eri andato a letto- borbottò Beth e Levin sospirò.

-tesoro mio sai con quanta gente faccio sesso? Io volevo qualcosa di più lui no- concluse quel discorso il rosso anche perché non gli piaceva tanto parlare con la sorella di quegli argomenti, la riteneva ancora troppo piccola.

-allora sei uno di quelli che la gente definisce cattivi ragazzi-

-cosa? no! Ci sta che puoi andare a letto con molta gente ma non per questo sono un "cattivo ragazzo"- protestò Levin -i cattivi ragazzi sono quelli che trattano male gli altri e escono con più persone contemporaneamente-

-e tu non lo fai?-

-Elizabeth!- Levin era davvero confuso dalle parole della sorella -davvero mi credi una persona del genere? Io non esco con più persone contemporaneamente e anche se fosse sono sempre quello che si trova ad innamorarsi delle persone sbagliate- concluse il discorso il rosso mentre il suo sguardo si adombrava: era sempre riuscito a trovarsi dei fidanzati che o lo usavano come mezzo per far ingelosire qualcuno, a sua insaputa, oppure si mettevano con lui solo e soltanto per non rimanere da soli. Non ne poteva più veramente di tutta quella situazione.

-sei ancora singol, un motivo ci deve essere- rispose la ragazza con un'alzata di spalle mentre Levis sbuffava.

-anche tu-

-ma io ho qualcuno con il quale potrei fidanzarmi stabilmente. Non lo sto facendo solo perché mio fratello è iperprotettivo-

-sei piccola-

-ho sedici anni!-

-sei piccola- borbottò ancora Levin -e sei la mia sorellina quindi sto coso deve prima passare sotto il mio giudizio e poi può chiederti di uscire non prima-

-vuoi capire se puoi provarci?-

-non ci provo con i bambini! Ho ventitré anni Beth e di certo non voglio un ragazzo che sia minorenne-

-meglio per te- concluse Beth prendendo il suo telefono e notando con un sorriso che suo fratello aveva avuto la geniale idea di metterlo a caricare per lei e quindi non era scarico come la sera prima.

-allora...quando hai il pullman?-

-tra un'ora- rispose la ragazza -non hai una macchina vero?-

-lo sai che non mi serve qui. Ti accompagno comunque fino alla stazione-

-dobbiamo muoverci subito allora e tu sei ancora in pigiama-

-disse quella che ha palesemente indosso i vestiti di un ragazzo- sbuffò Levin comunque dirigendosi verso il suo armadio per prendere un paio di jeans e una felpa comoda visto che la sorella aveva ragione a dire che era ancora in pigiama.

-ehi non potevo di certo portarmi dietro uno zaino con i miei vestiti per il cambio e di certo non posso andare girando con il vestito elegante di ieri sera-

-oh potevi portarlo uno zaino e lasciarlo da me solo che ovviamente non volevi farlo perché avrebbe significato dirmi il vero giorno della festa e quindi non mentirmi- concluse la questione Levin mentre Beth sospirava visto che il fratello aveva perfettamente centrato il punto della questione.


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