La mattina seguente, Rebecca non ricordava nulla di quello che era successo dopo essersi svegliata sul divano, né di essere stata aiutata a camminare da Edoardo né della presenza di Gennaro insieme a loro al momento di andar via.
Strizzò gli occhi forte e mostrò una smorfia disgustata. «Oh, Dio, ho la nausea…»
«Buongiorno, principessa!» cinguettò Chiara, che si era già fatta la doccia e si stava vestendo.
«Cielo, Chia, scusa… che è successo? Si è arrabbiata mamma? Come siamo tornate a casa?»
«No, quando è tornata tua madre ti eri già ripresa. Tranquilla» la rassicurò. Sorrise senza riuscire a evitarlo, iniziò a picchiettare il piede sul pavimento dall’eccitazione.
Quello era il gran giorno.
Il giorno della partita, il giorno in cui sarebbe andata a casa di Edoardo, il giorno in cui avrebbe imparato a usare i suoi poteri.
O almeno ci avrebbe provato.
«Cazzo» borbottò Rebecca. «Genny e Marta… ma perché a me?»
«Se può consolarti, non credo gli importi nulla di Marta. Ho sentito che lo diceva a Lorenzo, ieri.»
«Davvero?» quello sì che riuscì a farle tornare tutta l’energia. «Magari l’ha baciata per farmi ingelosire, come io e Corrado!»
Chiara sospirò. Era giunto il momento di mettere le cose in chiaro, non importava quanto potesse far male.
«Beby… no. Fidati. Devi finirla con questa storia, non puoi più ridurti così. Quando ho detto a Marta che stavi male e le ho chiesto dov’erano gli stracci per pulire Gennaro era lì e ti posso assicurare che non gli importa più niente.»
Rebecca sospirò, e cadde di nuovo sul letto, lunga distesa. «Magari riesce solo a nasconderlo bene. Magari…»
«No, Be» insistette. «Hai fatto restare di merda Corrado, sei stata male tu, e Gennaro non si nemmeno è accorto di niente. Tra l’altro è pure un coglione, non capirebbe che qualcuno gli muore dietro neanche se ce l’avesse scritto in faccia. È davvero per uno così che vuoi stare di merda ogni volta?»
«Però a me piace…»
«Ho capito, ma devi fartela passare. Scusa, ma qualcuno doveva pur dirtelo.»
Rebecca fece per rispondere, poi la guardò bene e aggrottò la fronte.
«Perché sei già vestita?»
Chiara cercò di reprimere un sorrisino senza riuscirci. «Vado a vedere la partita di Edo, alle undici.»
«Cosa?» strillò l’altra, per poi fare una smorfia perché il gesto le aveva aumentato la nausea. «Com'è successo? Ti ha invitata lui?»
Chiara esitò. In realtà era stato Gennaro a chiederle di andare alla partita, e più che una richiesta era stato un ordine.
«Sì» mentì, perché non aveva altro modo di spiegarsi. «E ieri mi ha chiesto se volevo provarci con qualcuno, io gli ho detto “no” e lui ha risposto “peccato”.»
Raccontare la conversazione all’amica la fece stare meglio. Quella almeno era la verità.
«Oh mio Dio, Chia. Ci sta provando.»
Chiara si coprì la faccia con le mani. «Non so, non sono sicura.»
«Chiara, ragiona. Ti ha invitato alla partita. È l’equivalente Gennarico di portarti fuori a pranzo… il calcio è la sua vita!»
«Ma facciamo finta per un attimo che non mi abbia invitata alla partita… la frase alla festa che potrebbe significare?»
«Ma lui ti ha invitata alla partita.»
STAI LEGGENDO
Il Ritorno della Strega
Teen FictionAvere sedici anni non è mai facile, questo Chiara lo sa bene. Tra interrogazioni, primi amori, genitori apprensivi e una migliore amica impertinente e inopportuna non sai mai cosa ti aspetta. Avere sedici anni e scoprire di avere poteri magici, una...