Quella settimana furono tutti presi dalle interrogazioni, e poi arrivarono le vacanze.
Insieme alla presenza di Gennaro e Lorenzo, in quei giorni aveva fatto alcuni progressi. Era diventata abbastanza brava a indirizzare gli incantesimi più semplici, anche se doveva ancora lavorare sulla gestione dello stress.
Al momento, comunque, le sue magie accidentali sembravano essersi parecchio ridotte.
Anche quando la situazione le scappava di mano non era mai un’esplosione o il volo di sedie e altri mobili, poteva essere una lampadina che si fulminava, una porta che sbatteva, e in generale interferenze che non avrebbero rischiato di uccidere nessuno.
Dopo aver archiviato gli incantesimi più semplici, cioè distruggere e riparare gli oggetti e aprire e chiudere le porte, lei e Edoardo si concentrarono sull’invisibilità, un incantesimo che, tra quelli per i principianti, era tra i più difficili.
Il fatto che suo fratello venisse a ficcanasare senza bussare e che suo padre le avesse vietato di tenere la porta chiusa a chiave con un ragazzo in camera rendeva le cose più complicate.
«Hai capito che ho detto?» domandò Edoardo, seduto alla sedia della scrivania.
Chiara era a gambe incrociate sul suo letto e doveva ammettere che, senza i ragazzi tra i piedi, non le dispiaceva stare vicino a Edoardo, anche se non aveva più provato a darle un bacio.
«Sì» annuì con decisione. «Devo vergognarmi a morte. Desiderare di sparire.»
«Esatto. Devi pensare alla cosa più imbarazzante che ti sia mai successa, deve venire voglia di sotterrarti dalla vergogna.»
«Non sarà difficile» rispose Chiara. «Io faccio un sacco di figure di merda.»
Edoardo fece un sorrisino. «Non stento a crederci. Conosco qualche storia imbarazzante su di te anche io.»
«Lo stai dicendo solo per condizionarmi, così mi verrà più facile. Ma tanto non ci casco.»
«Oh, tu credi? Forse non ti ricordi che la tua amichetta è uscita per sei mesi con Gennaro. E lei ha la lingua lunga…»
Chiara sgranò gli occhi. «No, stai bluffando. Rebecca non racconterebbe mai le mie cose in giro.»
«In giro no, ma al suo ragazzo? E sai che tutto quello che arriva a Gennaro arriva anche a me. Senza eccezioni.»
«No, no, no, no» scosse la testa. «Stai cercando di farmi vergognare, come quando per farmi spaventare mi stavi buttando dalla finestra. Non mi avrai, non stavolta.»
«Ah sì? Allora non è vero quello che mi ha raccontato della vostra vacanza in Trentino… quando sei stata male…»
«No!» gridò, saltando in piedi sul letto. «Smettila! Non dire altro! Basta! Non ti sto ascoltando, non ti ascolto più!»
Il sorriso di Edoardo si allargò. «Quella capsula aveva la forma davvero strana, vero?»
«Io la ammazzo! Quella stronza la ammazzo!»
«Ma quindi è vero?» Edoardo aveva iniziato a ridacchiare. «Non volevo crederci!»
«Ti prego, smettila. Ti prego, smettila. Ti prego…»
«Oh, andiamo! Succede a tutti. Insomma, chi non ha mai preso una pastiglia come se fosse una supposta perché aveva una forma strana? È geniale!»
«Oddio, credo di stare per svenire…»
Chiara ricordava bene quelle vacanze. Aveva passato la settimana bianca con Rebecca e i suoi genitori, ma le era venuta l’influenza. La madre di Rebecca le aveva consigliato di prendere una pastiglia e lei, notando la sua forma allungata, l’aveva scambiata per una supposta, così anziché ingoiarla l’aveva assunta in modo alternativo.
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Il Ritorno della Strega
Teen FictionAvere sedici anni non è mai facile, questo Chiara lo sa bene. Tra interrogazioni, primi amori, genitori apprensivi e una migliore amica impertinente e inopportuna non sai mai cosa ti aspetta. Avere sedici anni e scoprire di avere poteri magici, una...