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SEQUEL di "Game of Gods. Discesa agli Inferi"
Da quando Haven ha incontrato la pazza famiglia Lively, la sua vita è cambiata. Dopo aver rinunciato all'incontro con Hades e ai soldi, la ragazza...
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"Per i Greci, Ares era un Dio dal quale diffidare sempre."
— It's you, it's you, it's all for y o u Everything I do I tell you all the time Heaven is a place on earth with you Tell me all the things you wanna do
«Sul letto?» ripeto come una completa idiota.
Hades inclina il capo di lato e mi scruta con disapprovazione. «C'è qualcosa che non va?»
D'improvviso è difficile compiere una banale azione come respirare. «No. Però non mi sembra il luogo adatto a una lezione di greco, o sbaglio?»
Le labbra si incurvano in un sorrisetto. La sua mano, dalla nuca, scivola davanti fino alla base del mio collo. «Una scrivania sarebbe più adatta a una lezione di greco, certo, ma abbastanza scomoda per le altre cose che voglio fare. Il letto, al contrario, va bene per entrambe, Persefóni mou.»
Devo avere un'espressione molto divertente, perché mi guarda e riesce a stento a trattenersi dal ridere. Nonostante questo, i rimasugli della rabbia che prova per la situazione in cui siamo, continuano a adombrargli il viso.
Incapace di proferire parola, Hades prende le redini e infila la mano sotto la felpa, dove non indosso nulla. Avvicina il viso al mio e scende, sfiorandomi la gola con la punta del naso. «È un cliché patetico, ma mi piacciono da impazzire i miei vestiti su di te.»
Trattengo il fiato quando sento la sua lingua scivolarmi dalla mandibola alla base del collo. La presa della sua mano si rafforza appena e mi scappa un gemito.
«Ares, ieri notte, mi ha detto che ero vestita male,» mormoro.
Hades si ferma. Quando temo di averlo infastidito e, di conseguenza, di aver rovinato tutto, mi mostra i suoi occhi grigi che brillano d'eccitazione. «Ti ha vista con i miei vestiti addosso, quello stronzo?» sussurra con voce roca. Si morde il labbro e mi perlustra da capo a piedi. «Magnifico.»
Non ho il tempo di ridere e prenderlo un po' in giro per la sua gelosia, che Hades aggancia le mani sotto il mio fondoschiena e mi solleva da terra. Mi carica in spalla come un sacco e si sbatte la portafinestra dietro. Avanza fino al letto matrimoniale e mi ci adagia di slancio, stando però attento a non farmi male.
Rimango a pancia in su, con Hades in piedi che svetta su di me. Posa entrambe le mani sulle mie ginocchia, ma non applica alcuna pressione. Nel momento in cui provo ad aprire le gambe, ghigna e me lo impedisce. «Piano,» mi sgrida in tono severo. «Te lo dico io quando aprirle.»
Di norma mi piace essere quella in controllo. Mi piace tirare i dadi per prima, mi piace quando il turno inizia con me. Ma ora il potere è interamente nelle mani di Hades. E se a volte la cosa può darmi fastidio, in questa situazione mi fa formicolare ogni muscolo che ho in corpo. Per una volta non voglio giocare per prima, per una volta voglio lasciare i dadi a un'altra persona.