Epilogo

104 12 32
                                    

POV: Macarena

Oggi è una giornata importante per Ryan, c'è la finale del suo torneo di calcio.

Io ho sempre cercato di fargli capire che non è necessaria una competizione eccessiva e che deve giocare per divertirsi. Infatti sembra che lo faccia molto volentieri, anche grazie al suo allenatore che ha passato ai bambini della squadra il mio stesso messaggio.

Comunque ci stiamo preparando, con Zahira in sottofondo che dice a suo fratello che loro devono assolutamente vincere la partita.

"Ryan, devi fare come me a danza. Io ballo e mi diverto e così sono bravissima."

Poi comincia un discorso sul fatto che il suo saggio di danza sarà più divertente di "un gruppo di bambini che corrono dietro a un pallone" e usa un tono davvero petulante.

Da un lato, è normale che siano gelosi quando l'altro riceve attenzioni, sono bambini. Zahira fa sempre così quando è gelosa di Ryan, inizia a rompergli le scatole e va avanti per un po'.

Dopo cinque minuti, grazie all'intervento di Zulema, capisce che è il caso di smetterla. Ci sa fare con i miei figli, in qualche modo riesce sempre a farsi ascoltare.

Ad un certo punto una patina sfocata appare davanti a me e i miei occhi iniziano a mettere a fuoco la figura di Zulema e le testoline dei miei figli. Piano piano si presenta davanti a me la sala di casa mia e i giocattoli sparsi dei miei bambini che, ovviamente, li hanno lasciati lì.

Oddio, ci vedo. Io ci vedo di nuovo.

Mi tiro un pizzicotto forte sulla pancia, spesso ho sognato questo momento e voglio essere sicura che questa volta sia tutto vero.

Mi avvicino a Zulema, per comunicarlo prima a lei. Devo capire come dirlo ai bambini, ma in realtà non dovrei preoccuparmi visto che è una bellissima notizia.

"Stai benissimo con questo vestito viola." dico a Zulema, senza farmi sentire dai miei figli.

"Tu ci vedi?" mi chiede, incredula.

Annuisco, sorridendo. È tutto reale, io ci vedo.

Quando lo diciamo ai bambini non fanno altro che saltellare per la casa, felici. Mi mostrano i disegni che mi hanno fatto in questo periodo e che io non potevo vedere e mi abbracciano ogni dieci secondi.

Ryan mi promette che farà un gol solo per me, dato che adesso posso vederlo.

E quando arriviamo alla partita mio figlio fa davvero gol e mi guarda, mandandomi un grande bacio.

"Mamma, Ryan ha fatto gol per te." mi dice Zahira, entusiasta.

"Non glielo dire, ma è bravissimo." aggiunge.

Spesso fa la dura, quella a cui non importa di suo fratello, però gli vuole un bene immenso. È una testona e in questo mi ricorda Zulema, forse è anche un po' orgogliosa come lei, ma entrambe hanno un cuore enorme.

Dopo la partita di Ryan, che finisce con un 2 a 0 per la sua squadra, andiamo a festeggiare in un bar con i suoi compagni di squadra, i loro genitori e l'allenatore. I bambini si siedono subito in mezzo ai loro coetanei, mentre io e Zulema parliamo con altri genitori orgogliosi dei loro figli.

Che poi io e Zule saremmo state orgogliose a prescindere dal risultato, l'importante è che si siano divertiti e il calcio li faccia stare bene.

Dopo un po', io e lei ci spostiamo per stare in disparte e poter avere una conversazione da sole. Io devo dirle che sono stanca perché ho appena ricominciato a vedere e non ci sono abituata, ho bisogno di essere calmata da lei.

"Sei stanca perché ti è appena tornata la vista dopo tanto tempo, è normale." mi rassicura.

Tra l'altro, prima di uscire avevo chiamato il medico che mi ha fissato una visita lunedì, ma mi ha detto di stare tranquilla.

"Va bene, allora sto calma."

"Per te è molto difficile, però devi provarci."

"Adesso rimarrai a vivere con noi?"

"No, ora puoi occuparti tu dei bambini."

"Quindi perché stavi con me? Solo perché ti facevo pena?"

"Perché ci tengo a te e proprio per questo voglio fare le cose con calma. So che io e te abbiamo vissuto insieme nella roulotte, però era diverso. Adesso voglio fare le cose bene."

"Va bene, allora facciamo le cose bene." le rispondo, prima di baciarla con passione.

Lei si stacca poco dopo, ridendo.

"Bionda, ci sono dei bambini." mi dice.

Poi mi dà un tenerissimo bacio sulla fronte, un bacio che mi fa sentire amata e protetta.

Vorrei dirle che la amo, ma non è il momento adatto. Lei lo sa, lei sa bene ciò che provo e non le piacciono le classiche manifestazioni di affetto. Quindi scelgo di stare in silenzio.

È Zulema a parlare per prima, dopo qualche minuto di pausa.

"So cosa vorresti dirmi e so perché non lo fai."

Il mio cuore aumenta la velocità e mi tocco il petto per cercare di rilassarmi. L'emozione sta prendendo il sopravvento, anche se in questo caso è un'emozione assolutamente positiva.

"Ah sì?"

"Sì, ti conosco molto bene."

"E allora?" chiedo, sperando che mi dica altro.

"Anche io, bionda."

Non ha detto proprio "Ti amo", ma è come se lo avesse fatto.

E so quanto possa essere difficile per Zulema fare una cosa del genere, quindi posso solo essere felice e stringerla forte in un abbraccio mentre i miei figli si sporcano mangiando una grossa torta al cioccolato.

Ne abbiamo passate tante, ma questo è un nuovo inizio. Un nuovo e meraviglioso inizio.

What about usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora