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SEQUEL di "Game of Gods. Discesa agli Inferi"
Da quando Haven ha incontrato la pazza famiglia Lively, la sua vita è cambiata. Dopo aver rinunciato all'incontro con Hades e ai soldi, la ragazza...
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Leggete qui prima di iniziare il capitolo pls
Vi avevo detto che dopo il 34 ci sarebbe stato l'epilogo, lo so. A volte le persone mentono. Il penultimo capitolo di GoT è questo, il 35. Vi avverto: arriverete a un punto in cui vorrete chiudere wattpad e unfollowarmi su ogni social. A confronto, la morte di Aphrodite è stata nulla. Ma fidatevi di me. Leggetelo fino alla fine e... perdonatemi. Ci vediamo la settimana prossima con il vero epilogo, giuro 😶💙
— Shouldn't be "good" in goodbye
👤👤👤👤👤👤👤 H A V E N ' S P O V
Quando apro gli occhi, sento subito che qualcosa non va.
La prima cosa che vedo è il cielo buio sopra di me. Allargo le braccia e, con i palmi, percepisco di essere sdraiata su dell'erba.
Sì, decisamente c'è qualcosa di sbagliato in tutto questo. Ricordo di essere svenuta tra le braccia di Hades, mentre mi portava nelle sale mediche. Ricordo di essere uscita dal labirinto, viva, ma per ultima. Crono aveva vinto. Crono... i miei giochi... si è ucciso. Allora perché sono di nuovo nel labirinto?
Scatto a sedere, il movimento repentino mi provoca una vertigine, ma mi reggo al suolo con le mani e cerco di stabilizzarmi.
Metto a fuoco quello che ho attorno. E il mio cuore perde due battiti. Sono ancora dentro il labirinto.
Sono al punto d'entrata, dopo lo stretto corridoio. Sono dove ho incontrato Rea, mio padre e il Minotauro. Con la differenza che, ora, non c'è nessuno.
Guardando con attenzione ciò che mi circonda, mi rendo conto che anche il labirinto è cambiato. Le siepi sono spoglie, prive dei fiori rossi che ricordavo. E l'erba di cui sono fatte è quasi completamente secca.
Mi tocco il viso, ricordandomi del machete che affonda nel mio lato destro, quando mio padre mi ha colpita. Non sento più alcun dolore. E i miei polpastrelli incontrano solo il tessuto liscio e intatto della mia pelle. Non ho più il taglio. Com'è possibile?
Qualcosa si muove dietro di me. Delle scarpe sull'erba che producono un fruscìo accennato. «Ben svegliata.»
Mi volto all'indietro, solo per vedere una figura scivolarmi alle spalle e compiere una mezza circonferenza attorno a me. È Apollo. Con un completo elegante e i lunghi capelli castani sciolti sulle spalle.
L'espressione che ha in questo momento mi terrorizza. Non perché sia cattiva o dura, ma perché sembra abbia paura di me.
«Cosa ci faccio qui?» domando con un filo di voce.
Esita. Mi accorgo che sta tenendo nascosto qualcosa, dietro la schiena. «Sei qui per il gioco, Haven.»
È come se mi avesse appena parlato in un'altra lingua. «Scusa, non ho capito.»