7.2 Streghe

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I suoi genitori quel giorno sarebbero stati a fare compere e suo fratello avrebbe avuto una lezione di nuoto, così si ritrovarono tutti a casa sua e decise di sdraiarsi sul letto, per provare a vedere se riusciva ad avere la visione un’altra volta.

Era ancora buio pesto, come quella notte. La cantina aveva un acre odore di umido e legno fradicio, e non appena i suoi occhi si abituarono all’oscurità la vide. 

Lei era sin troppo magra, denutrita, i capelli le scendevano disordinati ai lati del volto e sulle spalle. Tremava.

«Sei tornata» sibilò. «Sei tornata da me.»

«Voglio risposte. Mi dirai quello che devo sapere, o non ti aiuterò.»

La donna sorrise. «La profezia ci ha visto giusto, può darsi. Ebbene, chiedi e io risponderò.»

Chiara si schiarì la voce e infine parlò. «Dov’è iniziato tutto? Qual è lo strappo? Cosa devo fare?»

«Che domande, ragazza mia. Quando è iniziato tutto? Ora, non c’è dubbio. Sta iniziando tutto intorno a me. Qual è lo strappo? Te l’ho già detto: loro sapevano. Loro sapevano e non hanno fatto niente per evitarlo. Cosa devi fare? Vieni. Vieni e porta i tuoi amici con te.»

«Venire dove?»

«La domanda non è dove, ma quando.»

«Quando? Dimmelo, ti prego.»

«Tre febbraio 1520. Torna indietro e lo saprai»

«Chi sono i loro di cui parli? Che hanno fatto di male?»

Il suo sorriso si spense, il suo volto si inasprì dalla rabbia. «Gli stregoni!» la sua voce echeggiò per la stanza angusta. «Gli stregoni sapevano! Sapevano che ci avrebbero dato la caccia e non hanno fatto niente! Niente!» 

La donna si portò le mani ai capelli e gemette di stizza. Chiara indietreggiò, spaventata. 

«Il giorno prima sedevamo con noi al Consiglio e il giorno dopo stavano a guardare mentre ci bruciavano vive!»

Una porticina dietro di lei venne scossa con violenza. Chiara sobbalzò e si voltò a guardarla. Chiunque vi stesse battendo, era prossimo a scardinarla.

«Zitta, strega!» urlò una voce di uomo, dietro la porta. «Zitta o ti farò tacere io!»

«Muori, bastardo!» urlò la donna, poi si mise a ridere forte, una risata incontrollabile e sbagliata.

Chiunque stava fuori smise di battere alla porta per un lungo istante, poi questa si spalancò.

Chiara vide per una frazione di secondo quello che sembrava il volto di Edoardo, poi tutto svanì.

«Chiara! Chiara!»

Proprio la voce di Edoardo la chiamava, e quando aprì gli occhi si accorse che anche nella sua stanza era calato il buio. Ci mise qualche secondo per realizzare dove si trovava, poi che la luce era spenta e ancora che il motivo era che la lampadina della sua camera era esplosa.

Il Ritorno della StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora