Capitolo 3

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-eccoci arrivati- disse Hugo al ragazzo mentre entrambi entravano nella casa del castano -non è molto grande ma comunque non dovremmo stare scomodi in quattro- continuò Hugo posando la valigia di Keita a terra per poi chiudere la porta alle sue spalle.

-nessun problema- continuò a dire Keita che si stava guardando intorno curioso di conoscere qualcosa in più dell'amico di suo padre.

-la tua camera è da questa parte- Hugo si incamminò verso il corridoio che portava alla zona notte e Keita lo seguì velocemente portandosi dietro le valigie e lo zaino non volendo far fare tutto il lavoro all'uomo. -era quella degli ospiti quindi è abbastanza spoglia-

-non ti preoccupare, sono qui solo perché Robert ha insistito con te- sussurrò Keita.

-ero l'unica persona che poteva aiutarti-

-manca un anno ai miei ventuno e potevano anche tranquillamente lasciarmi in qualche struttura. Non c'era davvero bisogno di scomodare l'amico di mio padre che nemmeno sapevo avesse-

-io e tuo padre siamo stati migliori amici fin dall'asilo. Ci siamo allontanati alle medie solo perché i miei genitori si sono trasferiti e anche se ogni tanto ci sentivamo non...non ci siamo mai più visti. Non mi pesa aiutarti Keita credimi- gli disse Hugo -un po' gi assomigli-

-mio padre non ha mai...non ha mai detto niente sul fatto di avere un migliore amico quindi credevo non ne avesse. È stata davvero una sorpresa scoprirlo- disse sinceramente Keita poggiando le valigie nella sua nuova camera -e diciamo che non mi aspettavo nemmeno di venire a stare in una città così grande-

-immagino che dalla campagna sia diverso come posto questo, anch'io quando mi trasferii qui ero spaesato inizialmente. So che le situazioni non sono uguali e che tu...sei in una situazione molto difficile e...-

-non ho pianto- rivelò Keita anche se non capiva perché si stava confidando con l'altro castano -non...ultimamente non avevo un bel rapporto con i miei genitori e loro litigavano spesso e lo stavano facendo anche quando la macchina si è schiantata. Non so perché ma non mi sento tanto triste come dovrei e mi sento un mostro-

-o semplicemente devi ancora accettare la cosa- gli disse Hugo osservandolo attentamente -devi ancora realizzare appieno quello che è successo Keita- il castano annuì alle parole di Hugo anche se non era del tutto sicuro che sarebbe riuscito a piangere per i suoi genitori in un futuro prossimo.

-per qualunque cosa non preoccuparti e parlami. Potrei anche essere ancora un estraneo ma posso sempre consigliarti-

-grazie Hugo. Io...vorrei chiederti aiuto con il college in realtà- si decise a chiedere il castano -dovevo cercarlo appena finite le vacanze con i miei ma poi è successo l'incidente e...e non ci sono riuscito-

-qui hai abbastanza scelta e certo che ti aiuto a cercarlo- gli sorrise il castano.

-in realtà vorrei anche trovarmi un lavoretto, non mi piace per niente pesare sulle vostre spalle e per Robert e tutti gli altri assistenti sociali devo stare qui per un anno buono e peserei solo sulle vostre spalle. Dopo di ciò con un lavoro potrei anche pagare tutte le spese da solo per potermi mantenere al college e trovare anche un posto nel dormitorio-

-calmati Keita- lo bloccò Hugo -capisco che tu voglia aiutare ma hai bisogno prima di riprenderti del tutto dall'incidente e poi anche se rimani qui un po' più di un anno per il tempo che ti serve per poter avere una buona stabilità. Non sono così meschino da non farti rimanere qui per il tempo che hai bisogno-

-ma io voglio...-

-Keita non c'è fretta- concluse Hugo -non ci corre dietro nessuno- e il castano si trovò ad annuire nuovamente alle parole dell'altro in parte felice di quelle parole visto che per un momento aveva anche avuto paura di trovarsi in una famiglia dove ogni cosa doveva essere ripagata, come i suoi genitori volevano diventare in realtà. Prima ancora che lui finisse il liceo i genitori gli avevano imposto di trovarsi un lavoro da fare durante il college e quindi pagare non solo le spese per lo stesso ma anche ripagare tutto quello che i genitori gli avevano comprato da quando era nato. Si era letteralmente spaventato e a buon ragione visto che aveva bisogno di tanto tempo per studiare e lavorare nel mentre che studiava al college non lo avrebbe minimamente aiutato.

-c'è qualcosa di particolare che preferisci mangiare per questa sera? Vado a prendere Lizzie da danza alle venti quindi posso passare a prendere qualcosa da mangiare prima-

-niente di particolare mangio tutto- rispose Keita che non voleva costringere l'uomo a cucinare qualcosa in più solo perché lui la voleva o costringerlo anche a compare roba in più. -sono allergico solo alle fragole- aggiunse poi. Certo non credeva che Hugo potesse portargli delle fragole per cena quel giorno ma preferiva sempre specificarlo per non avere possibili problemi.

-nessun'altra allergia?- domandò ancora Hugo -non vorrei comprare qualcosa che ti fa male-

-solo fragole- rispose allora Keita.

-allora chiederò a Lizzie cosa vuole quando la vado a prendere- Hugo si guardò intorno cercando di capire se si fosse dimenticato di dire qualcosa al ragazzo -il bagno è dietro la porta infondo al corridoio mentre la camera di Lizzie è quella accanto alla tua e per una settimana saremo solo in tre-

-co...-

-lavoro- lo rassicurò Hugo -ogni tanto fanno corsi di aggiornamento e diciamo che ha preso la palla al bazzo perché abbiamo avuto una leggera discussione ma non ti preoccupare-

-ditemi che non sono io il motivo della discussione- sussurrò Keita che però già aveva intuito fosse in realtà vero.

-non proprio. Semplicemente io ho agito da solo senza prima parlargliene a quindi abbiamo discusso. Ma non sei tu il vero motivo della discussione Keita non devi pensarci-

-come faccio a non pensarci?- domandò il castano scuotendo la testa -non voglio crearvi problemi posso tranquillamente trovare un altro posto dove stare e non pesarvi-

-non se ne parla proprio. Sei sotto la mia responsabilità e rimani qui- concluse il discorso Hugo.


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